Salvatore Porro: «Ostia sia data in mano ai fedeli o sulla lingua in ginocchio»

Pubblichiamo da Salvatore Porro

A Sua Eminenza

Cardinale Robert Sarah

Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti Sede Palazzo delle Congregazioni Piazza Pio XII, 10

OGGETTO: Si è dato a Cesare quel è di Dio -Istruzione Redemptionis sacramentum, artt. 90 – 91 - 92.

 

 

Eminenza,

per correttezza nei suoi confronti mi presento.

Sono un convertito

dalla Regina della Pace di Medjugorje (2002), mi ritengo un fedelissimo alla

Chiesa, una santa cattolica e apostolica e romana, alla sua gerarchia visibile,

ma anche alla tradizione e al magistero di sempre come ai “principi non

negoziabili”.

 

La sua lettera diffusa nella mattina di sabato 12 settembre 2020

sulla celebrazione della liturgia nelle attuali contingenze sanitarie

rappresenta un giusto richiamo alla disciplina della Chiesa ed un salutare ed

atteso riconoscimento dei diritti di Dio e dei Suoi fedeli in una delicata

materia liturgica.   

 

Una lettera, bellissima e dai contenuti dottrinali e

tenore spirituale altissimo: da quanto mancava un documento ufficiale della

Chiesa che parla di Dio e delle cose di Dio, in questi termini!? Non si parla

né di ambiente, né di migranti, de di fratelli di altra religione… insomma di

tutti quelle cose di cui abbiamo fatto abbondante indigestione; ma si parla di

Dio, del Sacro, delle cose di Dio.

 

Essa, tuttavia, riafferma un sacrosanto

principio, ma non interviene sulle cause per le quali quel principio è stato

violato, e non da alcuni fedeli, ma da un governo laico (giallo-rosso) che ha

esercitato ed esercitano il loro potere decisionale e disciplinare in un senso

totalmente contrario a quel principio stabilito dal Concordato del 1984 di cui

all’art. 2: “L’articolo 2 che stabilisce che “La  Repubblica  italiana

riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di  svolgere la sua  missione

pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di  santificazione. In

particolare, è assicurata alla Chiesa la libertà di   organizzazione, di

pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e   del ministero

spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica”.

 “La dovuta

attenzione alle norme igieniche e di sicurezza non può portare alla

sterilizzazione dei gesti e dei riti, all’induzione, anche inconsapevole, di

timore e di insicurezza nei fedeli”.

 

Il passaggio più importante della sua

lettera….“Si riconosca ai fedeli il diritto di ricevere il Corpo di Cristo e di

adorare il Signore presente nell’Eucaristia nei modi previsti, senza

limitazioni che vadano addirittura al di là di quanto previsto dalle norme

igieniche emanate dalle autorità pubbliche o dai Vescovi”.

 

È certo

fondamentale richiamare vescovi e sacerdoti affinché “Si riconosca ai fedeli il

diritto di ricevere il Corpo di Cristo, come meglio lo desiderano, non è

specificato: sulla lingua in ginocchio o nella mani, e di adorare il Signore

presente nell’Eucaristia nei modi previsti, senza limitazioni che vadano

addirittura al di là di quanto previsto dalle norme igieniche emanate dalle

autorità pubbliche o dai Vescovi”. Sembra evidente che questo diritto è quello

sancito dall’Istruzione Redemptionis sacramentum, artt. 90 – 91 – 92, cioè

ricevendo la Particola in ginocchio e sulla lingua.

 

[90.] «I fedeli si

comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei

Vescovi»,e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si

comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento,

facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme».[176]

 

[91.]

Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che i ministri sacri

non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano

disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli».

[177] Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto,

deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un

fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole

ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi.

 

[92.] Benché ogni fedele

abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca,

[178] se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la

conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il

Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia,

con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al

ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie

eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa

Comunione sulla mano dei fedeli.[179]

 

Mt. 5,37: Ma il vostro parlare sia SI-SI-

NO-NO, ciò che è in più vien dal maligno.

 

Eminenza, a nome personale e di

milioni di fedeli cattolici, in ginocchio  prego, Lei, come Prefetto della

Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, impartire al

clero dell’Italia e del mondo, le disposizioni volte a rimuovere questi

insensati atteggiamenti, in feroce contrasto con la pietà cristiana che deve

animare i Pastori, a porgere la santa Particola sulla lingua e in ginocchio e

non schernire quei fedeli rimasti saldi nella tradizione di essere etichettati:

“retrogradi, integralisti e addirittura fuori dalla Chiesa” e di raccomandare

gli stessi pastori che negando la comunione commettono il reato di “abuso di

potere”  e procurando………………….. giustificandosi sulla frase: “ci atteniamo alle

norme igieniche emanate dalle autorità pubbliche o dai Vescovi.

 

I santi

pastori hanno avuto il compito da Gesù Cristo di raccogliere le anime a loro

affidate e non disperderle,  e assicurare loro di ricevere la santa Comunione

nel modo più appropriato espressione della dovuta adorazione al Corpo di

Cristo?

 

In attesa di una Sua gradita risposta, assicuro preghiere da tutto il

Movimento, augurando nella Vostra benedizione, porgo i miei rispettosi saluti".

 

 

Devoti ossequi.

Salvatore Porro

Presidente del Movimento Cattolico per la

famiglia e la Vita.