La truffa del catalogo imperversa in Regione, nuovi casi a Pordenone

I Carabinieri della stazione di Aviano hanno denunciato in stato di libertà alla Procura Della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone una 45enne di Padova, una  49enne di Curtarolo (pd) ed un 53enne di San Fior (Tv), ritenuti responsabili a vario titolo di truffa in concorso (art. 110 – 640 c.p. ). con artifizi e raggiri consistenti nel far credere ad una 64enne di Aviano (pn) di aver firmato una ricevuta per la consegna di un catalogo di prodotti per la casa, la inducevano invece a sottoscrivere un’obbligazione commerciale vincolante. Lo scorso 11 giugno la donna si presentava in caserma in stato di agitazione denunciando che il 20 maggio, contattata sull’utenza telefonica fissa da tale “anna” della ditta “Wonder House”, veniva informata che l’indomani sarebbe passata per consegnarle, senza alcun impegno, un dépliant contenente articoli prodotti di arredo ed accessori per la casa. L’indomani pomeriggio “Anna” si presentava e consegnava un catalogo di prodotti in promozione, specificando non era necessario acquistare nulla. con questo artifizio l’agente riusciva a trarre in inganno la donna dandole ad intendere di dover firmare la ricevuta per la consegna del catalogo; in realtà sottoscriveva una vera e propria obbligazione commerciale che purtroppo non leggeva compiutamente, attivando di fatto una carta “wonder gift card” necessaria per acquistare prodotti promozionali della B.Z. s.r.l. di Roma. fidandosi delle parole della promotrice, la denunciante si impegnava di fatto per quattro anni ad utilizzare l’intero credito della spesa base della carta che le sarebbe stata consegnata, pari a 2.990,00 euro più iva per anno, per un totale di euro 11.960,00. l’avianese riceveva copia dei documenti, ignara dell’obbligazione sottoscritta, che anche in seguito non leggeva. Domenica 9 giugno, in serata, al telefono di casa della denunciante chiamava tale “Roberto” della Wonder House per informare che l’indomani sarebbe passato per consegnare la carta sconto “wonder gift card”. puntuale l’indomani si presentava “Roberto” e la donna, supportata dal marito, riferiva che non desiderava nulla. il promotore spiegava che aveva invece sottoscritto un contratto impegnandosi a spendere in quattro anni la somma di 11.960,00 euro! spaventati ed increduli, i coniugi replicavano essere vittime di una truffa, perche’ “Anna”, la prima promotrice, aveva affermato non si doveva comprare nulla e che il documento firmato altro non era che una ricevuta di consegna del catalogo. il promotore, dopo varie telefonate alla sua titolare di Padova, spiegava astutamente alla coppia che ora rischiavano gravi conseguenze legali, convincendoli ad acquistare prodotti dal catalogo per una spesa minima di 3.600,00 euro “sventolando” ripetutamente il contratto sottoscritto dall’anziana che solo ora si rendeva conto non averlo mai letto attentamente. I coniugi, intimoriti, sceglievano dal catalogo un materasso, un elettrostimolatore ed altro del valore di 3648,00 euro consegnando al promotore 648,00 euro in contanti quali anticipo che prelevavano al bancomat per l’occasione; il saldo previa consegna del materiale ordinato. Il promotore inseriva nel modulo di ordinazione la postilla con cui liberava la coppia, al saldo, dall’obbligo di consumare tutto il credito presente nella carta. Appresi i fatti denunciati, i carabinieri di aviano svolgevano urgenti accertamenti identificando Roberto sul conto del quale gravano numerosi precedenti di polizia per truffe analoghe a quella in esame. il 12 giugno predisponevano pertanto un servizio finalizzato al controllo del corriere per la consegna della merce. in mattinata giungeva un furgone di colore bianco con il materiale ordinato dai coniugi condotto guarda caso dal fratello della titolare della b.z. srl di Roma.  I carabinieri d’intesa con il p.m. della procura della repubblica c/o il tribunale di Pordenone dott.ssa Maria Grazia Zaina sequestravano i materiali affidandoli per la custodia direttamente alle vittime. La titolare della b.z. s.r.l. sopraggiunta in caserma spiegava, anche in presenza del suo legale, che la società si dedica alla vendita di complementi di arredo ed accessori per la casa del marchio “Wonder House”; con la società collaborano liberi professionisti che rappresentano e pubblicizzano ai clienti i prodotti aziendali; gli operatori del call center procacciano i clienti in base alla zona mediante consultazione delle pagine bianche in modo casuale non ricercando particolari tipologie di soggetti, telefonano e propongono un appuntamento finalizzato alla consegna di una brochure con tutti i prodotti commercializzati. l’operatore deve spiegare bene all’interlocutore (evidentemente cio’ non avviene chiaramente…) che assieme al catalogo verrà in seguito recapitata una “gift card” valevole per acquisti con relativo contratto. successivamente un agente, nel caso specifico “Anna” previo appuntamento si reca dai clienti per effettuare una proposta commerciale valevole per l’acquisto di una “gift card”, che permettere l’acquisito dei prodotti con uno sconto del 50% rispetto al prezzo indicato nel catalogo consegnato, con validità di quattro anni. il cliente che aderisce sottoscrive un contratto con cui si impegna ad effettuare un acquisito di 2990,00 euro più iva all’anno. dopo la consegna della brochure e la sottoscrizione del contratto la tessera gift card viene recapitata personalmente da agente diverso rispetto a quello che consegna il catalogo/brochure. dalla data di sottoscrizione a quella di effettiva consegna dei beni trascorrono almeno 15 giorni, essendo previsto contrattualmente il diritto di recesso fino al 14° giorno dalla sottoscrizione. l’azienda nei confronti dei clienti che non effettuano acquisti e non abbiano esercitato nei termini previsti il diritto di recesso solitamente li fa ricontattare dall’agente. La ricostruzione degli avvenimenti fornita dalla titolare dell’azienda è parsa più che altro finalizzata a limitare i danni economici (derivanti dal sequestro della merce del valore di circa tremila euro attuato dai carabinieri) ed evitare vicissitudini giudiziarie che la vedrebbero coinvolta unitamente agli altri addetti dell’azienda. la responsabile si rendeva disponibile a restituire la somma di euro 648,00 ricevuta in acconto a fronte della remissione della querela da parte della denunciante nonché alla resa dei beni sequestrati e della gift card: il procedimento penale per truffa seguirà invece il suo corso. La genuinità e la qualità dei prodotti commercializzati dall’azienda in questione non viene messa in discussione: è il “modus operandi” posto in essere da titolare, dipendenti e collaboratori dall’azienda ad essere piuttosto discutibile poiché’ nei modi e nei tempi, profittando di persone spesso anziane o in condizioni di minorata difesa, verosimilmente come in questo caso vengono indotte in errore tanto da ravvisarsi nei loro confronti gli elementi costitutivi del reato di truffa. Si raccomanda pertanto di leggere sempre i documenti prima di sottoscriverli e rammentare che le visite di operatori commerciali porta a porta prevedono sempre un esborso in denaro. nel dubbio contattare sempre le Forze Dell’ordine.