Teatro di San Giovanni giovedì musica, teatrodanza e improvvisazione con"Imago"

Il Teatro San Giovanni ha il piacere di ospitare giovedì 16 novembre, alle 20.45, Imago, spettacolo di musica, teatrodanza e improvvisazione che porta sul palcoscenico una rappresentazione visionaria e antica: il viaggio del corpo sottile durante il sogno attraverso l’elaborazione dell’inconscio... dove tutto, ma proprio tutto, è possibile.

Ideato  da  Francesco  Amerise  per  portare  sul  palco  qualcosa  di  non  tangibile,

l’esperienza dell’assurdo vissuta nel sogno, nella terra del non razionale e del paradossale. Passaggi   sonori   e   improvvisazione   scandiscono   i   movimenti   del   corpo   eterico   di Mariangela Najla Miceli che attraversa il confine della realtà fisica per inoltrarsi nel mondo al di là dell’esperienza sensoriale, dove i volti ondeggiano nell’aria e le statue si trasformano in alberi antropomorfi...

Vieni con me, voglio raccontarti un sogno...

Qual è, se esiste, il confine tra il sogno e la realtà tangibile? Chi può assicurarci che ciò che viene partorito dal non conscio non possa essere fruito nel mondo reale, in modo cosciente, se lo spettatore stesso è la prova vivente di questa possibilità?

Usando solo il suono, senza per questo suonare una canzone, usando solo il movimento

senza per questo dar vita a una danza, gli artisti portano a compimento uno spettacolo che può essere visto, ascoltato, riconosciuto e vissuto, in un paradossale mondo astratto che vive nella fantasia e nel sogno illogico.

L’intuizione, l’improvvisazione e l’ascolto della propria parte irrazionale e immaginifica –

quella parte pazza o malata, la parte che mettiamo a tacere – danno vita ad uno spettacolo fuori dal luogo e dal tempo. Se tutto ciò accade sul palco e diventa quindi vivo, si può non considerarlo reale, anche una volta usciti dalla dimensione teatrale?

Abbiamo una parte viva e istintuale che fa parte di noi stessi tanto quanto il lato razionale,

concreto, “socialmente accettabile”. Escludere dalla nostra quotidianità questo “sé” inconscio, e i nostri messaggi onirici, significa perdere di vista, quindi, una consistente parte di noi stessi.

Rendendo visibile e concreto il sogno, tuttavia, gli artisti non si fanno portatori di un

messaggio, ma attraverso il suono e il movimento semplicemente dicono “Non voglio dire

questo. Ma ho fatto esperienza di questo, e probabilmente anche voi”.

Amèris (Francesco Amerise): strumenti e voce Najla (Mariangela Miceli): corpo e movimento Con: Giada Abbatessa e Serena Bertagna

Regia: Amèris

Makeup & Costume Design: Federica Miani

Maschere: Stefania Simsig

Sarà possibile acquistare i biglietti in teatro prima dello spettacolo; interi: 10€, ridotti

(studenti): 5€, gratuiti per minori accompagnati e persone sopra i 70 anni.