TIRSO, Confsal: "Licenziamento improvviso di 47 lavoratrici, sgomento e grave preoccupazione"

Pubblichiamo dal Segretario Provinciale Fesica-Confsal Filippo Caputo
 
"Sgomento e grave preoccupazione per quanto accaduto alla “Tirso S.p.A.”, e in particolare per l’atteggiamento inaccettabile della dirigenza aziendale che ha voluto compiere un vero e proprio “blitz” con il licenziamento improvviso di 47 lavoratrici e lavoratori interinali con contratto a tempo indeterminato senza una neppur minima consultazione con le organizzazioni sindacali, sono stati espressi dalla Fesica-Confsal, il sindacato di maggioranza nell’ambito dello stabilimento tessile muggesano (con 3 eletti su 6 nella Rsu), oltre che storicamente presente nell’azienda fin dai tempi della precedente proprietà SITIP.
 
“Tre giorni fa, mercoledì 1 febbraio – dichiara il Segretario provinciale Fesica-Confsal Filippo Caputo - siamo stati convocati a sorpresa dalla dirigenza “Tirso”, assieme alle altre sigle sindacali, nella sede della locale Confindustria, dove abbiamo potuto apprendere, come un fulmine a ciel sereno, della decisione di licenziare in tronco e “in un’unica soluzione” ben 47 “interinali”, lavoratori presenti in azienda già da anni, tutti ormai con grande esperienza e con un patrimonio di formazione professionale già acquisito.”
 
“L’azienda – prosegue Caputo – ha giustificato questa scelta con la situazione economica generale e il conseguente calo delle commesse, affermando che, per mantenere i 197 lavoratori dipendenti non poteva più salvaguardare neppure uno degli interinali. Affermazione che riteniamo perlomeno discutibile se valutiamo come il Gruppo Fil Man Made, cui la “Tirso” fa capo, e in presenza di un unico bilancio del Gruppo (con sede direzionale principale nella veneta Treviso), si sia limitato finora, per fronteggiare la crisi, ad attuare solo momentanee e parziali chiusure “tecniche” (per non più di due-tre mesi) delle sue altre sedi produttive situate in Cina, Portogallo e Turchia, tutte giudicate “sostenibili”, e solo il sito italiano, cioè la “Tirso”, venga valutato come “poco sostenibile” e Muggia risulti l’unico che abbia tagliato il numero degli occupati!”
 
In tal senso, e ricordando come alcuni anni fa la “Tirso” abbia ricevuto dalle finanze regionali, tramite la Finanziaria Friulia, la somma di 5 milioni circa, che avrebbero dovuto servire anche per l’assunzione di una quarantina di nuovi addetti, il Segretario Caputo aveva chiesto – sempre mercoledì 1 - il congelamento dei licenziamenti e l’immediata apertura di un tavolo di trattativa per un più approfondito esame della situazione.
 
La risposta, incredibile e inaccettabile, con modalità mai viste in tutta la storia di questa Azienda - osserva Caputo - è stata quella di una nuova convocazione per ieri, venerdì 3 febbraio, sempre in Confindustria, nel corso della quale la “Tirso” non ha fatto altro che ribadire i suoi intenti di licenziare, affermando che non vi sono margini per alcun tipo di trattativa, neanche per verificare un almeno parziale recupero di posti.
 
Di fronte a un tale atteggiamento di totale e drastica chiusura, che comporta un vero e proprio dramma per 47 lavoratrici e lavoratori e per le loro famiglie – i quali, pur rimanendo “in carico” con un minimo sostegno da parte delle rispettive Agenzie interinali, si vedranno di fatto, da un giorno all’altro, dimezzare lo stipendio – la Fesica-Confsal, criticando duramente l’Azienda anche per i metodi adottati e per non aver consentito neppure il tempo di una trattativa con chi i lavoratori rappresenta in base a precise norme di legge dello Stato, ha immediatamente contattato la Regione e in particolare l’Assessore Regionale al Lavoro Alessia Rosolen, che ha assicurato il suo interesse e pronto intervento, e la Finanziaria Friulia affinché sia istituito un tavolo urgente sulla situazione.
 
Da rilevare infine, come aspetto poco opportuno di questa vicenda, come, nella giornata di oggi, sabato 4 febbraio, la sola sigla sindacale della CGIL abbia ritenuto di svolgere, in solitudine appunto, una propria conferenza stampa sul tema, escludendo persino i rappresentanti della Rsu. E ciò, diversamente da quanto fatto fino a ieri da tutte le sigle che avevano sempre operato unitariamente proprio in considerazione della difficile situazione della “Tirso”.
 
“Si tratta – osserva in merito il Segretario provinciale Fesica-Confsal Caputo – di un episodio certamente marginale, dovuto chiaramente a una ricerca di visibilità”.
 
“Importante è comunque che si resti in ogni caso uniti, al di là di qualche “fuga in avanti”, poichè l’unica cosa che conta e che dobbiamo perseguire fino all’ultimo è la difesa dei lavoratori colpiti! Abbiamo assistito in proposito a scene di autentica disperazione, persone che, come ci è stato riferito, lasciavano lo stabilimento persino piangendo. Riteniamo ingiusto – conclude Caputo – calcolare questi lavoratori come “persone di serie B”, in quanto sono esseri umani con gli stessi bisogni, disagi e necessità di arrivare a fine mese come tutti gli altri ed è avvilente assistere alla “cancellazione” di questi lavoratori con un semplice colpo di spugna! Essi potranno contare su di noi!” ".