Trieste terra di troppe zone franche

Mi ha indignato per davvero leggere della multa di E. 400 data ad uno studente per aver avuto la bella idea di promuovere una partitella di calcio tra colleghi studenti liceali. Ma che onere aveva costui verso i partecipanti? Che obblighi incombevano su di lui se qualche spettatore non aveva la mascherina?Hanno multato almeno quelli che non la indossavano? Ma vadano nei bar dove i camerieri portano la mascherina sotto il mento o al massimo col naso fuori! Vadano in V. Torino, magari di sabato sera a fare una messe di multe da risanare il bilancio comunale, e perchè no in Viale XX Sett.? o a Barcola ai Topolini dove c’è di tutto e di più! Mi pare che questa città goda di zone extra territoriali a macchia di leopardo. Avevamo da sempre un porto franco che storicamente era una  zona franca riconosciuta anche dal Trattato di Pace di Parigi del ‘47 e dal Memorandum di Londra del ‘54 ma tutto finiva là. Ora per opera di non so chi abbiamo zone franche nelle strade sopracitate, nei bar dove le norme anti Covid non sono neanche lontanamente obbedite e per finire con le zone extra territoriali vorrei ricordare V. Capitolina dove insiste un divieto di sosta 24h ma le auto permanentemente posteggiate non ricevono da anni alcuna multa, che siano figli dell’ oca bianca? e così vale pure per V. Bonomea dove il tabellone con scritto: divieto di transito – ammessi solo gli autorizzati - rimane una pia illusione perchè ci transitano diuturnamente centinaia di auto che non sono degli abitanti della via ma solo in transito veloce da e per Opicina e altopiano. Da anni non si vedono vigili che controllano i documenti dei trasgressori e anche qui caro sindaco si potrebbe risanare il bilancio comunale, ma...non si fa. Credo che un tanto basti per qualificare Trieste come città dalle tante zone franche dove le leggi nazionali e locali non si applicano, perchè allora non le presenta all’ONU come ampliamento di fatto della tradizionale Zona Franca?

Sergio Lorenzutti