Taser, Sap: «Ribadiamo nostra posizione a tutela incondizionata di Polizia»

«l dispositivo Taser, non ha fatto in tempo ad approdare nel Belpaese che, nella più classica delle tradizioni italiche, è diventato la pietra dello scandalo ed oggetto di discussione».

Lo rileva in una nota Lorenzo Tamaro - Segretario Provinciale SAP Trieste.

«A leggere gli organi di stampa - continua la nota - , la sua sperimentazione viene ritenuta utile dal Ministro dell’Interno, in quanto “può risultare più efficace e soprattutto può ridurre i rischi per l’incolumità personale degli agenti”. E da questa affermazione che il SAP vuole ribadire la propria posizione a tutela incondizionata delle forze dell'ordine e di conseguenza di ogni strumento utile a salvaguardarne l'integrità. Qualsiasi categoria di persona si è eretta a specialista del settore ed ha eloquentemente esposto i pro ed i contro di questo strumento, ovviamente citando le statistiche che più avvaloravano la tesi».

«Dal 2001 al 2017  - ancora - nel Nord America sono morte 1011 persone per colpa del Taser; quello che non si dice però è che si parla di una popolazione di circa 579 milioni di abitanti e  la situazione è ben differente paragonata ai decessi per conflitto a fuoco che, sempre secondo le statistiche, nell'ultima decade sarebbero stati 316.545. Non si cita neppure quanti siano stati poi gli interventi che sono stati effettuati utilizzando questo strumento. E' del tutto forviante rinchiudersi nella staticità dei numeri perchè la realtà è cosa ben diversa. Lo sanno quotidianamente gli operatori delle forze dell'Ordine che da anni invocano equipaggiamenti all'avanguardia, efficaci nella breve distanza, nel corpo a corpo, fattispecie molto comune a causa del quale si contano molte migliaia di colleghi feriti ogni anno».

«Il SAP - continua -  si è sempre battuto per loro, proponendo al Ministero, le telecamere  “body cam” attraverso la “campagna delle spy pen”,  insistendo poi con la dotazione degli spray al capsicum (peperoncino) e  più recentemente alla sperimentazione del Taser. Pochi giorni fà a Milano, Catania e successivamente in altre città, sono stati risolti in sicurezza due interventi senza conseguenze per gli operatori di polizia ed i soggetti fermati, grazie al dispositivo Taser usato in queste circostanze dai poliziotti solo esclusicamente come strumento di dissuasione: un ottimo risultato! Il punto è proprio questo: il potere deterrente di questo nuovo strumento che si pone come nuova barriera tra agente e aggressore, colmando efficacemente il gap che vi era tra l'arma da fuoco in dotazione e le mani nude».

«Ora un delinquente - sottolinea Tamaro - , che prima sapeva perfettamente che non avrebbe mai ricevuto un colpo di pistola neanche nelle condotte più violente, sa che può essere investito più facilmente da una scarica elettrica e qualche scrupolo se lo pone. Se vi sarà una riduzione delle aggressioni agli uomini e donne in divisa solo per il fatto che questi siano dotati del Taser, magari senza neanche adoperarlo, allora sarà già stato un gran successo. Il SAP ritiene che non si debba rinunciare a questa preziosa opportunità, ritenendo indispensabile scindere comportamenti delittuosi contro le forze dell’ordine da eventuali stati di salute dell’aggressore».

«Comportamenti ed atti violenti  - conclude il Sap - di sua totale iniziativa contro gli operatori di polizia, non curante magari della propria condizione psicofisica: è necessario un cambio di mentalità. Il messaggio che deve essere trasmesso è quello che l'operatore di Polizia non si debba “toccare”, che la brava gente sta dalla sua parte, come lui è dalla parte della popolazione ed opera per il bene della comunità. Resta sicuramente la preoccupazione del SAP circa la scarsità di protocolli operativi  e di norme giuridiche aggiornate e certe; su questo si può e si deve fare molto di più. Si rischia che gli operatori paghino in prima persona l'utilizzo del Taser ritenuto a posteriori “non giustificato” a causa dell'eccessivo appeal mediatico di questo strumento, che provoca nel Dipartimento una corsa alla burocratizzazione della sperimentazione con lo scopo più di preservare “il palazzo “che l'utilizzatore finale, con l’inevitabile conseguente tentazione di lasciare il prezioso alleato inattivo nella fondina.»