Rapine e furti in appartamento, arrestata gang di rapinatori

Nelle prime ore della mattinata del  30 agosto 2018, in Mestre (VE), Padova, Poggio a Caiano (PO) e Campi Bisenzio (FI), i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Gorizia, collaborati nella fase esecutiva dai militari dei rispettivi Comandi Provinciali, a termine di complesse e articolate indagini, condotte nell’ambito dell’area geografica nord/centro Italia, davano esecuzione a nr. 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Gorizia, nonché a nr. 5 decreti di fermo di indiziato di delitto, emanati dalla Procura della Repubblica di questo capoluogo, nei confronti dei sottonotati cittadini di nazionalità cinese, due dei quali destinatari di duplice provvedimento:

  1. HU YUNQUIAN, nato il 10.07.1972 in Cina, residente in Campi di Bisenzio (FI), ma di fatto dimorante in Padova;
  2. LI XING DONG, nato il 01.01.1987 in Cina, dimorante in Padova;
  3. LI JING BO, nato il 11.05.1971 in Cina, dimorante in Padova;
  4. CHENG TAOMEI, nata il 21.12.1967 in Cina, residente in Firenze, di fatto dimorante in Venezia Mestre;
  5. ZHANG SONGLIN, nato il 21.03.1961 in Cina, residente in Prato, di fatto dimorante in Venezia Mestre;
resisi responsabili di numerosi furti e rapine ai danni di propri connazionali.  I provvedimenti cautelari scaturivano dal contesto dell’operazione convenzionalmente denominata “Crimini d’Oriente”, che permetteva agli investigatori di disvelare l’esistenza di un sodalizio criminoso, composto dai citati indagati, i quali,  nell’ambito del periodo monitorato (febbraio – agosto 2018), portavano a termine almeno nr. 2 rapine in appartamento (San Pier d’Isonzo – GO – e Venezia Mestre) e nr. 7 furti e tentati furti (ambito province di  Mantova, Milano, Treviso, Rovigo) ai danni di fabbriche e laboratori tessili diretti da propri connazionali. La pericolosità sociale dei soggetti veniva evidenziata dal loro modus operandi: gli indagati, infatti, nel corso dei loro raid criminali, si avvalevano dell’uso di armi da fuoco e da taglio (coltelli a lama lunga, accette e machete) e non esitavano ad usare violenza sulle vittime, che venivano imbavagliate e legate con fascette di plastica del tipo “lega tubi”. L’indagine si è rivelata, inoltre, particolarmente complessa in considerazione della ritrosia delle vittime, tipica dell’ambiente cinese, a denunciare alle FF.PP. le rapine e i furti patiti, per il timore di subire gravi ritorsioni. Nel contesto dell’operazione venivano eseguite numerose perquisizioni all’esito delle quali venivano rinvenute e sequestrate, in particolare, all’interno di un capannone ubicato nel Comune di Poggio a Caiano (PO), numerose macchine da cucire, provento dei furti perpetrati dall’organizzazione criminale. Veniva inoltre sequestrata un autovettura Volkswagen Caddy, utilizzata dalla banda per gli spostamenti sul territorio nazionale.