Studiare i cambiamenti climatici grazie a nuove strumentazioni: a OGS 8,8 milioni di Euro

Affrontare la lotta ai cambiamenti climatici grazie agli studi sull’anidride carbonica e sulle tecniche di stoccaggio geologico della CO2 (CCS, Carbon Dioxide Capture and Storage), una delle possibili strategie per ridurne l’impatto, è ciò che sarà possibile fare all’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS grazie a un’importante finanziamento del MIUR per potenziare ECCSEL ERIC, infrastruttura di ricerca pan-europea su tali temi, la cui sede di Sgonico rappresenta il Nodo Nazionale Italiano. 8,8 milioni di Euro, a valere sul PON – Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014-2020, è l’ammontare del finanziamento al progetto IPANEMA che prevede l’implementazione del laboratorio ECCSEL NatLab-Italy di Panarea con l’acquisto di strumentazioni all’avanguardia, utili alla determinazione e all’analisi dei principali parametri fisici, chimici, geologici e geofisici, nonché per l'acquisizione di sistemi di campionamento e di analisi in situ, sia tradizionali che innovativi, in modalità continua e sincronizzata. Tali strumentazioni consentiranno ricerche multidisciplinari di eccellenza a Panarea, località parte di un grande strato-vulcano sottomarino quiescente, caratterizzato da faglie tettoniche attive che formano un esteso campo fumarolico emittente diverse tipologie di CO2, e che è pertanto già stata scelta da OGS per indagare gli effetti dell'incremento dell'anidride carbonica sulle funzioni biogeochimiche ed ecologiche dell'ecosistema marino. Il finanziamento permetterà inoltre di implementare la dotazione del laboratorio CTMO – Centro di Taratura e Metrologia Oceanografica dell’Ente, localizzato presso la sede OGS di Sgonico, anch’esso parte di ECCSEL ERIC. Saranno acquistati strumenti in grado di verificare e perfezionare la taratura dei sensori utilizzati a mare e garantire così una sempre più rigorosa qualità dei dati raccolti. Attese importanti ricadute nel panorama scientifico europeo e non solo, il rafforzamento dei contatti con il mondo industriale e un contributo all’internazionalizzazione della ricerca. All’iniziativa finanziata, collaborano l’INFN, l’INGV e la Stazione Zoologica Anton Dohrn - Distaccamento Villa Dohrn di Ischia. Le prospettive “Quella di Panarea è un’infrastruttura permanente a disposizione della comunità scientifica internazionale, fondamentale per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’acidificazione delle acque. Grazie agli studi nell’area di Panarea, sarà possibile quindi avanzare ipotesi più precise su cosa accadrebbe se il pH delle acque scendesse oltre una certa soglia e il livello di CO2 nel mare salisse in seguito all’aumento del livello di CO2 nell’atmosfera” ha affermato Maria Cristina Pedicchio, Presidente dell’OGS. “Inoltre, approfondire ulteriormente le indagini sui fondali di Panarea, dove vi sono numerose fuoriuscite naturali di CO2, consentirà di valutare cosa accadrebbe nel caso di un’eventuale, benché molto improbabile, perdita di CO2 dai siti di cattura e stoccaggio geologico, tecnica cui si fa spesso cenno come possibile metodo per contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 richiesta per il 2050”. La strumentazione all’avanguardia Tra i beni da acquistare, l’investimento più rilevante sarà dedicato all’acquisto di un AUV, veicolo autonomo subacqueo, in grado di eseguire in remoto misure ad alta risoluzione, anche in zone altrimenti difficilmente raggiungibili e di effettuare campionamenti di diversi tipi in un’unica uscita. Si intende inoltre acquistare un ROV (Remotely Operated Vehicle), veicolo filoguidato leggero e portatile per l’uso in acque costiere, ma anche profonde, dotato di telecamera e di un braccio per la raccolta dei campioni. A completare la strumentazione, OGS si doterà di un drone per il monitoraggio marino costiero, in grado di rilevare importanti parametri ambientali e valutare il rilascio di CO2 all’interfaccia acqua – aria. Panarea e la CO2 “La presenza di emissioni naturali di CO2 e altri geogas dai fondali rendono Panarea un laboratorio straordinario per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici, per la messa a punto di tecniche di monitoraggio e per studi di impatto sull’ecosistema. Grazie alla sua unicità quest’area è stata da tempo analizzata da numerosi progetti nazionali e internazionali e per questo motivo, proprio a Panarea nel 2015, OGS ha inaugurato il laboratorio ECCSEL-NatLab Italy, che ora è una delle eccellenze di ECCSEL ERIC” spiega Cinzia De Vittor, ricercatrice OGS e responsabile del laboratorio ECCSEL NatLab-Italy di Panarea. “ECCSEL ERIC (European Carbon Dioxide Capture and Storage Laboratory Infrastructure) è la rete europea di laboratori d’eccellenza per lo sviluppo di tecniche di stoccaggio geologico della CO2, che affronta la lotta ai cambiamenti climatici attraverso la promozione delle tecnologie per il sequestro nel sottosuolo dell’anidride carbonica in eccesso” spiega Michela Vellico, primo tecnologo di OGS e coordinatore del Nodo Nazionale Italiano di ECCSEL ERIC. “Il laboratorio di Panarea, come le altre 55 facilities che compongono il network, è accessibile alla comunità scientifica internazionale attraverso finanziamenti di Transnational Access, oppure attraverso fondi propri, pubblici o privati. Dopo la sua inaugurazione, ECCSEL Nat-Lab Italy è già stato più volte richiesto ed utilizzato da team di ricerca internazionali”. Le nuove strumentazioni “Le nuove strumentazioni previste dal progetto IPANEMA incrementeranno le capacità di ECCSEL di studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini” continua Cinzia De Vittor. “Potremo analizzare in dettaglio i meccanismi di trasporto della CO2 attraverso gli strati di sedimento; cross-calibrare e testare strumenti innovativi per il monitoraggio di fuoriuscite di CO2, anche di bassissima intensità; comprendere le dinamiche di diffusione dei componenti chimici dei fluidi geotermali nella massa d’acqua circostante; misurare l’impatto acuto e cronico delle fuoriuscite di CO2 sugli ecosistemi marini, anche a basse profondità, e verificarne i tempi di recupero; valutare l’efficacia di strategie di monitoraggio a breve, medio e lunghissimo termine” precisa.