I Luoghi del cuore, censimento nazionale del Fai: candidata la storica Pasticceria Caffè Pirona di Trieste

“Luoghi del cuore” è un modo di dire entrato ormai nel lessico comune e utilizzato abitualmente per indicare luoghi unici, una mappa variegata e sorprendente formata da siti per noi speciali perché legati alla nostra identità e alla nostra memoria. Piccoli o grandi, famosi o sconosciuti, questi luoghi ci emozionano e raccontano la nostra storia personale: un sogno, una scoperta, una gioia, un rifugio. Vederli in stato di degrado o di abbandono, senza la cura necessaria a proteggerli o un’adeguata valorizzazione per farli conoscere, o semplicemente non più fruibilici rattrista ma ci fa anche impegnare per offrirgli un nuovo futuro.

Con questo spirito, nei mesi scorsi, tanti triestini hanno avviato iniziative intorno a Pirona, storica Pasticceria dal delicato stile Liberty, fondata nel 1900 da Alberto Pirona, chiusa da marzo 2017. L’attività dell’esercizio è infatti cessata in seguito alla decisione della famiglia De Marchi, che la gestiva, di ritirarsi. A fine aprile, mobili e arredi messi in vendita sono stati acquistati dalla Fondazione CRTrieste. Con il suo intervento l’Ente ha voluto scongiurare il rischio che queste preziose testimonianze di artigianato venissero disperse e che lasciassero Trieste. La Fondazione, infatti, ha compiuto tale gesto con il fine ultimo che, in caso di un’eventuale trasformazione d’uso degli spazi di Largo Barriera, mobili e arredi potessero essere comunque resi nuovamente fruibili al pubblico, attraverso per esempio una musealizzazione che ricreasse in una collocazione adeguata gli ambienti della storica pasticceria. Le mura di Pirona, invece, divenuti nel frattempo di proprietà di Unicredit Leasing, sono stati al centro di una serie di trattative di vendita, volte alla riapertura di un esercizio commerciale dedicato alla pasticceria / caffetteria, finora però non andate a buon fine. Dal 28 febbraio 2018 su locale, arredi mobili e fissi e destinazione d'uso, è stato posto un vincolo di tutela da parte della Soprintendenza dei Beni e delle Attività culturali.

Ma Pirona non è stato dimenticato, anzi, è ancora amato, come lo fu fin dalla sua fondazione, da tanti cittadini e turisti, che ne ricordano non solo gli ottimi dolci, gli arredi con i decori floreali, ma anche il suo essere stato sede prediletta per molti intellettuali, letterati e scrittori, tra cui Italo Svevo, Umberto Saba e James Joyce, che usavano frequentarlo abitualmente. Lo scrittore irlandese in particolare, dal 1910 al 1912 abitava nella stessa via ed era diventato buon amico del fondatore, in quanto si recava da Pirona, quasi ogni mattina, a fare colazione. È noto che, proprio da Pirona, Joyce scrisse alcuni dei capitoli del suo “Ulysses”: i primi due e l’inizio del terzo, dell’ottavo e del nono.

Per tutelare il locale dopo la chiusura e vederlo riprendere vita nella sua forma orginale, gli abitanti di Trieste, guidati da Giulio Musenga, hanno anche fondato una pagina Facebook, “Salviamo la pasticceria Pirona” e avviato una petizione su “change.org”, per sollecitare la raccolta di firme da consegnare a diverse istituzioni per non rischiare di far perdere l’identità a un luogo sentito caro e prezioso. E alcuni di loro hanno anche scritto ai presidi territoriali del FAI.

Per questo motivo, la Presidenza Regionale FAI FVG, la Delegazione FAI di Trieste e il Gruppo FAI Giovani di Trieste, hanno deciso di raccogliere la segnalazione e di invitare tutti a dare voce a questa richiesta di tutela attraverso la 9ª edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento nazionale dei siti da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che si è appena avviato e permetterà, fino al 30 novembre 2018, di segnalare ciò che amiamo e che vorremmo salvare.

“Abbiamo deciso di raccogliere le istanze del territorio, come abbiamo fatto nel 2012 con il Parco del Castello di Miramare, insieme all’Università degli Studi di Trieste e a Il Piccolo – ha dichiarato Tiziana Sandrinelli, Presidente Regionale del FAI Friuli Venezia Giulia – La richiesta di mobilitazione “dal basso” per noi è un segnale particolarmente positivo, che testimonia quanto nella collettività si sia sviluppato sempre più in questi anni, anche grazie all’operato del FAI, un senso di appartenenza per il patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale che ci circonda e che quindi si vuole richiedere venga tutelato. La salvaguardia di esso significa la tutela di un patrimonio in grado di attirare turisti e conseguentemente di generare crescita economica e occupazione”.

I risultati ottenuti in sedici anni dal progetto sono straordinari, a dimostrazione della sua valenza sociale e di come il FAI venga percepito come un interlocutore, a volte l’unico, cui rivolgersi con fiducia e speranza per chiedere azioni concrete. Votare i propri luoghi del cuore è dunque un grande gesto d’amore, individuale e collettivo; uno strumento semplice e diretto per accendere i riflettori dell’opinione pubblica su luoghi d’arte e natura bisognosi di cure e che, come un termometro, dà la misura del forte legame - che ci auguriamo possa continuare a crescere - tra la popolazione e il proprio patrimonio.

Dal 2003 – anno della prima edizione - a oggi il FAI ha sostenuto e promosso progetti di recupero e valorizzazione a favore di 92 luoghi d’arte e di natura in 17 regioniOltre 5 milioni (di cui 1,5 milioni nell’ultima edizione del 2016) i voti ricevuti dalla Fondazione, per più di 35.000 luoghi dalle tipologie più varie in circa 6.000 comuni in tutta Italia (il 75% del totale), alcuni segnalati da una sola persona, altri riconosciuti importanti a tal punto da spingere decine di migliaia di cittadini a “unire le forze” per regalargli la possibilità di una nuova “vita”. Solo nel 2016 si sono attivati 316 comitati spontanei e 209 luoghi hanno ottenuto oltre 1.000 segnalazioni.

In Friuli Venezia Giulia, in particolare, si ricordano due interventi: il primo a favore del Leone Marciano dell’Arco Bollani di Udine, il monumento che segna l'esordio dell'attività del celebre architetto Andrea Palladio in Friuli Venezia Giulia, che giunse 29° nella classifica generale della 5° edizione dei Luoghi del Cuore; il secondo per il Parco del Castello di Miramare, che nel 2012, si classificò al 7° posto del censimento con quasi 26.000 firme, candidandosi e poi ottenendo il finanziamento per il recupero del parterre basso.

Come si può segnalare il proprio “affetto” per la Pasticceria Pirona?

Esprimendo il voto:

- sul sito web dei luoghi del cuore: http://bit.ly/VOTA_PASTICCERIA_PIRONA

- sui moduli cartacei (scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it)

- con l’app FAI disponibile su APP Store e Google Play

- nelle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Il regolamento 2018

Il regolamento dei “Luoghi del Cuore” 2018 prevede che il bene che avrà ottenuto più segnalazioni riceverà un contributo di 50.000 euro, il secondo classificato 40.000 euro e il terzo 30.000 euro. È previsto anche lo stanziamento aggiuntivo di 5.000 euro per i luoghi che supereranno i 50.000 voti, mentre il luogo che raccoglierà più voti nelle filiali Intesa Sanpaolo e avrà raggiunto almeno 2.000 segnalazioni beneficerà di un contributo di 5.000 euro. In tutti i casi, per poter attingere ai fondi, gli enti proprietari dei beni dovranno prima sottoporre al FAI un progetto specifico.

FAI e Intesa Sanpaolo, dopo la pubblicazione dei risultati, lanceranno inoltre un bando per la selezione degli interventi in base al quale i referenti dei “luoghi del cuore” che riceveranno almeno 2.000 voti potranno presentare alla Fondazione una richiesta di restauro, valorizzazione o istruttoria sulla base di specifici progetti d’azione. Una commissione, di cui fanno parte i Segretariati regionali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, valuterà le domande e selezionerà i luoghi idonei a un intervento.

Ma la forza de “I Luoghi del Cuore” non si ferma qui: grazie alla sensibilizzazione di popolazione e media, in molti casi la partecipazione al censimento, anche in caso di mancato posizionamento ai vertici della classifica, ha dato comunque risonanza alle richieste dei cittadini, creando un prezioso collegamento con istituzioni e associazioni locali. Le collaborazioni virtuose scaturite hanno permesso la rinascita di beni a rischio degrado, abbandono o scomparsa attraverso lo stanziamento di altri fondi o la realizzazione di interventi a favore di una maggiore fruibilità dei luoghi. Ne è un esempio la Tomba degli Scudi, nel sito Unesco di Tarquinia (VT), da decenni chiusa e 63ª classificata nel 2014 con 5.681 voti: grazie a “I Luoghi del Cuore” gli importanti affreschi che custodisce sono stati restaurati e la tomba ha iniziato a essere aperta periodicamente al pubblico dalla Delegazione FAI di Viterbo grazie a un accordo con il MiBACT.

Il censimento è realizzato con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018. Si ringrazia il Gruppo Editoriale Gedi per la concessione gratuita di spazi pubblicitari, che ci aiutano a diffondere l’iniziativa e la missione del FAI.