"No alle barriere sul confine", adesione Anpi: «Incomprensibile parlare di muri»

«Il Consiglio Sindacale Interregionale Friuli Venezia Giulia/Slovenia, coerentemente con le posizioni da sempre assunte su questo tema, non condivide l’ipotesi ventilata dal Governo e dal Presidente della Regione del Friuli Venezia Giulia, di sospendere l’applicazione di Schengen con la vicina Slovenia, ne’, tanto meno, la ipotesi di costruzione di muri o la installazione di altre barriere fisiche ( filo spinato o quant’altro ) sui confini tra i due paesi». Lo rileva in una nota la presidenza del CSI Fvg/SLO Cgil Cisl Uil/ Zsss KS 90, di cui fa parte anche Anpi.

«E ciò - ancora - perché : .non è attraverso i confini viari che solitamente transitano i rifugiati, che, come noto, attraversano i nostri confini percorrendo percorsi alternativi; .si ostacolerebbe la libera circolazione delle persone, che, invece, ha rappresentato e rappresenta una delle libertà fondamentali dell’Unione Europea a favore dei cittadini». «In particolare - continua la nota - va ricordato come il superamento dei confini fisici abbia rappresentato e rappresenti uno dei fattori più importanti per le genti di queste terre. In questi anni, la libera circolazione delle persone ha consentito di riunire comunità, minoranze divise dalle vicende tragiche del passato, e che oggi hanno prodotto ricadute importanti anche in termini economici, culturali e sociali. Inoltre, la sospensione degli accordi di Schengen penalizzerebbe fortemente la mobilità ormai consolidata delle lavoratrici e dei lavoratori tranfrontalieri ( circa 12/15000 ) nelle due direzioni, che rappresenta un fattore oramai strutturale delle economie di queste aree». «Il Consiglio Sindacale Interregionale Friuli Venezia Giulia/ Slovenia - riferisce la nota - , nel prendere atto delle nuove misure di collaborazione tra le le autorità dei due paesi nel monitoraggio e nella sorveglianza delle aree confinarie nei confronti del passaggio non regolare dei profughi, ribadisce anche l’ inutilità della installazione di nuove barriere fisiche che, come dimostrato dalla rete di filo spinato già realizzata tra i confini di Slovenia e Croazia, non impedisce il movimento delle persone che sfuggono da guerre e povertà .  Spetta alla Unione Europea attuare politiche nei confronti dei paesi di provenienza di queste persone, che favoriscano la loro crescita economica e sociale, unico modo per far fronte ad un tema epocale come quello delle migrazioni». «Per tutti questi motivi - conclude la nota - , il CSI FvgSlo CGIL CISL UIL/ ZSSS KS90 promuove un presidio al confine di Rabuiese per domani Venerdì 5 luglio alle ore 18 al quale hanno già dato l’adesione numerose organizzazioni, associazioni, partiti e rappresentanti politici, esponenti della cultura e dell’economia, rappresentanti delle minoranze, singoli cittadini dei due paesi. La manifestazione sarà preceduta da numerose iniziative che si svolgeranno presso altre aree confinarie tra la Regione Fvg e la Slovenia, a testimonianza della volontà di mantenere una effettiva libera circolazione delle persone e della volontà di realizzare una Europa davvero unita e senza confini. Chiediamo che non vengano adottate misure che ci riportino indietro, a tempi che tutti ormai considerano finalmente superati per sempre». «Condivido - riferisce Chiara Nespolo, presidente Nazionale Anpi -  totalmente e esprimo il mio pieno appoggio alle manifestazioni unitarie, a cui parteciperanno l’Anpi di Trieste e di Gorizia, al valico di Rabuiese presso Trieste e alla linea di confine di Gorizia, contro la dichiarata volontà di chiudere i confini e sospendere gli accordi di Schengen prospettata da Salvini e Fedriga. Tornare a parlare di muri e barriere su di un territorio che più di ogni altro ha sofferto terribili lacerazioni e inenarrabili drammi è incomprensibile e sbagliato. Lo è ancora di più alla luce del dichiarato intento di credere di risolvere così il problema dei richiedenti asilo. L’Europa che vogliamo non è quella del filo spinato, ma quella dei ponti e della vicinanza. Così si fa davvero l’interesse nazionale, che è quello della libera circolazione e della pacifica convivenza dei popoli delle terre di confine».