Maxi operazione antimafia, 50 arresti: droga, prostituzione, estorsione, usura, minacce

Questa mattina  il G .I.C.O.  del  Nucleo di  Polizia Economico-Finanziarla Trieste  e  la  Squadra Mobile di  Venezia, hanno dato  esecuzione -  In provincia  di Venezia, Casal di Principe e altre località del Veneto,  della Campania e della Puglia - ad una ordinanza    del G.I.P. del Tribunale di Venezia che, su richiesta  della locale Procura Distrettuale Antimafia, ha disposto 50 misure di custodia cautelare personale (47 In carcere e 3 agli arresti domiciliari)  per associazione a  delinquere  di  stampo mafioso e altri reati  oltre a 11 provvedimenti   Impositivo  obbligo  di  dimora   o interdittivi.

Hanno  collaborato  all'esecuzione  nell'operazione  denominata  ••AT  LAST»,  il provvedimento cautelare, Nucleo  di Polizia  Economico- Finanziaria Venezia, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C .O.) della Guardia di Finanza di Roma , Il Servizio Centrale Operativo (S.C.O.) della Polizia di Stato con l'imponente impiego di oltre trecento unità  di polizia  giudiziaria.

Gli indagati erano membri di una strutturata e temibile associazione a delinquere di stampo  mafioso, armata - con oggi da  considerarsi smantellata - che dai piccolo centro di Eraclea da molti anni aveva esteso la sua influenza criminale nell'est del Veneto, avvalendosi della sua forza di intimidazione per Instaurare una condizione di omertà e commettere molteplici gravi delitti di ogni genere (usura, estorsione, rapina, ricettazione, riciclaggio e auto riciclaggio, re-impiego di denaro di provenienza illecita, sottrazione fraudolenta di valori, contraffazione di valuta,  traffico  di  stupefacenti, sfruttamento    della prostituzione, intermediazione illecita di manodopera, detenzione illegali di armi, danneggiamenti, incendi, truffe e truffe aggravate ai danno dello Stato, bancarotta  fraudolenta,  emissione di false fatture.

le indagini hanno consentito di evidenziare come l'organizzazione risulti costituita già alla fine degli anni '90 da DONADIO  luciano (nato a Giugliano in Campania il 15.04.1966, residente ad Eraclea) BUONANNO Raffaele (nato a San Cipriano D'Aversa Il 23.11.1959,  domiciliato  ad Eraclea e a Casal di Principe) e BUONANNO Antonio (nato a San Cipriano o•Aversa (CE) il 15.11.1962, residente a Casal di Principe) assieme ad un nucleo di persone originarie di Casal di Principe e di altri centri dell'agro Casertano (PUOTI Antonio, PACIFICO Antonio, BASILE Antonio , PUOTI Giuseppe, CONFUORTO Nunzio) via via Implementata da altri soggetti sia campani e locali (come ARENA Girolamo, CELARDO Raffaele, SGNAOLIN Christian, l'Indiscusso  ruolo  di  promotori  e dirigenti 'stato rivestito  da  DONADIO luciano    e  BUONANNO Raffaele   (quest'ultimo imparentato   tramite  la moglie  con    esponenti di  vertice  dai clan    BIANCO      e  di        BIDOGNETTI francesco, detto  •cicciotto  e   mezzanotte•,    capo della  famiglia 61DOGNETTI) l quali rappresentava   l'associazione   nei   rapporti    di  natura «criminale pure con l dirigenti e  associati gruppo Schiavone e Bianco e le altre famiglie Casalesi

Il gruppo mafioso, dopo la sua costituzione, si è insediato nel Veneto orientale rilevando il controllo del territorio dagli ultimi  epigoni  locali della "mafia del Brenta" con i quali sono stati comprovati i contatti.

Le multiformi strategie criminali erano finalizzate, tra  l'altro,  ad acquisire, se necessario con minacce e violenza, la gestione o Il controllo di attività economiche, soprattutto nell'edilizia e della ristorazione, ma anche ad imporre un aggio ai sodalizi criminali limitrofi dediti al narcotrafflco  o allo sfruttamento  della prostituzione.

Una quota del profitti dell'attività criminale era destinata a sostenere finanziariamente e sostenere i carcerati di alcune delle storiche famiglie mafiose di Casal di Principe appartenenti al clan dei Casalesi cui l'organizzazione mafiosa di Eraclea era genericamente collegata e della quale costituiva il gruppo criminale referente per Il Veneto orientale  e, come tale, interlocutore obbligato  di  tutte  le organizzazione  territoriali che vi si trovavano ad operare.

Per affermare l'assoluta egemonia sul territorio, i sodali  hanno  fatto largo uso e commercio di  armi anche da guerra, utilizzate per il compimento di attentati intimidatori  anche al danni di ditte concorrenti.

L'organizzazione ha operato inizialmente nel settore dell'edilizia , dedicandosi particolarmente all'attività usuraria ed all'esecuzione di estorsioni, da ultimo specializzandosi nel settore delle riscossioni crediti per conto di imprenditori locali.

Sventate nel corso delle indagini rapine, anche In abitazione, nel corso di una delle quali, in Provincia di Treviso, erano stati tratti In arresto alcuni appartenenti al sodalizio ed altri arruolati per l'esecuzione de colpo.

Nel  tempo,  l'organizzazione  si  è  finanziata  anche  con  la  produzione  di fatture per operazioni inesistenti per molti milioni di euro, grazie ad una  fitta rete di aziende intestate anche a prestanome per oggetto di bancarotta fraudolenta.

Oltre  alle frodi In danno dell'erario  per  reati tributari,  spiccano quelle perpetrate verso l'I.N.P .S. attraverso le false assunzioni In Imprese di 50  persone    contigue    al   sodalizio,  allo scopo di   lucrare indebitamente l'Indennità di disoccupazione, pari a circa 700.000 euro.

Tra  gli  arrestati,  Il  sindaco   di  Eraclea,   Mirco  Mestre,  per   il  reato  di scambio   politico-elettorale   riferito  all'elezione    nel 2016 conseguita  per soli 81 voti di scarto sul rivale, grazie agli oltre 100 voti procuratigli  dal gruppo mafioso  del quale aveva riservatamente  sollecitato l'intervento - indicando anche  i  candidati   della  propria   lista   su  cui    convogliare   le preferenze  e poi eletti  In cambio  di favori su  Istanze amministrative presentate da società controllate dagli uomini del sodalizio.

In carcere anche Denis Poles, direttore di un Istituto di credito di Jesolo, complice degli esponenti del sodalizio, Il quale, come Il suo predecessore (Indagato a piede libero) consentiva loro di  operare  su  conti  societari senza  averne  titolo,  concordando  con  loro   l'interposizione   di prestanome, omettendo sistematicamente di effettuare le segnalazioni di operazioni   sospette.

Coinvolto anche un appartenente alla Polizia di Stato, Moreno Pasqual, accusato di aver fornito Informazioni riservate ai malavitosi, inerenti ad indagini nei loro confronti, tramite illecito accesso alle banche dati di polizia, nonché di averne garantito protezione e supporto a seguito di controlli subiti da parte di altre forze di polizia.