Dipiazza in Risiera: “Cari ragazzi, siete gli architetti del futuro, usate la memoria come un faro"

“Tra queste mura, in questo luogo che è un cenotafio, dove si viene a piangere qualcuno e dove l’ideologia deve restare fuori, l’uomo ha perso i valori, la ragione, la pietà, ha straziato, torturato, passato per le armi, assassinato, giovani, uomini, donne, italiani, sloveni, croati, tantissimi ebrei appartenenti alla nostra comunità cittadina. Persone, culture, religioni che da sempre contribuiscono alla crescita economica, culturale e sociale di Trieste”.
 
Lo ha detto il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza intervenendo oggi (mercoledì 27 gennaio) alla solenne cerimonia del “Giorno della Memoria”, svoltasi nella Risiera di San Sabba, Monumento nazionale, unico campo di sterminio nazista con forno crematorio in Italia.
 
“In questo Giorno della Memoria, istituito dal parlamento italiano nel 2000, rinnoviamo -ha detto il sindaco Dipiazza - l’impegno affinché il silenzio non possa cancellare la consapevolezza di ciò che è accaduto e onoriamo tutte le vittime di quegli anni atroci, dove il nazismo ed il fascismo hanno calpestato i principi inalienabili che sono il rispetto della vita e delle libertà, di tutte le libertà. L’Olocausto ha segnato il destino di un popolo. In questo luogo e’ stata uccisa la libertà”.
 
“Chi afferma “bisogna ricordare affinché ciò che e’ successo non accada mai più” fa un esercizio vano, esercita una mera funzione consolatoria se poi si confina questa giornata in ciò che è stato, facendola diventare una fotografia in bianco e nero che ci allontana dalle riflessioni sul presente”.
 
“Da sempre il mio impegno -ha proseguito il primo cittadino di Trieste - è quello di superare insieme i drammi del ‘900 che hanno insanguinato queste terre. Superare non vuol dire voltare pagina, ma impegnarsi a fare proprio il passato in maniera positiva, costruendo qualcosa per il futuro che diventi nutrimento per una società odierna capace di costruire una convivenza civile”. “Anni fa ho iniziato a percorrere questa strada della pacificazione che è sicuramente stretta e piena di ostacoli. Nella nostra amata Trieste, crocevia di culture, popoli e religioni, nel settembre del 1938 Mussolini promulgò le leggi razziali. Come ho già avuto modo di affermare, tutto il mondo dovrebbe chiedere scusa agli ebrei, io non sono il mondo, ma il sindaco di Trieste e a nome della città e personale ho sentito il sincero bisogno di chiedere scusa per ciò che qui l’uomo, il nazifascismo hanno fatto contro l’umanità”.
 
Il sindaco Dipiazza ha ricordato ancora come “ con la comunità ebraica abbiamo avviato un bel percorso di collaborazione nel ricordo della Memoria e nel rispetto delle vittime, così come molte altre sono state le iniziative messe in campo in questo processo di pacificazione caratterizzate dall’aver voluto far tradurre in sloveno, per la prima volta nella storia della città, il discorso del sindaco qui in Risiera, l’aver voluto che tutti i sindaci del territorio, insieme, rendessero omaggio a tutti i caduti nei diversi luoghi della Memoria, il concerto dei tre Presidenti nel 2010, l’attribuzione all’unanimità da parte del Consiglio comunale della cittadinanza onoraria a Liliana Segre e la recente visita dei Presidenti della Repubblica italiana e slovena che si sono tenuti la mano nei luoghi della memoria”.
 
“Tutto ciò non e’ stato semplice, credetemi. Ma ne è valsa la pena, perché oggi siamo sempre di più a camminare insieme come comunità su questo percorso di pacificazione, riuscendo a far diventare sempre più flebile la voce di coloro che, miserevolmente, cercano ancora di utilizzare la memoria per alimentare le divisioni. In quegli anni siamo stati carnefici e vittime, abbiamo dato e ricevuto dolore; ed è proprio il saper riconoscere il comune dolore nell’altro che ci può consentire di affrontare in modo maturo il passato che non deve più essere ideologico e divisivo, ma permetterci di costruire qualcosa di buono per il futuro”.
 
Infine il sindaco Roberto Dipiazza ha concluso con un forte appello ai giovani “Cari ragazzi, siete gli architetti del futuro, usate la memoria come un faro e coltivate sempre nel vostro cuore gli ideali, il senso di giustizia, la verità, la libertà e difendete la democrazia”.
 
All’intervento del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza è seguito quello del sindaco di San Dorligo della Valle Dolina Sandy Klun, in rappresentanza dei Comuni “minori” che, sottolineando la difficile la situazione di una pandemia che l’intera umanità non poteva immaginare, ha tra l’altro rivolto il suo pensiero a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà, la pace e la solidarietà.
 
La cerimonia ha visto quindi la celebrazione dei riti religiosi. Per la comunità cattolica il rito è stato officiato dall’arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, per la comunità ebraica dal rabbino capo Paul Alexandre Meloni, per la comunità serbo-ortodossa da padre Raško Radovic, per le comunità evangeliche avventista, elvetica, luterana e metodista dal pastore Peter Ciaccio.
 
Presenti di Gonfaloni di Trieste, Muggia, della Regione FVG e di Duino - Aurisina e San Dorligo della Valle - Dolina, corone d’alloro sono state deposte in apertura da parte di Regione FVG, Prefettura e Comune di Trieste, rispettivamente con il presidente Massimiliano Fedriga, il prefetto e commissario di Governo Valerio Valenti e il sindaco Roberto Dipiazza e dai diversi rappresentanti delle Associazioni e dei gruppi che hanno partecipano alla cerimonia, svoltasi nel rispetto delle disposizioni anti Covid.
 
Da segnalare infine che, prima della cerimonia principale alla Risiera di San Sabba, una corona d’alloro è stata deposta da parte del sindaco Dipiazza anche nella Stazione Ferroviaria Centrale, a ricordo della partenza dei convogli dei deportati verso i campi nazisti, dal settembre 1943 al febbraio 1945.