Ricerca scientifica, il Burlo tra i più citati al Mondo!

 Una ricognizione sui temi della ricerca dell'Irccs Burlo Garofolo e del sostegno agli scolari costretti a degenze ospedaliere o bisognosi di supporti neuropsichiatrici è stata al centro una visita dell'assessore regionale all'Istruzione, Ricerca e Università all'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Trieste. Il commissario straordinario ad interim Serena Sincovich e il direttore scientifico Fabio Barbone hanno evidenziato il riconoscimento unanime di cui gode il Burlo sotto il profilo della ricerca, come attestano il ruolo di Irccs di settore più citato in Italia (e al 28esimo posto al mondo) nella letteratura scientifica e l'aumento tendenziale del 10% dei finanziamenti da parte ministero della Salute. L'incremento delle donazioni del 5 per mille pari 45mila euro al Burlo comprova a sua volta l'apprezzamento degli utenti. Proprio per quanto riguarda la ricerca, Barbone ha osservato che si tratta di un momento molto favorevole per l'Istituto triestino, propiziato anche da un forte collegamento con le istituzioni scientifiche regionali, in particolare con l'Area di ricerca di Trieste. A livello regionale sarà tuttavia importante recepire al più presto, appena definite a livello nazionale, le norme che permettono di stabilizzare 29 ricercatori già eleggibili al Burlo. Molto attivo anche sul versante delle iniziative innovative, l'Istituto triestino ha illustrato alla rappresentante della Regione il suo ruolo di capofila nazionale nel progetto sulla "peer education" che impegna i genitori e la scuola a promuovere stili di vita contro la piaga dell'obesità infantile. Per quanto riguarda il supporto scolastico dei bambini ospedalizzati, è stato convenuto di individuare un percorso di rafforzamento a cura di Regione, Ufficio scolastico regionale e Burlo per fronteggiare il forte ritardo in cui versa il Friuli Venezia Giulia, dove nel biennio 2017-2018 solo 150 alunni ricoverati (108 a Trieste, 21 a Udine e 21 ad Aviano) hanno potuto godere del servizio di scuola nei nosocomi. Una più puntuale attività di informazione e quindi di filtro potrebbero, infine, facilitare l'operatività della neuropsichiatria infantile che conta, come ha riferito il direttore Marco Carrozzi, un 30 per cento di accessi impropri e un sovraccarico di diagnosi di Dsa (disturbi specifici di apprendimento). Le norme attuali, infatti, richiedono una certificazione della dislessia anche per gli studenti universitari, certificazione che ha finalità accademiche e non sanitarie.