Proposta di legge: «Revocare le onorificenze concesse al Maresciallo Tito»

«Lunedì 29 luglio si svolgerà la presentazione della proposta di modifica della legge 3 marzo 1951, n. 178, depositata dall'on. Massimiliano Panizzut (nipote di esuli da Pola), per revocare le onorificenze vergognosamente concesse al famigerato Maresciallo Tito nell'ottobre 1969 dall'allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat». Lo sottolinea l'Unione degli Istriani. «Come - ancora -  molti sapranno, la suddetta legge ha istituito l'Ordine «al merito della Repubblica italiana», e con esso la più importante onorificenza che può essere assegnata a un cittadino italiano o straniero per ricompensare «benemerenze acquistate verso la Nazione nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari», ovvero il titolo di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone. In base all'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 31 ottobre 1952, per benemerenze di segnalato rilievo «e per ragioni di cortesia internazionale il Presidente della Repubblica può conferire onorificenze all'infuori della proposta e del parere richiesti» dalla legge 3 marzo 1951, n. 178, e in questo caso il decreto di concessione è controfirmato dal Presidente del Consiglio dei ministri». «Questa cortesia diplomatica - riferisce la nota -  ha dato vita a una serie di tragici paradossi, visto che in data 2 ottobre 1969 ha ricevuto questa onorificenza il dittatore jugoslavo Josip Broz, alias il maresciallo Tito, noto tristemente per gli eccidi delle Foibe, che hanno provocato migliaia di morti italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, e che con altre storiche angherie hanno costretto all’esodo 350.000 nostri connazionali che sono dovuti fuggire dalla loro terra. La normativa vigente – nello specifico gli articoli 8, 10 e 13 del decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1952, n. 458, nonché gli articoli 21 e 22 dello Statuto dell'ordine – non prevede la revoca post mortem dell'onorificenza, circostanza questa che non consente di intervenire in un secondo momento, quando dopo il decesso dell'insignito ricorrano i presupposti per la revoca». «Nel caso di Tito - conclude - , l'onorificenza costituisce una palese contraddizione considerate le incontrovertibili testimonianze storiche in base alle quali al dittatore jugoslavo vengono attribuite precise responsabilità dirette nell'attuazione della feroce pulizia etnica nei confronti dei nostri connazionali avviata dal 1943 in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Contraddizione ancor più evidente, dal momento che con legge 30.3.2004 n. 92 il Parlamento italiano ha approvato a larghissima maggioranza la legge istitutiva del Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle Foibe, dell'Esodo giuliano-dalmata, delle vicende del Confine Orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati».