Silvia Stibilj, addio all'attività agonistica: la regina della solo dance appende i pattini al chiodo

Rimane sempre una punta di rammarico quando un nostro campione decide di smettere ma se a farlo è un mostro sacro del calibro di Silvia Stibilj non puoi non provare una sensazione forte, quasi dispiaciuta alla sola idea che non la vedrai volteggiare, come nessun’altra, e primeggiare sui palcoscenici internazionali della Solo Dance. Un po’ potevamo aspettarcelo, rileggendo tra le righe delle sua recente dichiarazione, dopo l’ultimo oro mondiale ai World Roller Games ‘19, quando Silvia diceva: “Vincere questa medaglia d’oro mondiale è stato emozionante quasi quanto mettere al collo la prima. Al mio fianco, a Barcellona, c’erano tutti i miei cari e tenere alta la bandiera dell’Italia nella Solo Dance per molti anni consecutivi, comporta tante responsabilità”. In questa affermazione è sintetizzata tutta la vita di questa straordinaria campionessa capace di tenere testa alle avversarie, ma anche alle sofferenze ed allo stress di una disciplina fisicamente e mentalmente ferrea, e di dimostrare che valori come gli affetti, nel privato, e la bandiera, nello sport, sono le chiavi di volta dell’incredibile successo che ci ha saputo regalare in questi anni. Una carriera brillantissima quella della nostra campionessa triestina di pattinaggio artistico, con ben 6 titoli mondiali nel singolo (uno da junior) ed il rammarico, forse l’unico, di aver ripetutamente “solo” sfiorato l’oro iridato in coppia con Andrea Bassi. Che la Silvia nazionale fosse un portento, lo si capiva da subito, a due anni e mezzo ha indossato per la prima volta i pattini e a cinque vinceva il Trofeo Topolino, e dai primi risultati del suo ricchissimo palmares che comincia nel lontano 2005 quando, ad appena dodici anni conquista con la Pattinaggio Artistico Triestino il suo primo titolo tricolore, allenata, non poteva essere altrimenti, dall’attuale Commissario tecnico della nazionale Fabio Hollan, anche lui triestino. Da lì in poi un successo dietro l’altro - da ultimo la memorabile rimonta dell’oro di Barcellona - che gli sono valsi il titolo di regina incontrastata della Solo Dance ma anche tanti riconoscimenti dalla Federazione, dall’Associazione Nazionale Atleti Azzurri d’Italia, dalla Banca Intesa San Paolo, dal Comune di Trieste, dalla Regione Friuli Venezia Giulia, VG, dal Panathlon e, ovviamente, dal CONI. Madre natura le ha dato un talento senza eguali, una simpatia innata, sperimentata personalmente nella sua partecipazione radiofonica a "Non è un paese per giovani" (n.d.r.), ma anche un’affascinante avvenenza, doti che le sono valse una grande interesse mediatico sportivo, una “provocatoria” candidatura al concorso di Miss Italia e le prime pagine di tante copertine patinate. Resta l’amore per la disciplina alla quale rimarrà ancora legata a doppio filo: già si prospetta per lei una straordinaria carriera da allenatrice.

Tanti Auguri e grazie, Silvia! FISR