Playground Borgo San Sergio, nuovo murales a Borgo grazie a 7 giovani triestini

“Con il vostro entusiasmo ci avete dato coraggio, e voglia di andare avanti, poiché è il coraggio che ci sostiene e ci spinge ad andare oltre i limiti, oltre tutte le difficoltà e gli egoismi. Voi siete artisti innanzitutto nel vostro cuore, perchè è nel cuore che nascono sia l'arte e il desiderio di bellezza, sia il coraggio. E tutta la vita, cari ragazzi, è un percorso di coraggio e ciò vale anche per questa nostra Città, che di voi, della vostra determinazione e di tanto coraggio ha bisogno per un futuro ancora migliore !”. Con queste alte parole l'Assessore comunale alla Cultura, Sport e Giovani Giorgio Rossi si è rivolto ai giovani autori del murales che da adesso decora il muro di contenimento e delimitazione del campo pubblico di pallacanestro di Borgo San Sergio (sul lato dell'ingresso, da via Eugenio Curiel) e che è il frutto di uno specifico progetto  formativo, “Attiva Giovani - Street Art per riqualificare la città pubblica”, co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo attraverso il POR FSE 2014/2020 e dalla Regione Friuli Venezia Giulia-Direzione centrale Lavoro, Formazione, Istruzione e Famiglia.

Un progetto “pensato” e sorto per i cosiddetti “NEET” (Not engaged in education, employment or training), ovvero per ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni, residenti o domiciliati nel nostro caso in Friuli Venezia Giulia, che negli ultimi 12 mesi, per diversi motivi e problematicità personali o essendo comunque in difficoltà, non hanno potuto lavorare nè partecipare a corsi di formazione con rilascio di titolo di studio.

Ne è derivato un percorso, realizzato dalla Edilmaster, in partenariato con l’UTI Giuliana e la Cooperativa Sociale Duemilauno Agenzia Sociale e con la collaborazione del PAG – Progetto Area Giovani del Comune di Trieste, che si è concretamente tradotto in un corso avviato dalla stessa Edilmaster che ha visto la partecipazione attiva di 7 giovani per complessive 200 ore tra attività in aula e laboratori esperienziali sul campo attraverso cui apprendere e mettere subito in pratica le principali tecniche e metodologie volte a riqualificare la “città pubblica” con il linguaggio della cosiddetta street art (arte di strada).

Laboratori svolti da docenti del calibro di Mattia Campo Dall’Orto (referente dell'associazione Macross cui è affidata la direzione artistica dell'intero progetto “Chromopolis - la Città del futuro”), Giovanni Battista Piovesana (anche lui dell’Associazione Macross) e Claudio “Daker” Paolini, cui si sono affiancate lezioni di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, autoimprenditorialità e tecniche di ricerca attiva del lavoro, con una mirata e puntuale azione di orientamento della quale sono stati protagonisti gli operatori della Cooperativa Sociale Duemilauno Agenzia Sociale dando modo ai giovani partecipanti di venire a conoscenza dell'ampia serie di opportunità di formazione e di inserimento lavorativo proposte dal locale Centro per l’Impiego.

“Un percorso che dunque, nel suo insieme, è stato tanto tecnicamente formativo quanto motivazionale” - ha spiegato Walter Lorenzi direttore dell’Edilmaster – Scuola Edile di Trieste -  “focalizzato nel fornire ai futuri artisti una serie di strumenti utili prima di tutto per ricominciare a credere maggiormente nelle proprie possibilità e potenzialità, portandoli quindi a realizzare concretamente un intervento “fisico” nello spazio pubblico che li ha obbligati a mettersi nei fatti in discussione, in gioco”.

“Un progetto, questo dell’”Attiva Giovani”, che ha visto la sperimentazione di una formula collaborativa vincente”, ha osservato dal canto suo Telga Moratto, della Cooperativa Sociale Duemilauno Agenzia Sociale, “dove pubblico, terzo settore e mondo della formazione hanno lavorato congiuntamente per fornire una risposta concreta a una nicchia di popolazione di per sé restia a partecipare attivamente ad attività comunitarie volte alla crescita personale e professionale e alla costruzione di reti e rapporti sociali, che sono fondamentali invece per passare dallo stato di “NEET” a quello di protagonisti del proprio futuro”.

Per la Regione è intervenuta la funzionaria dell'Area Istruzione, Formazione e Ricerca Maria Grazia Pellegrini che, portando il saluto dell'Assessore Alessia Rosolen, ha sottolineato la validità di “un progetto che è in grado di stimolare ogni giovane partecipante a scoprire e a esprimere i propri talenti, superando limiti, timori e difficoltà”.

Materialmente, l’intervento artistico è partito con la previa ripulitura del muro dalle scritte vandaliche per poi proseguire con la realizzazione di due “pezzi” ispirati da una serie di avvenimenti reali e dalle collegate immancabili “leggende metropolitane” che hanno visto protagonista il territorio di Borgo San Sergio. Così, il topo e il cinghiale (o meglio “El sorzo e el cinghial”, come sono stati opportunamente declinati, in perfetto triestino) e la volpe e il gabbiano (ovvero “La volpe e el cocal”) sono “passati” dalle pagine della cronaca cittadina ai muri del campo di pallacanestro di Borgo, attraversando i racconti dei residenti, e dando infine un'identità visiva a un luogo che prima era invece costellato da una mera sovrapposizione confusa di segni su uno sfondo grigio-cemento.

“Non possiamo che sostenere il valore di un continuo dialogo tra arte, giovani e sport come chiave per continuare a riproporre speranza e investire nel futuro”, ha concluso l'Assessore Giorgio Rossi, “con tutta la nostra attenzione rivolta a favorire l'esperienza diretta dei ragazzi, sostenuta da figure adulte competenti e accoglienti: tutti aspetti che questo progetto ha valorizzato al massimo”.

Lo stesso Assessore Rossi ha voluto quindi personalmente “intervistare” ognuno dei giovani protagonisti di questa nuova “impresa” di street – art sperimentata sul nostro territorio. E così gli ormai “ex NEET” Tommaso, Elisa, Lorenzo, Denise, Matteo, l'afgano Abdullah e la “capogruppo” Cristina, tutti ben convinti “che la più sportiva città italiana abbia ancora bisogno di tanto colore”, hanno espresso, uno dopo l'altro, ma tutti con un concorde sentire, la loro soddisfazione per il lavoro svolto, con grande affiatamento. Sottolineando poi, con grande convinzione, l'impegno a voler proseguire e perfezionare ancora tecniche e idee progettuali, per far sì che dopo questa prima azione altre ne seguano, per ridare vita e migliorare tanti angoli e spazi della nostra città, a cominciare, come fatto in questo caso e come delineato nel progetto “JoyJam #Iperattivincampo”, da quelli sportivi, con la riqualificazione dei campi gioco (e degli stessi pavimenti da gioco), con nuovi disegni e colori. Per continuare ad alimentare, anche in questo modo – hanno detto -, quella voglia di sport e “ben-essere” che da anni contraddistingue la città di Trieste, portandola ai vertici delle classifiche italiane.