Servola, nuovo depuratore al via: impianto avviato in esercizio provvisorio

Scatta l’iter di uscita dalla procedura d’infrazione

La città di Trieste ha un nuovo depuratore. Un depuratore che parla col mare. Ieri mattina è infatti stato avviato l’esercizio provvisorio del nuovo depuratore di Servola, uno fra gli impianti più innovativi del Paese, che sarà in grado di regolare l’intensità dei trattamenti in base al fabbisogno di nutrienti espresso dal mare.

Nelle prossime settimane dovranno essere “create” le condizioni ottimali per sviluppare le colonie batteriche che, a regime, avranno il compito, all’interno delle nuove vasche,  di trasformare i reflui in acqua pulita, biogas  e concime.

L’attivazione consentirà di fare partire l’iter procedurale che determinerà l’uscita del depuratore dalla procedura di infrazione europea. Si tratta dunque di un passaggio di grande valenza sia ambientale che economica per l’intero territorio.

 

Un investimento di oltre 52 milioni di euro

L’importante traguardo è stato reso possibile grazie alla fattiva collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione del nuovo impianto, sotto il coordinamento della stazione appaltante AcegasApsAmga: Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste, CATO, AUSIR, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto e Rete Ferroviaria Italiana. Alla base di tutto l’Accordo di Programma Quadro sottoscritto nel marzo del 2014 tra la Regione FVG stessa, il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica e il Ministero dello sviluppo Economico ed il Ministero dell’’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare. La copertura finanziaria di complessivi 52,5 milioni di euro è costituita per la parte più importante da 30 milioni di euro di Fondi FSC 2007-2013 (Fondo per lo sviluppo e la coesione). La parte rimanente è costituita invece da contributo pluriennale regionale e da tariffa.

 

Il depuratore civile più grande della Regione

L'ammodernamento del depuratore rappresenta uno dei più importanti investimenti pubblici di questi ultimi anni a Trieste e permetterà di accrescere in modo decisivo la qualità dell'ambiente e quindi la qualità della vita dei cittadini. Il depuratore di Servola, con i suoi 190.000 abitanti equivalenti civili serviti (per 80/100.000 m3 trattati al giorno), è di gran lunga il più grande della Regione e precede gli impianti di Lignano (150.000 abitanti equivalenti in estate), Tolmezzo (120.000 abitanti equivalenti) e Udine (95.000 abitanti equivalenti).

 

12 mesi di monitoraggio per determinare la fine della procedura di infrazione

L’ingresso nell’impianto di Servola delle acque reflue ha fatto formalmente scattare la procedura che porterà alla cessazione della procedura di infrazione europea rilevata nel 2009 dalla Corte di Giustizia Europea.

In particolare, da oggi parte una fase di alcune settimane in cui i diversi trattamenti del depuratore saranno portati a regime, con l’obiettivo di garantire alle acque in uscita di rientrare nei rigidi parametri imposti dalla disciplina italiana che ha recepito quelli comunitari. Dal momento in cui il settaggio dell’impianto assicurerà tali valori, decorreranno 12 mesi in cui Arpa FVG monitorerà costantemente i dati. Se durante tale periodo non si rileveranno anomalie, l’impianto sarà ufficialmente fuori dalla procedura d’infrazione con decorrenza retroattiva alla data di messa in esercizio.

 

Il ridotto spazio a disposizione: da vincolo a opportunità

Grazie alle innovative tecnologie adottate, l’impianto garantirà non solo una depurazione più efficace, ma lo farà su una superficie inferiore di circa un terzo rispetto a depuratori dotati di soluzioni tradizionali. La ridotta disponibilità di spazio è stata infatti uno dei maggiori vincoli di progetto. Questa però si è trasformata in opportunità grazie a una progettazione particolarmente ardita, che ha beneficiato delle soluzioni tecnologiche Veolia e Degremont Suez utilizzate in diverse fasi di trattamento: trattamento biologico e trattamento chimico-fisico.

 

La novità più importante: il trattamento biologico a terra

Fra le più importanti novità introdotte vi è il trattamento biologico a terra. Questo trattamento, finalizzato all’abbattimento delle sostanze nutrienti contenute nei reflui, come azoto e fosforo, fino a oggi è stato assicurato da una condotta sottomarina di 7 km dotata di 600 torrini diffusori grazie al quale è il mare ad abbattere i nutrienti, che rappresentano, di fatto, un nutrimento per la fauna marina e dunque la loro equilibrata presenza è indispensabile per il benessere dell’ecosistema. La normativa comunitaria nel 1991, recepita dalla Repubblica italiana con il Decreto legislativo n. 152 nel 1999, aveva però previsto che tale trattamento dovesse essere effettuato a terra dall’impianto stesso e proprio per questa ragione scattò la procedura di infrazione che oggi si avvia a conclusione.

 

Il depuratore che parla col mare: un trattamento sensibile ai bisogni dell’ecosistema marino

Il trattamento biologico a terra avrebbe però potuto comportare una cessazione troppo brusca dell’apporto di nutrienti al mare, dunque con ripercussioni negative sulla fauna ittica e, più in generale, sull’ecosistema marino. E’ stata così sviluppata una tecnologia che consentirà di bilanciare l’intensità di trattamento in base allo stato del mare. E’ stato a questo proposito attivato in collaborazione con l’OGS (Osservatorio Geofisico Sperimentale) un monitoraggio costante della quantità di sostanze nutrienti presenti in mare. Dunque, in base ai bisogni espressi in un determinato momento dal mare, le Autorità di Controllo potranno determinare l’intensità dell’abbattimento di nutrienti, garantendo sempre il perfetto equilibrio dell’ecosistema marino del Golfo di Trieste. Il nuovo depuratore, porterà in questo modo un’evoluzione importante nel concetto di sostenibilità, che passerà dalla semplice riduzione dell’impatto ambientale al governo vero e proprio di tale impatto, grazie appunto al continuo dialogo con il mare.

 

Un impianto completamente coperto

Fra gli elementi che inseriscono Servola fra le eccellenze europee della depurazione, vi è anche la totale copertura di tutti i processi di trattamento. Tutte le vasche sono infatti coperte, così come è completamente coperto il corridoio di accesso a queste e a tutta l’impiantistica a supporto. In questo modo si conseguono due importanti obiettivi. Da un lato, la totale garanzia di assenza di odori. Dall’altro, la possibilità di effettuare operazioni di gestione e manutenzione in assoluta sicurezza e prescindere dagli eventi atmosferici come pioggia, neve e bora.

 

3 anni e mezzo di lavoro e 300 persone impiegate

L’entrata in esercizio provvisorio di Servola giunge dopo 3 anni e mezzo di intenso lavoro, iniziati nel corso del 2014 con l’avvio della bonifica da idrocarburi pesanti (IPA) ed amianto dell’area (ex Scalo Legnami) su cui sarebbe sorto il nuovo depuratore e proseguiti nel 2015 con l’aggiudicazione dell’appalto integrato (progettazione esecutiva ed esecuzione lavori) al termine di una gara europea, che ha visto prevalere l’ATI composta dalle imprese Veolia, Cmb e Suez.

A inizio ottobre 2015 sono poi state avviate le attività di cantiere che sono proseguite senza sosta sino a oggi e andranno avanti con interventi di rifinitura fino al prossimo giugno.

Nel corso del 2016, oltre al completamento della bonifica si è proceduto a operazioni propedeutiche alle attività di costruzione, fra cui la deviazione di alcune decine di metri del torrente interrato Baiamonti e lo spostamento di alcuni cavi di media tensione che insistevano sull’area. Successivamente si è passati agli scavi di fondazione con la posa di ben 626 pali di fondazione a sostegno dell’impianto.

I lavori, che hanno visto circa 300 persone coinvolte per complessive 36.000 giornate/uomo, nel 2017 si sono poi focalizzati sulla costruzione vera e propria del depuratore, per quanto concerne sia le opere murarie che le componenti  tecnologiche.

Negli ultimi mesi una parte consistente degli sforzi è stata concentrata sulle complesse attività di tunnelling che hanno permesso di realizzare 5 attraversamenti della sede ferroviaria attiva che separa l’area del vecchio impianto (dove sono attive la grigliatura, la vasca di prima pioggia e il rilancio finale in mare) e quella della nuova struttura.

 

L’apporto di know-how del Gruppo Hera

La finalizzazione, dopo un iter di diversi anni, del nuovo depuratore di Servola, è avvenuta anche grazie alla condivisione del know-how ingegneristico con HERATech, società del Gruppo Hera, dato che l’Ufficio Direzione Lavori è il medesimo che ha attivato il nuovo depuratore di Rimini (altro intervento di notevole impatto terminato nel 2015). Tale patrimonio di conoscenze è infatti stato determinante nell’individuazione delle soluzioni tecnologiche che hanno portato alla realizzazione di un impianto “su misura” per le esigenze della città di Trieste e dell’antistante porzione di Adriatico.

 

Allegato 1. Le evoluzioni più importanti introdotte a Servola

Oltre all’introduzione del trattamento biologico a terra, il nuovo depuratore di Servola presenta diverse altre evoluzioni che consentiranno di migliorare sensibilmente la qualità del refluo depurato. Di seguito un elenco delle principali innovazioni.

 

Dissabbiatura

Questi lavori, già realizzati, hanno permesso di aumentare l’efficacia della separazione dei grassi e delle sabbie dalle acque da trattare. E’ stato dunque ridotto il peso dei fanghi prodotti, ottimizzata la parte minerale e migliorata la qualità dei fanghi prodotti, utilizzati poi come emendante agricolo.

 

Nuova grigliatura fine

All’ingresso del processo di depurazione è stato migliorato il pre-trattamento, vale a dire il passaggio dei reflui attraverso griglie che ne trattengono immediatamente gli elementi solidi e grossolani presenti. Le nuove griglie, già in funzione, grazie soprattutto ad un innovativa tecnologia a nastro continuo consentono di trattenere una quantità maggiore di materiale, rendendo più efficaci i successivi trattamenti depurativi.

 

Disinfezione

Nel nuovo impianto il processo di depurazione sarà completato dalla disinfezione delle acque con radiazioni ultravilolette. Ciò contribuirà a rendere l’acqua restituita al mare ancora più pulita, eliminando i microrganismi patogeni e i parassiti dalle acque contaminate (coliformi fecali ed escherichia coli).

 

Nuova vasca di decantazione per acque di prima pioggia

Le due vecchie vasche per il trattamento chimico-fisico dei reflui saranno dismesse. Una sarà demolita per permettere la realizzazione del cunicolo carrabile di collegamento tra le due aree di impianto e della relativa rampa di accesso. L’altra sarà trasformata  in vasca di decantazione per le acque di prima pioggia. In caso di pioggia particolarmente abbondante, nella vasca confluiranno le acque meteoriche in eccesso, che qui decanteranno i fanghi prima di essere restituite pulite al mare.