Supermercato in piazza Unità, Roberti: «Dal Comune nessuna responsabilità»

Continuano le dichiarazioni attorno alla notizia della prossima apertura in piazza Unità di un supermercato, idea bocciata con l'88% dei voti dai lettori di Trieste Cafe.  A prendere la parola l'ex vicesindaco di Trieste ed attuale assessore regionale alla sicurezza Pierpaolo Roberti:

Va avanti senza sosta la querelle sul Despar in piazza Unità. Non mi esprimo, ma alcune precisazioni vanno fatte. 1) la superficie interna ha poco più di 100 mq a cui vanno tolti i bagni per il personale, un ufficio almeno e un minimagazzino. Mi chiedo come si possa chiamarlo supermercato. 2) non è una decisione del “comune”, del “sindaco”, della “giunta” o di che so io. È una trattativa tra privati, il comune non rilascia alcun permesso su quelle superfici. Vanno rispettati i vincoli della sovrintendenza, stop. Fosse per me tornerei alle licenze ante Bersani. 3) i carrelli della spesa. Dai. Se in quel posto ci metti un carrello non ci entrano più le persone. 4) carico e scarico: perché, quando c’era un bar, delle stesse identiche dimensioni, non portavano la merce e via le immondizie? E se ci avessero fatto un ristorante non sarebbe stato lo stesso? 5) tipologia merce: se dovessero vendere radicchio per pagarsi l’affitto, dovrebbero rifornire mezzo FVG ogni giorno. Per starci devi vendere roba che non trovi alla Coop del Teatro Romano su cui puoi applicare un buon margine. 6) ho visto, da parte dei favorevoli, dei paragoni con il Despar Teatro Italia di Venezia. Ecco, quello è poco più di 5 volte più grande di quello previsto in piazza Unità.

Quindi, posto che se non vi piace l’idea potete prendervela con i privati interessati, ma non con gli inquilini di palazzo Cheba, non fatevi idee sbagliate leggendo i titoli sensazionalistici di giornali e TV.