Nelle stanze della musica, giovedì a palazzo Gopcevich, torna a suonare il fortepiano di Giovanni Heichele

Nelle «Stanze della musica» del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” torna a suonare il FORTEPIANO Giovanni Heichele, costruito a Trieste nel primo Ottocento.  L'appuntamento, in calendario giovedì 31 maggio alle ore 17.00 nella sede del Museo a Palazzo Gopcevich (Via Rossini, 4), avrà per protagonista il pianista Pierpaolo Levi, impegnato nell'esecuzione delle 50 variazioni su un tema di Diabelli.

Nel 1819 il compositore e editore musicale Anton Diabelli scrive un valzer di poche battute che invia a diverse decine di compositori con la richiesta di realizzarne una variazione, destinata a confluire in un'opera collettiva. Sono ben cinquantuno i musicisti che rispondono all'appello. Uno di loro è Beethoven, che di variazioni, come noto, ne realizza ben trentatré. Pubblicate nel 1823 come op. 120, le beethoveniane «Variazioni Diabelli» si configurano come il testamento pianistico del Maestro di Bonn e vanno ben al di là dell'intento didattico-commerciale dell'iniziativa. Le ulteriori cinquanta variazioni dei cinquanta compositori che, nel raccogliere la proposta di Diabelli, avevano composto una variazione ciascuno, vengono date alle stampe l'anno successivo.

Nel 1986 la casa editrice fiorentina SPES, fondata dalla storica dell'arte Paola Barocchi (scomparsa due anni or sono) pubblica la copia anastatica del curioso esperimento editoriale di Diabelli. Ed è proprio sull'edizione SPES che Pierpaolo Levi propone la rilettura dell'affascinante operazione di Diabelli, su uno strumento - qual è il Giovanni Heichele delle collezioni dello “Schmidl” - analogo a quello a disposizione dei pianisti-compositori che nel primo Ottocento risposero all'appello.

Lo strumento è l’unico esemplare dei quattro fortepiani di Giovanni Heichele, giunti fino a noi, che sia rimasto in Italia. Degli altri tre, uno è esposto alla Royal Academy of Music di Londra;  un altro è conservato a Vienna.

Le prime notizie su questo costruttore appaiono nei primissimi anni dell’Ottocento. Nel 1809, è lo stesso Heichele a pubblicizzare la sua produzione su di un giornale, con le seguenti parole: «Nella mia fabbrica di Piano-Forte, situata nella Strada degli Artisti n° 1001 trovansi vari nuovi Piano-Forte grandi e piccoli di una bella qualità di legno per discretissimi prezzi. Per la bontà, e per la durata di ognuno dé medesimi, io garantisco per il corso di un anno […]. Si fanno delle riparazioni ad istrumenti vecchi».

Allontanatosi per un periodo da Trieste alla fine del primo decennio dell’Ottocento, Giovanni Heichele vi fa ritorno nel 1812. Il Fortepiano alla Royal Academy of Music di Londra è stato realizzato a Trieste nel 1815. Quello del Museo “Schmidl” è di qualche anno successivo. L’ultimo del quale si abbia notizia è datato 1825.

La partecipazione è compresa nel normale biglietto di ingresso al Museo: intero euro 4,00; ridotto euro 3,00; ridotto studenti euro 1,00; gratuito per i bambini fino a sei anni non compiuti. Info: Tel. 040 675 4072 - www.triestecultura.it - www.museoschmidl.it - museoschmidl@comune.trieste.it