Politeama Rossetti, da mercoledì "Il nome della Rosa": prima versione teatrale italiana del capolavoro di Umberto Eco

Va in scena da mercoledì 6 a domenica 10 dicembre, al Politeama Rossetti, “Il nome della rosa” la prima versione teatrale italiana del capolavoro di Umberto Eco che rappresenta un omaggio al celebre scrittore firmato da Stefano Massini, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero.

Leo Muscato dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo.

“Il nome della rosa” di Umberto Eco, tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981, e la sua versione cinematografica è stata diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986, con protagonista Sean Connery.

La prima trasposizione teatrale italiana di questo straordinario best seller è di Stefano Massini, scrittore e drammaturgo, autore di Lehman Trilogy e di tanti altri grandi successi applauditi anche allo Stabile regionale.

La regia dello spettacolo è affidata a Leo Muscato, che alterna regie di prosa a quelle liriche ed ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante. Nei suoi “Appunti per una messa in scena”, scrive: «Dietro ad un racconto avvincente e trascinante, il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale. Vi è un prologo, una scansione temporale in sette giorni, e la suddivisione di ogni singola giornate in otto capitoli, che corrispondono alle ore liturgiche del convento (Mattutino, Laudi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri, Compieta). Ogni capitolo è introdotto da un sottotitolo utile a orientare il lettore, che in questo modo sa già cosa accade prima ancora di leggerlo; quindi la sua attenzione non è focalizzata da cosa accadrà, ma dal come. Questa modalità, a noi teatranti ricorda i cartelli di brechtiana memoria e lo straniamento che ha caratterizzato la sua drammaturgia. La scena si apre sul finire del XIV secolo. Un vecchio frate benedettino, Adso da Melk, è intento a scrivere delle memorie in cui narra alcuni terribili avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù. Nel nostro spettacolo, questo io narrante diventa una figura quasi kantoriana, sempre presente in scena, in stretta relazione con i fatti che lui stesso racconta, accaduti molti anni prima in un’abbazia dell’Italia settentrionale. Sotto i suoi (e i nostri) occhi si materializza un se stesso giovane, poco più che adolescente, intento a seguire gli insegnamenti di un dotto frate francescano, che nel passato era stato anche inquisitore: Guglielmo da Baskerville. Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui. Su uno sfondo storico-politico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo […]».

Prodotto dal Teatro Stabile di Torino assieme allo Stabile di Genova e a quello del Veneto “Il nome della rosa” è uno degli spettacoli più attesi della Stagione di Prosa, come sono attesissime le prove interpretative dei grandi attori che compongono il cast. A partire da quel Luca Lazzareschi che tante volte è stato ammirato sul palcoscenico dello Stabile regionale per la sua intensa e impeccabile forza espressiva (la scorsa stagione ha interpretato il ruolo del titolo nel “Macbeth” di Shakespeare): qui vestirà i panni di Guglielmo da Baskerville e accanto a lui si muoveranno Eugenio Allegri (Ubetino da Casale, Bernardo Gui), Giovanni Anzaldo (il giovane Adso), Giulio Baraldi (Severino da Sant’Emmerano), Luigi Diberti (il vecchio Adso), Marco Gobetti (Malachia da Hildesheim, Alinardo da Grottaferrata), Bob Marchese (Jorge da Burgos), Daniele Marmi (Bencio da Upsala), Mauro Parrinello (Berengario da Arundel), Alfonso Postiglione (Salvatore), Arianna Primavera (una ragazza), Franco Ravera (Remigio da Varagine), Marco Zannoni (l’Abate).

L’efficace e suggestivo allestimento nasce dalla collaborazione di Margherita Palli per le scene, Silvia Aymonino per i costumi, Alessandro Verazzi per le luci e Daniele D’Angelo per le musiche. I video sono di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii. La regia è del già citato Leo Muscato.

Lo spettacolo in programma per il cartellone Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena da mercoledì 6 a sabato 9 dicembre alle ore 20.30 e domenica 10 dicembre in pomeridiana con inizio alle 16.

I biglietti per lo spettacolo sono ancora disponibili presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e naturalmente anche attraverso il sito www.ilrossetti.it. Attraverso gli stessi canali si possono acquistare ancora molte tipologie di abbonamento alla Stagione del Teatro Stabile che proseguirà l’11 dicembre alle 20.30 con l’importante appuntamento intitolato “Trieste per Giorgio Strehler” serata in ricordo del grande regista nel ventesimo anno della scomparsa, in cui si intrecceranno video, ricordi, momenti di teatro con protagonisti Andrea Jonasson, Gabriele Lavia, Pamela Villoresi, Ferruccio Soleri, Sara Alzetta. L’ingresso all’evento sarà libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.