Sottoscritto il Patto di Trieste per la lettura per il coordinamento fra soggetti che si occupano di editoria

Un grande accordo di collaborazione e coordinamento di iniziative fra tutti i soggetti che nella nostra città, in diverso modo e a vario titolo, si occupano di libri, editoria e promozione della lettura, con il fine unico e comune che la stessa lettura di libri possa venir rilanciata e, anzi, trovare una nuova forza, al di là della sempre più massiccia incidenza di internet e delle c.d. “reti sociali”: è questo il senso della nascita del Patto di Trieste per la lettura, ufficialmente sottoscritto nella Sala “Costantinides” del Museo Sartorio, dai 72 iniziali aderenti all'iniziativa, diventati peraltro oltre 80 già nel corso della mattinata di ieri.

Primo firmatario è stato il Sindaco Roberto Dipiazza, e ciò anche in quanto è proprio l'Amministrazione comunale la principale promotrice di questa significativa “operazione” culturale che punta, come detto, a sempre meglio collegare e rivitalizzare le molteplici realtà letterarie di una città che nella letteratura trova uno dei componenti basilari ed essenziali della sua sostanza costitutiva come 'città moderna', dalla nascita dell'emporio sette-ottocentesco fino ai giorni nostri, passando per le grandi, note  figure di scrittori del '900.

Un aspetto peculiare di Trieste questo, che ha sempre “viaggiato” assieme allo sviluppo dell'economia, dei commerci, degli studi scientifici, e che ha consentito stamane al Sindaco Dipiazza - che era affiancato dalla direttrice del Servizio Musei e Biblioteche comunali Laura Carlini Fanfogna e dalla funzionaria dello stesso Servizio nonché coordinatrice del progetto Mavis Toffoletto - di osservare come “accanto alla crescita di una città che sta nuovamente correndo in tutti i settori non possano mancare anche dei significativi passi in avanti nel campo della cultura e della letteratura, così connaturati con la nostra storia, e ciò anche per un armonico sviluppo dei nostri ragazzi e delle giovani generazioni”.

Dopo il Sindaco ha quindi apposto la propria firma a questa sorta di interessante “protocollo d'intenti” una serie davvero variegata e molteplice di enti e realtà della nostra città che tutte vogliono così esprimere e sottolineare un messaggio univoco, e cioè che il libro è al centro, o comunque trova uno spazio importante nell'ambito della loro attività, grande o piccola che sia: in fila dunque per sottoscrivere i titolari o loro rappresentanti di case editrici e librerie, hotel e caffè letterari, biblioteche pubbliche e private di ogni dimensione e tra queste le molte biblioteche scolastiche, peraltro spesso già efficacemente collegate al 'sistema' della cosiddetta “Biblioteca diffusa” cittadina, delle quali è stato ricordato l'ampio e prezioso patrimonio storico disponibile che spesso andrebbe ancor meglio riscoperto e valorizzato; e poi associazioni culturali e di volontariato, importanti enti territoriali e di studio dotati di proprie biblioteche come l'Azienda Sanitaria e l'Università, e poi la Biblioteca Slovena e degli Studi, l'Alliance Francaise, l'Istituto Rittmeyer, il WWF, la Lega Nazionale, il festival di Trieste Bookfest, l'Associazione Bonawentura-Teatro Miela, la Cappella Underground, il Caffè San Marco, solo per citarne alcuni.

La nascita del “Patto” è stata “assistita” dai rappresentanti di alcune tra le case editrici di qualità presenti sul territorio; con “madrine” quali Orietta Fatucci per le Edizioni EL-“Emme Edizioni”-Einaudi Ragazzi, che ha illustrato l'emblematico percorso storico di questa casa, oggi specializzata in libri per bambini e ragazzi, ma le cui radici triestine affondano nientemeno che nella mitica Editrice e Tipografia del Lloyd Austriaco di metà '800; e quindi Joanna Dillner della Bohem Press Italia, filiale nostrana dell'omonima casa svizzera, anche in questo caso specialista per i ragazzi; e ancora con i “padrini” Giacomo Spallacci di Editoriale Scienza e Giorgio Cescutti quest'ultimo ideatore e proprietario di Libribelli, l'inconsueta libreria di via Risorta 12 “basata sul dono e la condivisione, luogo non di vendita ma di lettura e di ritrovo”, come l'ha definita orgogliosamente il suo titolare.

Trieste – è stato ricordato con l'occasione - aveva già conseguito dal CEPELL – Centro per il Libro e la Lettura, istituto autonomo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la qualifica di “Città del Libro” e di ‘Città che legge’ per il 2017-2018, ed è stata riconfermata tale anche per il 2018-2019.  Questa “Città che legge” intende perciò impegnarsi, anche attraverso la stipula del suddetto Patto locale per la lettura basato su una stabile collaborazione fra tutti gli “attori” della filiera del libro, a promuovere la lettura con continuità.

Con il Patto si intende coltivare – è stato detto oggi - “l’entusiasmo e la volontà di incontrarsi di una comunità che apprezza la lettura. In questo senso il “Patto di Trieste per la lettura” si pone in continuità con l'istituzione del Sistema Bibliotecario Giuliano e con l'azione del progetto Biblioteca Diffusa che hanno potenziato il servizio bibliotecario pubblico già esistente, portando la presenza dei libri e l'accesso ai servizi bibliotecari in maniera capillare nei quartieri e nei Comuni minori del territorio circostante”.

Tra le finalità del Patto – è stato ancora spiegato - rientrano anche la promozione della lettura nelle carceri, negli ospedali, nei presidi sanitari e nelle case di riposo, per favorire la coesione sociale, il rapporto intergenerazionale e il benessere individuale e sociale; la conoscenza dei luoghi della lettura e delle professioni del libro nelle periferie e in luoghi inconsueti (mercati, piazze, parchi…); la lettura digitale; il dialogo interculturale; il coinvolgimento delle aziende e del privato sociale in specifici progetti e la valorizzazione di processi di welfare aziendale attivi in città.

Le adesioni al Patto rimangono aperte a tutti i soggetti che condividono il principio che la conoscenza sia un bene comune, che il libro e la lettura siano strumenti insostituibili di accesso alla conoscenza e individuano nella lettura una risorsa strategica su cui investire e un valore sociale da sostenere attraverso un’azione coordinata e congiunta a livello locale.

Gli aderenti al Patto – è stato infine precisato – intendono a breve aprire un 'tavolo' per delineare un programma di interventi comuni, volutamente non già preventivamente definiti, ma attraverso il quale periodicamente individuare gli obiettivi, verificare i risultati ottenuti e istituire ulteriori specifici tavoli e gruppi di lavoro tematici e intersettoriali.