Serracchiani: «Ferriera per ora abbandonata, spero non resti solo cadavere e che qualcosa possa rinascere da sue ceneri»

I lavoratori della Ferriera sono una grande risorsa di professionalità e dignità: meritano una prospettiva migliore della sola cassa integrazione. Le Istituzioni, che hanno portato così rapidamente alla chiusura, siano ancor più veloci a creare le condizioni per la reindustrializzazione dell'area". Lo afferma la deputata dem Debora Serracchiani, nel giorno in cui si ferma l'operatività dell'area a caldo della Ferriera di Servola a Trieste, rilevata dal Gruppo Arvedi nel 2014.
“L’emergenza Covid19 può rallentare il lavoro sull’Accordo solo in questo primissimo periodo ma – aggiunge la parlamentare – dovrebbe essere posto tra le priorità della Fase 2, quale presupposto per il rilancio delle attività economiche di Trieste. Il fatto che sia prevista una lunga copertura con la cassa integrazione non può far ritenere che davanti c’è molto tempo: i seicento lavoratori hanno competenze che non devono arrugginire ma tornare presto a far girare il motore dell’economia”.
Per Serracchiani “le Istituzioni dovranno seguire passo dopo passo tutto l’iter che riguarda l’area e il reimpiego dei lavoratori, accompagnando il passaggio dei terreni, impegnandosi per la firma dell’Accordo e poi supportando la realizzazione. A suo tempo – ricorda l’ex presidente della Regione - alcuni fautori della chiusura sostenevano che era ‘meglio il morto del vivo’, cioè che preferivano una Ferriera abbandonata a se stessa piuttosto che uno stabilimento attivo. Per ora è abbandonata, spero non resti solo il cadavere e che qualcosa possa rinascere dalle sue ceneri”.