Topo salvato da un giovane, un triestino: «Follia, questi animali si cibano di escrementi»

Ha destato interesse e partecipazione social la notizia del giovane triestino Elia che ha salvato un topo, presente nel suo appartamento e, grazie all'ausilio di una trappola non mortale, lo ha liberato in Carso.

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Come detto numerosi sono stati i commenti a supporto e contro. Di seguito uno molto polemico con Elia.

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«Ho letto - riferisce il triestino -  un post in cui si discute serenamente sull'opportunità di salvare i poveri topolini catturandoli vivi e facendoli traslocare nel bosco. D'accordo: sarebbe buona cosa rispettare le idee di tutti. Ma quando rasentano la follia, si dovrebbe anche meditarci un attimo prima di aderire. I topi - tutti i topi: dai toplini, ai ratti alle pantigane - sono animali che, non per volontà dell'uomo, vivono negli ambienti più luridi e malsani che si posano immaginare. Si cibano di tutto, compresa la spazzatura, gli escrementi, i cadaveri di altri animali, uomo compreso se capita».

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«Se necessario - continua -  diventano cannibali tra loro. Sono portatori delle peggiori malattie, che possono arrecare danni serissimi ed anche la morte ad esseri umani ed altri animali. Sono aggressivi quando ritengono di poter sopraffare l'avversario. Sono tra le bestie più infestanti in assoluto e, per dimensioni, sono gli animali parassitari più grandi e pericolosi. Si riproducono ad una velocità incredibile, tanto che non si riesce a controllarne la diffusione neppure utilizzando i sistemi disinfestanti più avanzati».

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«La campagna - conclude - per il salvataggio dei topi è assurda e pericolosa, tenuto conto che anche liberarli nei boschi non serve a nulla se non ad esportare i malefici effetti della loro presenza da un luogo ad un altro».

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