Museo della Civiltà Istriana, al via la mostra MARE & Sport. In Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia

Si inaugurerà, venerdì 3 agosto, alle ore 17.30, al Civico Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata di via Torino 8, la nuova mostra “MARE & Sport. In Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia. Immagini 1870 -1950”.

L’esposizione, organizzata dall'IRCI (Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata), sarà visitabile, con ingresso libero, al piano terra del Museo, tutti i giorni, fino al 28 ottobre, con i seguenti orari: da lunedì a sabato 10-12.30 e 16-18.30; domenica continuato dalle 10 alle 19.

In relazione a questa nuova mostra gli organizzatori illustrano nella seguente nota gli intenti e i contenuti dell'iniziativa: “L’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste, che ha assunto il compito istituzionale della salvaguardia, valorizzazione e trasmissione delle memorie storiche della vita e delle tradizioni delle genti di queste terre e di questo nostro mare che tanta parte ha sempre avuto, come fonte economica di sostentamento, come via di comunicazione e, attraverso le sue due sponde, di anello di congiunzione con la madrepatria, organizza tutti gli anni un evento che ne metta in risalto un aspetto collegato al suo ruolo nella vita della popolazione; cercando di avere sempre cura che l’evento mantenga, assieme a un rigore storico del passato, un adeguato riferimento ai tempi attuali. Ed è con questo spirito che quest’anno, proprio nell’occasione del 50° anniversario della ”Barcolana”, abbiamo ritenuto doveroso offrire anche noi alla città che negli ultimi due secoli è stata punto di riferimento e di accoglienza delle nostre genti, nella buona e nella cattiva sorte, un contributo che possa ulteriormente arricchire l’insieme degli eventi collegati alla più importante manifestazione velica cittadina, allestendo una mostra dedicata agli “Sport del Mare” in Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia, con l’intento di far conoscere la nascita, lo sviluppo, la storia e i risultati conseguiti, dalle nostre associazioni praticanti tali discipline sportive, dalle loro origini nella seconda metà dell'‘800 agli anni ’50 del secolo scorso.”

“L’associazionismo sportivo delle nostre terre, particolarmente connotato da una forte impronta nazionalistica, dalla volontà di difendere la propria italianità e dal desiderio di riunirsi alla madrepatria, vive, almeno fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, dei momenti particolarmente difficili; molte furono le società che dovettero sottostare ai ripetuti scioglimenti da parte delle autorità austroungariche che ritenevano del tutto eversiva la loro attività. Nello svolgimento dell’attività sociale non manca mai il riferimento alla bandiera italiana, il tricolore non è solo un simbolo dell’identità nazionale ma diventa soprattutto una provocazione nei confronti della polizia, può fasciare i mazzi di fiori offerti in occasione delle premiazioni, può circondare le colonne o drappeggiare dai balconi delle sedi sociali. Il profondo sentimento nazionalistico e di appartenenza si manifesta con vigore nelle ragioni sociali e nei nomi imposti alle imbarcazioni che molto spesso fanno riferimento alla libertà e alla storia antica dell’Istria (“Libertas”, “Epulo”, “Pietas Julia”), alla storia della Repubblica di Venezia (“Salvore”, “Serenissima”) o al Risorgimento italiano (“Quarto”, “Caprera”, “Nino Bixio”); frequenti sono gli scambi di visite e le competizioni con le associazioni consorelle dell’altra sponda dell’Adriatico, e tutto questo infastidisce l’autorità costituita che reagisce con duri provvedimenti repressivi.”

“Dopo la Prima Guerra Mondiale, con la nascita del CONI, si mette ordine nel mondo sportivo e si crea, alle sue dipendenze, un coordinamento fra le varie Federazioni. Termina la visione utilitaristica dello sport e prevale il principio dello sport inteso quale attività adeguata per un miglioramento psico-fisico, etico e morale dell’individuo. Questa fase durerà sino agli anni ’30 finché il Partito Fascista, in qualche modo, si impadronisce anche del CONI e allora tutti, compresi i bambini, vengono in qualche misura “militarizzati” (Opera Balilla, GIL, GUF ecc.).

Per gli sport del mare nelle nostre terre questo è un periodo di grande fermento, di importante sviluppo tecnico e di prestigiosi risultati, durante il quale le società nautiche giuliane costituiscono significativa fonte di medaglie alle Olimpiadi e nei Campionati nazionali e internazionali. Difficile scordare gli allori della “Libertas” di Capodistria, della “Pullino” di Isola, della “Eneo” di Fiume, della “Pietas Julia” di Pola e della “Diadora” di Zara. E, se pensiamo alla vela, basta ricordare i nomi di Nico Rode e Agostino Straulino.”

“Dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e gli eventi conseguenti al Trattato di Pace tutte le nostre società dei territori passati alla Jugoslavia cesseranno la loro attività, tranne l’”Arupinum” di Rovigno che sarà l’unica società rimasta nella terra natia. Resteranno inoltre attive solamente quelle nel Territorio Libero di Trieste: la “Pullino” con il nuovo nome “G. Delise” e la “Libertas”. Per effetto di una decisione del Comitato Olimpico Internazionale viene consentito agli atleti italiani del Territorio Libero di partecipare alle Olimpiadi con i colori della Nazione madre. Questo permetterà di vedere ancora la “Libertas” rappresentare l’Italia alle Olimpiadi del 1948 e ai Campionati Europei del 1950 e 1951 oltre che in altre regate internazionali.

Tuttavia, grazie alla tenacia di alcune importanti figure di questo mondo, non mancheranno i tentativi di far rinascere, in varie località d’Italia, alcune delle gloriose società: sarà il caso della “Diadora” a Venezia, dell’ “Eneo” a Como (che purtroppo sarà sciolta nel 1996), della “Pietas Julia” e della “Pullino” a Trieste. Queste riusciranno, sia pur con estrema difficoltà, ad affacciarsi a buoni livelli sportivi e continueranno fino a oggi a portare nei campi di regata nazionali e internazionali il nome dell’Istria e della Dalmazia.”

“Con gli intenti sopra enunciati il nostro Istituto esporrà fotografie e cimeli d’epoca (basti citare, a mero titolo esemplificativo, l’armo olimpico di canottaggio che vinse le Olimpiadi di Amsterdam del 1928 con l’equipaggio della “Pullino” di Isola d’Istria o la giacca azzurra della Nazionale italiana alle Olimpiadi del 1948), coppe, trofei e medaglie. Nonché tutta una serie di diplomi, tessere, regolamenti, pergamene, stendardi e vari documenti inerenti le società nautiche di riferimento. Tutto il materiale è autentico e originale e proviene dagli archivi dell’I.R.C.I, dalle società sportive e dalle raccolte di numerosi privati. L’insieme dell’esposto difficilmente sarà vedibile in futuro nella medesima ampiezza e nella stessa interezza.”