L'Assessore Riccardi: «Le nuove “Province” saranno elettive»

“Nella prossima riforma, la definizione dei confini dei nuovi enti di area vasta sarà tutt'altro che secondaria. Anzi, in una regione che ha al suo interno sensibilità, origini e tradizioni diverse e un passato di identità calpestate, la scelta dei confini sarà determinante. Le ragioni finanziarie non devono calpestare le peculiarità dei nostri territori”. Questo l'intervento della coordinatrice regionale di Forza Italia, la deputata Sandra Savino, al workshop organizzato dal partito a Villa Manin di Passariano e intitolato “Le autonomie differenziate per la specialità ritrovata”. Un incontro che ha visto un'ampia partecipazione di amministratori e da cui sono emersi numerosi spunti in vista delle prossime sfide per la Regione Friuli Venezia Giulia, la sua Specialità e i suoi enti locali. Da sottolineare la presenza, per un saluto in apertura dei lavori, del presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga, che ha parlato delle sfide che la Regione ha già iniziato ad affrontare e di quella degli enti locali: il presidente ha ringraziato Forza Italia per il grande apporto alla coalizione di centrodestra alla guida della Regione e la serietà del contributo del partito di Berlusconi, a testimonianza che l'alleanza continua a poggiare su solide basi. Il professor Alfonso Celotto (ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre e già titolare di incarichi di vertice in numerosi ministeri), dopo aver osservato che “manca un indirizzo politico nazionale su cosa fare di Regioni, Province e Comuni”, ha lanciato alla platea la sua provocazione: “Il Fvg è una regione policentrica, diversa dalle altre? Il Trentino-Alto Adige è la regione che funziona meglio e ha abolito la Regione stessa: forse può farlo anche il Fvg. Rendere le Province più forti potrebbe essere la tendenza più funzionale, in attesa di una riforma più ampia a livello nazionale”. “È più che una provocazione e mi ha fatto riflettere – ha osservato il senatore Franco Dal Mas, dopo aver ripercorso la storia della Specialità regionale e della sua organizzazione territoriale –: copiare quanto fatto dove ha funzionato, con la convinzione che gli enti di area vasta sono necessari”. E sull'Autonomia regionale Dal Mas ha osservato: “E' Zaia assieme con gli altri governatori di Regioni a statuto ordinario e la loro richieste di autonomia differenziata a costringerci a riscoprire la nostra Specialità”. Il presidente del gruppo consiliare regionale di Forza Italia, Giuseppe Nicoli, ha ripercorso i “disservizi scaturiti dalla scellerata e disastrosa riforma voluta dalla sinistra e firmata dal duo Serracchiani-Panontin. Ora è necessario riportare sul territorio alcune competenze, con nuovi enti di area vasta”. Ma come si delineerà la prossima riforma? Nicoli ha posto interrogativi sulle varie ipotesi e modelli, a seconda del “peso” di competenze che si vorrà assegnare a Regione, enti intermedi e Comuni. Il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, ha osservato: “Dobbiamo risolvere un problema, quello di riformare gli enti locali, sul quale tutti hanno sinora fallito. Tutte le strade sono ancora aperte, ma il punto fermo sarà l'elettività degli amministratori dei nuovi enti di area vasta”. Nel dibattito finale sono intervenuti anche l'assessore regionale alla cultura e allo sport, Tiziana Gibelli, il consigliere regionale Franco Mattiussi (ultimo vicepresidente della Provincia di Udine) una decina tra sindaci e altri amministratori (tra gli altri, i primi cittadini di Vivaro, Mauro Candido, e Rivignano Teor, Mario Anzil, gli assessori di Sacile, Roberto Ceraolo, Spilimbergo, Anna Bidoli, e Fontanafredda, Patrizia Piccin, nonché altri ex amministratori e cittadini), giunti a Villa Manin da tutto il territorio regionale: tra i resoconti delle problematiche attuali e le ricette lanciate da ciascuno, comune è la richiesta di far sì che la prossima riforma regionale degli enti locali metta ordine nell'organizzazione territoriale e torni a dare un ruolo di primo piano a Comuni e nuove “Province”.