Problema deiezioni canine, un anonimo crea il corner "Prendimi e usami" in Cavana

Posizionata in questi giorni a Trieste in zona Cavana (dietro piazza Unità) un contenitore con alcune bottigliette da mezzo litro d'acqua con un'indicazione inequivocabile "Prendimi e usami" e l'immagine di un cagnolino che fa la pipì. Succede troppo spesso, che alcune proprietari di amici a 4 zampe, dopo i bisogni del cane, non lascino la zona pulita, almeno gettando una bottiglietta d'acqua. D'estate poi, con il caldo, l'odore che ne consegue, è nauseabondo. Peraltro quella zona è una delle più sensibili al problema della pipi per strada, non solo dei cani, con ubriachi e non, che utilizzano questa parte della città come "gabinetto a cielo aperto". Ciò e dovuto, tra l'altro, anche alla presenza della "movida", con gli abitanti ormai da anni imbufaliti per lo stato di degrado in cui versa la zona, specie nelle serate-nottate dei week-end. «Premesso - riferisce l'istruttore cinofilo Enci Emanuele Esposito -   che a memoria ricordo più sanzioni per persone alterate dall'alcol colte a urinare nei vicoli del ghetto rispetto a proprietari sorpresi a non raccogliere le deiezioni, la bottiglietta da mezzo litro in estate può essere peggiorativa. Spesso viene utilizzata come compromesso, ma quando fa caldo il rischio è quello di allargare ancora di più la chiazza; inoltre c'è che ci mette additivi chimici con pensando che possano risolvere il problema degli odori ed evitare che altri cani vadano a marcare la zona... ma ricordo che i cani possono arrivare ad avere anche 300 milioni di recettori olfattiva contro i 6 milioni dell'uomo (per non parlare dell'area del cervello dedicata all'analisi, ossia 12,5% nel cane contro l'appena 1% dell'uomo)». «Poi mi chiedo - conclude Emanuele -  (sarcasticamente) se il mezzo litro vada bene sia per un cane di 5 chili che per uno di 50. Di certo il problema va affrontato, ma in modo più approfondito e non demagogico: a Trieste ci sono quasi 22 mila cani registrati all'anagrafe, non si possono generalizzare i comportamenti incivili dei loro proprietari (circa 40 mila cittadini?)». «A Trieste - riferisce l'assessore ai lavori pubblici Elisa Lodi -  ci sono quasi 22 mila cani. Questi numeri ci impongono delle scelte che permettano la normale e civile convivenza. Abbiamo già previsto di sistemare e implementare le aree di sgambamento per i cani e personalmente incontrerò nei prossimi mesi professionisti del settore cinofilo per capire quali sono le esigenze e recepire assieme ai miei funzionari consigli utili. Intanto dopo aver aperto l’area dedicata ai cani di via San Marco stiamo lavorando per l’apertura di una nuova area in Villa Engelmann, dove stiamo chiedendo i relativi pareri e autorizzazioni prima di poter dare l’avvio ai lavori».