“La storia in bici”: delegazione ricevuta dal Presidente della Repubblica, il triestino Riccardo Pilat tra i presenti

“Una splendida idea, quella di coniugare la bicicletta, che è così popolare, alla memoria dei luoghi della nostra Storia”.

Così il Presidente della Repubblica Mattarella accogliendo martedì al Quirinale la delegazione di “La storia in bici”, la pedalata sui luoghi della Grande Guerra organizzata dal Sen. Michelino Davico che si è svolta a settembre da Verona e Trieste.

“Abbiamo voluto consegnare la maglia della nostra manifestazione al Presidente Mattarella che sin dall’inizio ci è stato accanto, conferendo alla nostra pedalata una medaglia che ci ha accompagnato in ogni tappa, in ogni comune, in tutti i Sacrari e gli Ossari che abbiamo toccato. Il nostro intento di omaggiare la memoria dei nostri avi Caduti durante la Prima Guerra - ha aggiunto Davico ringraziando Mattarella - oggi è pienamente realizzato, anche grazie all’attenzione della massima carica dello Stato”.

La emozionante circostanza ha visto la partecipazione di Renato Di Rocco, presidente della FCI che ha omaggiato il Capo dello Stato del gagliardetto della pluri medagliata squadra femminile di ciclismo.

A stringere la mano al presidente Mattarella c’erano i ciclisti storici dell’Unione Velocipedistica, i rappresentanti delle scorte tecniche della FCI, amministratori locali e membri dell’organizzazione, nonché alcuni dei senatori che hanno preso parte alla pedalata, tra gli altri Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi e Guido Viceconte.

[caption id="attachment_7174" align="alignright" width="297"] Riccardo Pilat[/caption]

Presente anche un triestino, il giovane ventiduenne Riccardo Pilat, tra i grandi protagonisti della rassegna.

Per tutti l’accoglienza al Quirinale e l’informale incontro con il Presidente Mattarella è stato il viatico per l’organizzazione della seconda edizione, il prossimo anno, con “l’auspicio - ha concluso Davico - che iniziative simili di sinergia tra sport e cultura possano restituire agli italiani lo spirito patrio che animava le generazioni che ci hanno preceduto e che per garantirci un futuro si immolarono”.

Alla cerimonia era presente anche Gianni Motta, vincitore del Giro d'Italia nel 1966.