Tutela del gelato artigianale di qualità, ok da commissione regionale

 La II Commissione consiliare, presieduta da Alberto Budai (Lega) e riunita in presenza oggi a Trieste nell'Aula consiliare, ha espresso parere favorevole a maggioranza (astenuti i rappresentanti di Pd e Patto per l'Autonomia) alla proposta di legge 43 sul tema della promozione e della tutela del gelato artigianale di qualità in Friuli Venezia Giulia.
 
Il documento derivava da un'iniziativa del Gruppo consiliare della Lega con Maddalena Spagnolo prima firmataria, affiancata dai colleghi Mauro Bordin, Stefano Mazzolini, Antonio Calligaris, Diego Bernardis, Luca Boschetti, Alberto Budai, Giuseppe Ghersinich, Antonio Lippolis, Elia Miani, Ivo Moras, Simone Polesello, Alfonso Singh, Danilo Slokar, Lorenzo Tosolini e Stefano Turchet. A completare l'elenco dei sottoscrittori, anche Leonardo Barberio in rappresentanza di Fratelli d'Italia.
 
Il pronunciamento è arrivato dopo gli interventi dei consiglieri Chiara Da Giau e Sergio Bolzonello (Pd), Cristian Sergo (M5S) e il leghista Singh. Relatori per l'Aula saranno Spagnolo (Maggioranza) e Da Giau (Minoranza).
 
Il provvedimento, presentato il 13 marzo 2019 e modificato strada facendo alla luce delle precedenti audizioni e delle discussioni sviluppatesi nell'emiciclo di piazza Oberdan, è volto "a stabilire un sistema di regole per valorizzare la produzione del gelato di qualità e togliere ogni ambiguità di tipo commerciale tra lavorazioni artigianali e industriali".
 
Si tratta perciò di un testo normativo "volto alla tutela dei consumatori, alla definizione dei criteri di accesso alla produzione del gelato artigianale, all'individuazione dei principi alla base del Disciplinare di produzione, alla valorizzazione delle imprese produttrici mediante apposito contrassegno regionale e, infine, ulteriori sviluppi in termini di filiera".
 
Attraverso i suoi tre titoli, suddivisi in otto articoli complessivi, la pdl 43 "nasce dalla volontà di tutelare gli artigiani, il consumatore e ovviamente il prodotto, affinché sia caratteristico e risponda alle tipicità del territorio. L'obiettivo - ha precisato Spagnolo in sede di presentazione - è quello di fornire strumenti e facoltà al comparto. Si punta molto sulla caratterizzazione delle metodologie, ma anche sulla formazione degli operatori".
 
Tra le finalità sono state evidenziate "la valorizzazione dei processi di produzione, la creazione di reti con i produttori di materie prime regionali e la tutela del consumatore con particolare riguardo all'informazione relativa alle caratteristiche organolettiche e alla qualità igienica e alimentare offerta".
 
Come Gelato artigianale regionale di qualità viene perciò indicato "un prodotto ottenuto con l'utilizzo di materie prime per almeno il 50% di provenienza regionale, sulla base dei metodi e dei processi indicati dal Disciplinare di produzione", mentre una Gelateria artigianale regionale di qualità è costituita "dall'impresa in cui si svolgono le attività di produzione e commercializzazione", dando particolare risalto anche alla selezione delle materie prime e all'innovazione.
 
Spagnolo ha anche ricordato la piena apertura nei confronti delle filiere bio e la diversificazione tra prodotti a base di latte e quelli a base di frutta o verdura. "Si tratta - ha detto - di uno strumento pensato su richiesta di una categoria che sente l'esigenza di qualificarsi sul mercato, senza però voler imporre alcun tipo di obbligo". Il riferimento, in tal senso, è relativo all'istituzione di un Registro regionale della Gelateria artigianale regionale di qualità, al quale accedere su base volontaria e previo alcuni requisiti di base come la frequentazione di corsi suddivisi tra quelli di aggiornamento, brevi e completi.
 
In sede di dibattito sugli emendamenti (cinque quelli ritirati, tutti approvati quelli depositati alla vigilia per modificare gli articoli dal 2 al 6), la discussione dei consiglieri si è sviluppata soprattutto in seguito alle perplessità avanzate dai rappresentanti del Pd. "Il gelato, a differenza di altri prodotti come il frico, difficilmente viene associato al Fvg. Inoltre - ha sottolineato Da Giau - esiste già il marchio collettivo Agricoltura qualità ambiente Fvg. Chi farà i controlli? Chi si occuperà della formazione?". Il collega Bolzonello, anticipando l'astensione al momento del voto, ha invece lamentato il fatto "che stiamo mettendo una legge nelle mani della Giunta con decisioni delegate totalmente all'Esecutivo. Sembra quasi un ddl e noi siamo qui a firmare una cambiale in bianco".
 
Anche il pentastellato Sergo ha ricordato l'utilità "del preesistente marchio A-Qua Fvg", suggerendo alcuni correttivi e auspicando "la possibilità per il futuro di porre sui prodotti del territorio il marchio qualificante della Regione Fvg, come già accade altrove".
 
Rispondendo ai numerosi quesiti, Spagnolo ha infine sottolineato che "saranno la Regione e le associazioni di categoria a stabilire l'applicazione della legge in ogni suo preciso dettaglio. Ricordo, in tal senso, l'importanza del tavolo tecnico permanente in grado di definire criteri e parametri".