Circolo ricreativo universitario, ping pong e scacchi in sacchetta ogni mercoledì

Novità estiva per l’A.S.D. CRUT che organizza al mercoledì sera partite di tennis tavolo abbinate a incontri di scacchi presso il Circolo di canottaggio al primo piano del Pontile Istria 6. Dalle 19.00 alle 22.00 il Circolo ricreativo universitario apre le porte della Sacchetta di Trieste per combinare due sport apparentemente molto diversi che hanno però stretto negli anni un consolidato legame.

Grandi maestri di scacchi infatti hanno spesso affiancato il ping pong ai tornei del gioco delle 64 caselle, dove le lunghe partite seduti davanti alla scacchiera anche per 5 o 6 ore di seguito richiedevano dei momenti di attività motoria che consentissero uno svago sia fisico che psicologico. Appassionati di tennis tavolo furono i campioni del mondo Michail Tal’, Bobby Fisher, Josè Raul Capablanca, Boris Spassky, Emanuel Lasker, per citare solo alcuni dei grandi scacchisti del passato.

 

A differenza di altri, questi due sport hanno vari aspetti in comune. In entrambi, a differenza delle competizioni di squadra, la componente individuale è molto forte. Come evidenziava Primo Levi nel suo racconto “Gli scacchisti irritabili” contenuto nella raccolta “L’altrui mestiere”, gli scacchisti hanno la responsabilità totale dei loro atti e questo avviene di rado in altre attività umane, sia serie che giocose. E come gli scacchisti, anche i tennisti sono responsabili, in campo o davanti ad un tavolo, delle loro azioni. Il successo o l’insuccesso in entrambi gli sport dipende, senza pretesti, esclusivamente dalle scelte di gioco del singolo atleta, la fortuna non c’entra: o giochi bene o perdi

 

Inoltre sia gli scacchi che il ping pong vengono giocati entro i confini di uno spazio fisico che si può percepire completamente all'interno del proprio campo visivo. Eppure, paradossalmente, per giocare entrambi con successo, è necessario avere anche nella propria mente l'immagine della scacchiera o del tavolo in modo da avere effettivamente l’idea di dove si trovano le caselle o gli angoli. In entrambi i giochi bisogna avere quella che viene definita una “table vision”. Altrimenti come un giocatore esperto potrebbe mandare la pallina in profondità nell'angolo del tavolo con un semplice movimento del polso? Il giocatore sa esattamente dove si trova quell'angolo nello stesso modo in cui lo scacchista sa dove si troverà la sua torre tre mosse dopo. Le dimensioni sono trattenute nella mente e tradotte automaticamente in azione fisica.

E non basta: i giocatori mostrano alcune delle stesse tendenze stilistiche in entrambi i giochi. Per esempio affidarsi troppo alle proprie aperture (o ai propri servizi) e troppo spesso attaccare senza prima guadagnare una posizione di forza può creare problemi sia sulla scacchiera che sul tavolo.

 

Va ricordato anche il legame storico tra il ruolo degli scacchi e quello del tennis tavolo durante la Guerra Fredda degli anni ’70 e il significato politico attribuito a entrambi gli sport giocati da campioni del blocco occidentale contro il blocco sovietico, come il match Fisher-Spassky del 1972 o la “Ping pong diplomacy” del 1971, cioè lo scambio di visite tra  giocatori di Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese  che costituì un momento di distensione nelle relazioni tra i due Paesi e spianò la strada alla visita in Cina del presidente Richard Nixon.

 

Gli organizzatori - oltre a questa contaminazione sportiva estiva - stanno già ragionando su eventuali eventi più strutturati per l’autunno, dove l’abbinamento delle due discipline potrebbe essere più regolamentato. In analogia alla disciplina del “Chess boxing”, sport ibrido nato a Londra negli anni ’70 e riconosciuto a livello internazionale, dove i due sfidanti giocano alternativamente partite di scacchi blitz e box finchè uno dei due non vince per scacco matto o knockout, magari il nuovo sport potrebbe chiamarsi “Chess pong”.

Per informazioni e iscrizioni: Simone Magris (3317144043) o Giovanni Marchesich (3343541219).