Visita Lamorgese, Sap: «Abbiamo chiesto un incontro a Ministro ma non siamo nemmeno stati degni di una risposta»

Pubblichiamo dal Sap

Sono passati circa due mesi dalla prima visita del Ministro dell’Interno Lamorgese in Friuli Venezia Giulia per verificare la situazione sugli ingressi illegali di migranti  provenienti dai Balcani.
 
Ci stupimmo allora delle dichiarazioni del Ministro, che minimizzo quanto stava succedendo, liquidando la questione con non esiste un problema immigrazione illegale in questi territori, o meglio “ la rotta balcanica sta andando abbastanza bene”.
 
Preoccupati per quanto espresso dal Capo del Dicastero dell’Interno, criticammo molto quella posizione perché già allora i flussi stavano aumentando in maniera preoccupante, i rintracci erano più che raddoppiati rispetto allo scorso anno.
 
Da quel giorno le cose sono precipitate e il problema, che prima riguardava prevalentemente il confine triestino, si è allargato anche su Gorizia e soprattutto su Udine.
 
I Numeri a volte sono più eloquenti dalle parole, poiché da luglio in FVG gli ingressi illegali sono stati oltre 3000, 1100 rintracci circa a Trieste dalla sola Polizia di Frontiera, oltre 1500 a Udine e poco meno di 500 a Gorizia.
 
Una situazione esplosiva che ha forzatamente investito anche l’esecutivo e il Ministro dell’Interno che hanno dovuto ammettere l’emergenza, promettendo rinforzi per dar manforte alle Forze dell’Ordine in estrema difficoltà e un sistema inadeguato a reggere tali dimensioni.
 
Purtroppo però alle parole non sono seguiti i fatti, perché dei 100 militari promessi forse ne sono arrivati  una quindicina, pensiamo che per arginare la situazione esplosiva che si era verificata alla Caserma Cavarzerani dichiarata zona rossa, dei 50 militari inviati, 25 sono stati spostati dal contingente già presente a Gorizia e 10 da quello di Trieste.
 
Abbiamo chiesto un incontro al Ministro per chiedere garanzie e migliori qualità di lavoro, ma non siamo nemmeno stati degni di una risposta.
 
Oggi, che l’emergenza non accenna a diminuire ci aspettiamo che il ministro dia segnali forti perché in queste condizioni non si può continuare.
 
Mancano protocolli chiari e adeguati per garantire la tutela sanitaria degli operatori delle Forze dell’Ordine e di chi fa soccorso pubblico.
 
 
 
Servono spazi adeguati, oltre che per l’accoglienza anche per permettere alle Forze dell’Ordine di lavorare in sicurezza.
 
Servono nuovi accordi con la Slovenia per le riammissioni informali dei migranti illegali rintracciati.
 
Servono ulteriori rinforzi per presidiare i confini e cercare di bloccare gli ingressi illegali e per la trattazione delle pratiche dei migranti stessi.
 
 
 
Bisogna, al più presto, trasferire fuori Regione una parte dei migranti già presenti sul nostro territorio perché l’apparato sicurezza in queste condizioni, rischia il tracollo e le Forze dell’Ordine non sono in grado di fronteggiarlo.