(SEGNALAZIONE) Via della Seta, timori più o meno fondati sul futuro: un elenco ragionato

SEGNALAZIONE Timori più o meno fondati sul futuro delle Via della Seta.

Questo per L'Italia e per la Regione F.V.G. credo sia un accordo molto importante, ma per materializzarlo dovremmo essere in grado di eliminare o almeno depotenziare quelli che potrebbero essere gli ostacoli in grado di vanificarlo, che si potrebbero sintetizzare in:

1. Nei nostri Governanti solitamente è presente un'assoluta mancanza di decisionismo, in cui "il SI o il NO" non compaiono quasi mai mentre "il NI" è purtroppo sempre molto presente, e quindi di fatto le soluzioni ai problemi non si concretizzano quasi mai.

2. Le lungaggini burocratiche e la poca certezza sui diritti "poiché tutto e facilmente e senza particolari rischi contestabile ed appellabile" che caratterizzano il nostro Paese non facilitano certamente l'operato di quanti vorrebbero investire a casa nostra.

3. Le contestazioni di Piazza che molto spesso sono strumentalizzate dalla miopia dei Partiti, che agl'interessi Nazionali antepongono quelli focalizzati essenzialmente sulla ricerca del consenso nei singoli Territori, il problema è ulteriormente aggravato dal fatto che nel nostro Paese le compagnie elettorali non finiscono mai.

4. I dubbi espressi da molti siano essi Politici o Amministratori dei Porti oppure Associazioni della Varie Categorie Imprenditoriali, in merito ai gravi pericoli di colonizzazione che questi accordi potrebbero rappresentare per il nostro Paese.

Quindi credo che se non saremo in grado di gestire adeguatamente le negatività che questi quattro punti potrebbero produrre, rischiamo di annacquare sia gli animi che le intenzioni "di quanti" vorrebbero investire od insediare le proprie attività nei nostri Territori, poiché non credo che i Cinesi avranno seri problemi per trovare altri Territori o Paesi molto più razionali rapidi e disponibili di noi, nella gestione delle delicate fasi che consentono di far si che il progetto "Vie della Seta" possa realmente entrare a regime.

Penso sia opportuno meditare sul fatto che se il nostro Paese non ha le adeguate disponibilità finanziarie "assolutamente indispensabili" per poter attuare delle politiche che gli consentirebbero di rilanciare le proprie economie e portare quindi avanti i programmi di sviluppo del Territorio, oppure assecondare le varie esigenze "in tema di carenze infrastrutturali" molto spesso espresse dal suo tessuto economico/produttivo, ed è quindi inevitabilmente costretto a chiedere aiuto agl'altri, penso sia abbastanza evidente che data la situazione la nostra non sia una posizione dominante che ci possa consentire di pretendere di dettare regole/condizioni o mettere dei paletti sul contenuto degli accordi. La condizione del nostro Paese non credo sia molto difforme da quella del comune cittadino quando si appresta a chiedere un mutuo per la casa, situazione in cui sono notoriamente le Banche a dettare le regole e posizionare dei paletti o chiedere pure delle ipoteche a garanzia del mutuo, poiché come i Cinesi anche le Banche non sono delle ammirevoli benefattrici.

In merito al tema in oggetto "La Via della Seta" credo che dovremmo essere tutti ben coscienti che non si tratta di una regalia dei Cinesi ai Popoli del Mondo poiché nessuno regala niente per niente, quindi o si accettano le richieste le condizioni ed i paletti posti dai potenziali investitori, oppure si stracciano gli accordi ed ognuno va per la propria strada, quindi non penso sia il caso di farsi molte illusioni poiché se nell'Adriatico non saremo noi a primeggiare nel sottoscrivere accordi con i Cinesi, dietro l'angolo penso ci sia la fila di quanti vorrebbero accaparrarsi l'ambito ruolo di "Porto d'Europa porta d'Oriente".

Non penso sia il caso d'immaginare un futuro molto radioso per la Portualità Triestina, se aumenteranno i cori di quanti non condividono il fatto che con la venuta dei Cinesi i volumi della merci in transito sulla banchine del nostro Scalo debbano per forza crescere in modo esponenziale, ma mi chiedo come possiamo non renderci conto che il concetto fondante che sta alla base dell'iniziativa denominata "le Vie della Seta" contempla che i loro massicci investimenti debbano essere direttamente funzionali alla crescita dei flussi merceologici relativi all'interscambio mondiale, ed a tal proposito per ottenere questo risultato i Cinesi stanno girando il Mondo per capire quanto e dove sia più conveniente investire, perché il loro scopo è quello di realizzare sia una Rete di moderni Collegamenti Gomma/Rotaia che delle efficienti Infrastrutture Portuali, e poter quindi creare un'efficiente Logistica di Porto e Retroporto, il tutto per supportare le aspettative relative alla notevole crescita dell'interscambio merceologico che tale "molto onerosa iniziativa" dovrebbe essere in grado di generare.

Per concludere in merito ai timori espressi da qualcuno siano essi Politici oppure Amministratori "dubbiosi per le modeste ricadute economiche/occupazionali sul nostro territorio" che la possibile futura esponenziale crescita dei Traffici Portuali che l'accordo con i Cinesi sarebbe in grado di generare, forse a quella schiera di timorosi sfugge il fatto che più consistenti saranno i volumi delle merci in transito per i nostri Territori e più consistenti e molteplici saranno conseguentemente "le occasioni di crescita e sviluppo" per il nostro Tessuto Economico Imprenditoriale, occasioni chiaramente materializzabili soltanto se saremmo in grado di ottimizzarne lo sfruttamento. Basta dare un'occhiata ai grandi Porti del Nord Europa che come noto "primeggiano in tema di volumi traffici" ed alle molteplici e variegate e soprattutto molto redditizie attività Logistico/Manifatturiere che conseguentemente sono proliferate nei loro Hinterland. Purtroppo per noi se i traffici relativi all'interscambio invece che per casa nostra transitassero ed approdassero da altre parti, a poco servirebbero le incontestabili qualità del nostro Tessuto Economico Imprenditoriale, poiché in Paese in cui la risorse per ammodernare il suo vetusto Sistema Infrastrutturale notoriamente scarseggiano, la crescita dei nostri Territori rimarrebbe inevitabilmente ferma al palo.

BRUNELLO ZANITTI Giuliano