Monopattini elettrici, Cason: «Necessaria regolamentazione ad hoc, tutelare pedoni»

La “moda” dei monopattini elettrici non si fa attendere a Trieste. Ormai da mesi non si può non notare, sulle vie e piazze centrali di Trieste, lo sfrecciare di monopattini elettrici e altri dispositivi di cosidetta “micromobilita elettrica”. In altre città d’Italia, ma anche all’estero, il fenomeno è in continua propagazione tant’è che il 12 luglio scorso è stato emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un decreto che prevede una regolamentazione dei dispositivi di micro-mobilita elettrica in via sperimentale a condizione che i relativi provvedimenti vengano adottati dai comuni interessati. E il consigliere comunale Roberto Cason (Lista Dipiazza) non ha perso tempo presentando una mozione in cui viene chiesto al Sindaco e alla Giunta di adottare una regolamentazione specifica in via sperimentale anche a Trieste al fine di evitare un utilizzo “incontrollato” di tali mezzi i quali, da una parte presentano sicuramente vantaggi non indifferenti in termini ecologici ed economici ma dall’altra potrebbero mettere a rischio la sicurezza dei pedoni. Cason: “ è importante contemperare gli aspetti sia positivi che negativi dell’utilizzo dei monopattini elettrici e degli altri dispositivi tra cui segway e hoverboard, non a caso il Comune di Milano nei giorni scorsi ha vietato l’utilizzo dei monopattini elettrici nelle more dell’avvio della opportuna sperimentazione. Credo molto nelle potenzialità di utilizzo di questi dispositivi, tuttavia non dobbiamo sottovalutare la sicurezza dei pedoni ricordando che Trieste è una città in cui sono presenti molti anziani.” I noleggiatori di tali dispositivi che iniziano man mano ad organizzarsi in città dovranno uniformarsi all’ordinanza comunale per quanto concerne gli aspetti tecnici tra cui il limitatore di velocità di 6 Km nelle aree pedonali e 20Km sulle piste ciclabili, percorsi ciclabili e ciclopedonali, nonché una segnalazione acustica e notturna. La sperimentazione potrà durare al massimo due anni a decorrere dal 27 luglio 2019, data di entrata in vigore del decreto del Ministero dei Trasporti.