Il secolo italiano - 1918-2018: com'è cambiata la città, mostra prorogata fino al 16 settembre

È stata prorogata fino a domenica 16 settembre l’apertura della mostra fotografica “Il secolo italiano. 1918-2018: com'è cambiata la città a cent'anni dalla fine della prima guerra mondiale”, visitabile a ingresso libero dal martedì alla domenica, con orario 10-18, alla Sala “Attilio Selva” di Palazzo Gopcevic (via Rossini 4, sul Canal Grande di Trieste).

L'esposizione, a cura di Andrea Vezzà, è realizzata nell'ambito degli eventi e iniziative collegate al Centenario della Grande Guerra e connesse con la storia e la cultura del territorio, attuate anche sviluppando relazioni con reti e sistemi museali, istituti, associazioni e soggetti privati. In mostra materiale fotografico proveniente da archivi pubblici e privati e dalla Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte, sulle opere che l'Italia ha realizzato a Trieste dal 1918 ai giorni nostri.

“Questa mostra racconta con immagini bellissime un importante periodo di storia e di straordinario cambiamento della città che ha lasciato il segno – ha affermato il Sindaco Roberto Dipiazza in occasione dell’inaugurazione -. Una Trieste com'era, com'è stata conservata e costruita che mi riempie di orgoglio, e di cui in parte, ai giorni nostri, mi fa sentire protagonista con la realizzazione di opere importanti: dalla Grande Viabilità alle Rive, al Salone degli Incanti, all'abbattimento e poi alla ricostruzione della Piscina “Bruno Bianchi”, al progetto Urban, fino al Castello di San Giusto che nel 2017 ha raddoppiato i visitatori, da 50 mila del 2016 a 100 mila, registrando un incremento dei flussi turistici. E grandi sono le prospettive di sviluppo di Trieste per il futuro”.

Articolata in cinque sezioni (L'Italia dell'istruzione, delle opere pubbliche, del tempo libero, dello sviluppo e l'Italia della città nuova), attraverso 50 immagini, la mostra illustra quanto accaduto durante il centenario italiano e vuole dimostrare quanto l'Italia ha investito in molte opere pubbliche e in termini industriali.

“Un secolo d'Italia che ha lasciato una visibile eredità non soltanto materiale – spiega dal canto suo il curatore Andrea Vezzà - di cui la città continua a giovarsi e che conta nel corso degli anni numerosi e generosi interventi avvenuti a sostegno della crescita e del benessere cittadino: da soluzioni abitative a opere pubbliche, infrastrutture nodali, complessi industriali, edilizia scolastica, impianti sportivi, edifici sacri, spazi di aggregazione sociale e centri di ricerca scientifica. Ma anche un piano di ridefinizione architettonica che ha trasformato il volto del centro urbano e i rioni periferici, concreti testimoni del centenario e dell'impegno profuso nella costruzione del futuro”.