Unicredit, i sindacati «Poco personale e difficoltà nel servizio ai clienti, stato di agitazione»

«I dipendenti Unicredit della provincia di Trieste hanno proclamato lo sciopero degli straordinari in seguito al mancato accoglimento da parte dell'azienda di una precisa richiesta di potenziare il personale nelle agenzie della provincia di Trieste. Sono state chiuse numerose agenzie negli ultimi anni, sono drasticamente diminuiti gli addetti al servizio della clientela e non sono state fatte nuove assunzioni da più di un decennio». Lo rilevano in una nota  Le R.S.A. di UniCredit spa di Trieste FABI / FIRST-CISL / FISAC-CGIL / UILCA / UNISIN. «La protesta - ancora -  è originata dalle condizioni di lavoro ulteriormente peggiorate a causa della continua fuoriuscita di lavoratori per esodi ma anche per la precisa scelta aziendale di “snellire” le filiali. Nelle agenzie ancora operanti sono stati chiusi numerosi servizi di cassa e i colleghi sono stati sostituiti da casse automatiche, utilizzabili attraverso un riconoscimento in codici o attraverso l'utilizzo del bancomat; durante l'estate in altre agenzie il servizio sarà sospeso temporaneamente». «Tutto ciò  - continua la nota - sta creando molte difficoltà ai clienti, sia per l'esiguo numero di colleghi rimasto nelle agenzie che per la difficoltà ad utilizzare sistemi evoluti di pagamento, soprattutto per i clienti più anziani. Le organizzazioni sindacali continuano a ricevere segnalazioni di difficoltà da parte dei colleghi che, dal canto loro, nonostante le richieste avanzate di supporto e di una migliore organizzazione del lavoro, sono chiamati a sostenete ritmi pressanti per tentare di rispondere alle giuste richieste della clientela, ma anche alle pressanti richieste commerciali della banca». «Per interrompere questa situazione drammatica - conclude - e per dare un servizio di qualità alla clientela, per tutelare la salute dei lavoratori e per salvaguardare i livelli occupazionali, i rappresentanti sindacali dei lavoratori di UniCredit della provincia di Trieste hanno avviato lo stato di agitazione essendo risultato vano ogni tentativo di conciliazione con la banca. Quindi si continua a lottare e a protestare non per aumenti economici, ma, come lo scorso autunno, per lavorare meglio, nell’interesse di clienti e dipendenti: Unicredit, batti un colpo!»