Raccolta di funghi, in Fvg introdotte semplificazioni normative

Raccolta di funghi: ecco cosa cambia con l’entrata in vigore di alcune modifiche alla normativa del settore, introdotte da pochi giorni dalla legge 6 del 2019, “Misure urgenti per il recupero della competitività regionale”, che ha raccolto le proposte contenute in un emendamento illustrato in Aula dalla consigliera regionale Mara Piccin (Forza Italia), poi accolto dal consiglio. Tra le misure che semplificano la vita alla sempre più ampia platea regionale di appassionati di funghi, quella che toglie l’obbligatorietà dei corsi propedeutici alla prova per il rilascio dell’autorizzazione alla raccolta, che pur rimane prevista. L’emendamento proposto da Forza Italia ha modificato la legge regionale 25 del 2017 (“Norme per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei nel territorio regionale”). “Abbiamo introdotto – ha spiegato Piccin – una semplificazione normativa in materia di funghi, risolvendo pure diverse problematiche che la riforma delle Uti e la legge Panontin avevano creato. Veniamo così incontro alle richieste del territorio, in un contesto in cui sempre più persone si avvicinano al settore dei funghi e devono pertanto relazionarsi con il mondo della burocrazia che lo riguarda”. Il primo degli elementi di criticità a cui si è inteso porre rimedio è l’obbligatorietà – che viene meno - dei corsi per il rilascio dell’autorizzazione alla raccolta dei funghi. “Con l’eliminazione dell’obbligatorietàha specificato Piccin - si intende rendere il procedimento più fluido e consentire la preparazione da autodidatti ai soggetti interessati al superamento della prova prevista, che viene mantenuta”. L’autorizzazione continuerà a venire rilasciata dopo il superamento della prova orale davanti alla commissione competente, istituita dall’Ispettorato micologico dell’Azienda sanitaria. “Un intervento legislativo – ha puntualizzato il consigliere regionale – che non si fonda sul convincimento dell’inutilità dei corsi, ma sul fatto che sia inappropriato che siano obbligatori”. Viene comunque mantenuta la possibilità di organizzare corsi preparatori da parte di Uti, Aziende sanitarie, gruppi micologici aderenti alla Federazione regionale dei Gruppi micologici del Fvg e da privati, purché i docenti di tali corsi siano in ogni caso micologi, al fine di garantire l’uniformità della formazione, soprattutto sulla prevenzione delle intossicazioni da funghi. Altra novità: è stata eliminata la data perentoria del 31 maggio, senza porre limiti temporali per la presentazione delle richieste ai competenti uffici regionali periferici per l’ottenimento dell’autorizzazione alla raccolta dei funghi spontanei epigei. “In questo modo – ha aggiunto Piccin – possono essere regolarizzati i cittadini che lo richiedono durante tutto l’anno, soprattutto in autunno, quando è maggiore la crescita dei funghi”. Tra le altre modifiche introdotte alla normativa, una ha l’obiettivo di disincentivare l’uso di un meccanismo che consente di “aggirare” la prescritta abilitazione. Vengono infatti ridotti da 10 a 5 i giorni che possono essere concessi per la raccolta funghi, ogni anno, a soggetti privi di autorizzazione. Ancora, si è permessa la raccolta di funghi, oltre che ai proprietari dei fondi, pure ai loro familiari più stretti, anche in caso di assenza di autorizzazione e versamento del contributo, tenendo in considerazione che “cura, preparazione e consumo dei funghi avvengono di norma nell’ambito del gruppo familiare”. Due interventi legislativi riguardano i fini espositivi, didattici, scientifici e di prevenzione. Per quanto riguarda la raccolta di funghi per queste finalità, sono stati limitati a 7 gli esemplari di specie diversa dall’Amanita caesarea e dal Boletus edulis, con l’unica esclusione di funghi concresciuti in un unico cespo: il fine è limitare la raccolta, a tutela degli equilibri dell’habitat naturale). Il rilascio dell’autorizzazione per le stesse finalità, in aree ricadenti in parchi naturali regionali, riserve naturali e biotopi è ora subordinato alla presentazione di una relazione finale annuale, che descriva l’attività svolta, da inviare alla Commissione scientifica regionale per la micologia: le operazioni potranno così essere tracciate e i risultati degli studi potranno essere raccolti sistematicamente, per una politica ambientale più mirata alle eventuali criticità emerse.