Cgil Trieste: "Reddito di cittadinanza non risulta un valido strumento di ricollocazione nel mercato del lavoro"

Pubblichiamo da CGIL TRIESTE

L’annunciata mancata conferma dei navigator e la loro presunta sostituzione con le agenzie di somministrazione riteniamo non sia una risposta soddisfacente allo sviluppo delle politiche attive del lavoro, tanto necessario soprattutto in questa fase storica decisiva. La modifica del reddito di cittadinanza ha introdotto una serie di nuove regole tra cui la possibilità di rifiutare una sola offerta di lavoro e non più due.

È stata inserita una riduzione progressiva dell’assegno mensile a partire dal sesto mese. Il reddito di cittadinanza risulta essere un’efficace misura di sostegno per le fasce più povere e fragili della popolazione, ma attualmente non risulta un valido strumento di ricollocazione nel mercato del lavoro. I problemi del reddito di cittadinanza come strumento di inserimento nel mercato del lavoro, non riguardano solo i navigator ma l’intero sistema dei Centri per l’impiego.

Si trascinano infatti problematiche storiche causate da una carenza generale dei dipendenti, da sistemi informatici che molto spesso non comunicano tra loro e da una mancata integrazione tra i diversi enti e servizi. Il collegamento tra Regioni, Comuni, Centri per l’impiego e ANPAL, i quali hanno ruoli differenti nella gestione dei beneficiari, è da sempre intricato e male organizzato. Ricordiamo come il coordinamento dei Centri per l’impiego sta in capo alle Regioni, mentre i navigator sono stati assunti da ANPAL, la quale è controllata dal ministero del Lavoro.

Da parte nostra ci sono forti dubbi sull’efficienza delle APL di poter prendersi in carico quella parte di percettori del reddito di cittadinanza, che non hanno un alto tasso di formazione, non presentano specializzazioni e non risultano facilmente ricollocabili e pronti ad essere assunti dalle imprese, come spesso richiedono invece le agenzie. Un’altra domanda che non possiamo non porci è come faranno a essere garantiti i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) uniformemente sul tutto il territorio nazionale? La principale conseguenza del mancato rinnovo del contratto dei navigator sarà un’immediata carenza di personale nei Centri per l’impiego, che dal 1 gennaio dovranno farsi carico di tutti i beneficiari del reddito di cittadinanza e delle nuove domande che saranno presentate dall’inizio del 2022. Attualmente il piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro deciso dall’accordo tra Stato e Regioni nell’aprile del 2019 risulta in gran parte inattuato. La Regione Friuli Venezia Giulia ha già bandito dei concorsi ma i tempi tecnici di assunzione lasceranno dei mesi di vuoto.

Quindi chiediamo alla Regione come intende affrontare questa forte carenza nei prossimi mesi? Ci saranno conseguenze nell’erogazione dei servizi? Cosa ne pensa della privatizzazione di un servizio pubblico, come il supporto che deve essere fornito nella ricerca di lavoro, che deve essere garantito dalle istituzioni? Come CGIL riteniamo che in questo momento cruciale per il futuro del Paese con la previsione di quasi un miliardo di euro di investimenti sulle politiche attive, sull’orientamento e sull’incrocio domanda-offerta, non possiamo rinunciare a professionisti che da due anni contribuiscono a rilanciare il sistema. Crediamo nella necessità che sia compito della Pubblica Amministrazione sviluppare le politiche attive del lavoro, fornire gli strumenti e il personale necessario per l’attivazione e il supporto di chi si trova più distante dal mercato del lavoro.

Unico modo per garantire i LEP previsti nel nostro ordinamento in modo efficace, efficiente e uniforme sul tutto il territorio nazionale. Chiediamo che oggi il Ministero debba avviare immediatamente una interlocuzione con tutte le parti per giungere presto ad una soluzione positiva della vertenza e mettere in campo tutte le iniziative utili anche in vista dell’attuazione delle misure in tema di occupazione previste dal PNRR.