Rifondazione Comunista: «Discorsi di Salvini e Mattarella danno il voltastomaco»

«Se il presidente Mattarella o l'ineffabile vice premier Salvini sedessero ad un esame di storia, davanti a studiosi seri, e ripetessero quanto detto in questi giorni rispetto alla questione delle foibe, verrebbero sonoramente bocciati. I discorsi di entrambi sono un misto di retorica revanscista e fantasie che danno il voltastomaco. Il presidente ha fatto un discorso vergognoso, pieno di vere e proprie fandonie, a partire da quella dell'odio “etnico” degli Jugoslavi verso gli italiani, fatto smentito da ricerche serie, ma che continua ad essere presentato nella narrazione nazionalista degli eredi di coloro che la pulizia etnica in Istria e nelle zone abitate da Sloveni e Croati l'hanno fatta davvero, e ben prima dello scoppio della seconda guerra mondiale».

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Lo rileva in una nota Peter Behrens, segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista.

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«Un'altra frottola - continua la nota -  è quella della “tragedia italiana” che nel discorso del presidente sta ad indicare l'esodo. Non vogliamo sminuire il dolore di chi si è trovato nella posizione di dover abbandonare la propria casa, fatto che ahimé è toccato e tocca ancora oggi chi subisce guerre e persecuzioni. Però vogliamo ricordare che fu proprio con l'arrivo dell'Italia in queste terre (nel 1918 prima e poi definitivamente nel 1920) che iniziò l'esodo di chi non era “italiano” o, di chi pur vivendo a Trieste da anni, non potè tornare a casa alla fine della Prima Guerra Mondiale perché nato altrove. Queste furono le politiche dell'Italia, prima ancora della nascita del fascismo. Allora furono tedeschi, sloveni, croati a doversene andare, sostituiti da italiani di sicura fede nazionalista, ma di questo pochi parlano. Tornando all'esodo istriano, si può parlare di “tragedia italiana” solo se si fa presente che queste famiglie furono costrette a lasciare le proprie terre perché l'Italia aveva perso la guerra, una guerra in cui era stata buttata a cuor leggero da Mussolini».

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«Il discorso di Salvini -  conclude Behrens - è ancora più assurdo di quello di Mattarella, ma gli fa da contraltare. Una sua affermazione, tenutasi davanti alla miniera di Basovizza, in occasione della cerimonia del 10 febbraio, sostiene che “..i bimbi morti nelle foibe e ad Auschwitz sono uguali...per cui non ci sono morti di serie A e di serie B”. Sarebbe interessante sapere su quali testi il vice-premier e ministro dell'Interno abbia letto che nelle foibe furono gettati anche i bambini. Ma tant'è. Ormai non importa che ciò che si dice sia vero, basta sparare alto. Riflettendo su questi due discorsi e sulla canea che puntualmente inizia all'avvicinarsi di questa data, emerge chiaro un elemento importante. A nessuno di questi interessa davvero la storia dell'esodo o le foibe. Queste sono due scuse. Quello che è importante è screditare fino alla calunnia, la lotta di liberazione e il comunismo, per poter riabilitare il fascismo, su cui l'Italia (questa è la vera tragedia) non ha mai fatto i conti veramente».

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