Borgo San Sergio, inaugurato il murale dedicato all'architetto Ernesto Nathan Rogers

Questa mattina è stato inaugurato alla presenza dell'assessore Francesca De Santis, il murale dedicato all'architetto Ernesto Nathan Rogers, opera dell'artista triestino Jan Sedmak. Un altro tassello per #chromopolis, il progetto di creatività urbana curato dal Accreditati PAG Trieste del Comune di Trieste.

L’opera, realizzata sul retro del mercato rionale, non ha solo l’obiettivo di riqualificare attraverso l’arte uno spazio pubblico, ma anche di ricordare Ernesto Nathan Rogers, l’architetto triestino di cui, nel 2019, si sono festeggiati i 110 anni dalla nascita.

Era il 1957 quando l’urbanista Rogers e l’ingegnere Badalotti presentarono il progetto del “quartiere residenziale del Porto Industriale di Trieste”, e ancora oggi Borgo San Sergio è un modello riuscito di vivibilità e funzionalità. Perseguendo l’ideale di una “città satellite”, Rogers aveva posto al centro dello studio del nuovo borgo il benessere della comunità, le relazioni e la socialità, le diverse esigenze abitative dei destinatari, il sistema dei servizi, il collegamento con la zona produttiva industriale e il centro città.
 

Su questo fertile terreno di idee, spazi, persone e cose ha lavorato l’artista Jan Sedmak insieme alle associazioni CASA DELL'ARTE Trieste, Kallipolis e al Progetto Area Giovani, per tradurre in segno tutte le componenti di questo lungimirante piano urbanistico.
 

La superficie su cui è stata realizzata l’opera ha trasformato l’anonimo retro dell’edificio in una sorta di lavagna su cui si sviluppa un racconto legato da un filo bianco che, trasformandosi in continuazione, unisce i diversi personaggi colti nelle loro azioni quotidiane: dalla passeggiata con il cane all’uomo che stende i panni, dai bambini che saltano la corda alla riproduzione della piantina dell’intero rione.

Il tratto e lo stile contemporaneo di Sedmak, grafico e illustratore triestino noto a livello nazionale e internazionale, hanno stimolato la curiosità dei tanti passanti che hanno interagito con l’artista e l’opera, suggerendo immagini, aneddoti e spunti sulla storia del luogo. Lo spazio pubblico, infatti, è una dimensione privilegiata in cui si definiscono e si rinnovano incessantemente le relazioni tra le persone e i luoghi.