Francesco Faraci: Atlante Umano e VoidTokyo: proroga delle mostre fino al 10 marzo

Visto il gradimento del pubblico per le mostre Francesco Faraci: Atlante Umano e VoidTokyo, è stata disposta la proroga di entrambe fino al 10 marzo 2019.

Il Servizio Musei e Biblioteche del Comune di Trieste, in collaborazione con l'associazione dotART, ha proposto una serie di esposizioni, volte a esaltare l’interazione tra la fotografia contemporanea e i luoghi museali.        Presentate in occasione del quinto Trieste Photo Days - Festival di Fotografia Urbana, le immagini selezionate consentono di conoscere inediti percorsi narrativi, con l’intento di accrescere la consapevolezza del valore culturale della fotografia contemporanea.

Al Civico Museo Sartorio di Largo Papa Giovani XXIII, 1, è esposta la mostra Atlante Umano Siciliano di Francesco Faraci, aperta con i seguenti orari: da martedì a giovedì 10-13, venerdì-sabato 14-17, domenica 10-17, lunedì chiuso. Ingresso libero.

Francesco Faraci si è avvicinato alla fotografia dopo gli studi in Sociologia e Antropologia. Ha pubblicato vari reportage nei giornali italiani, francesi ed inglesi sui temi della mafia e dei flussi migratori.  Nel 2016 ha pubblicato il suo primo libro Malacarne Kids come first, a cura di Benedetta Donato, edito da Crowdbooks, un viaggio di tre anni dentro le estreme periferie della città viste attraverso i bambini. Recentemente Jovanotti ha inserito nel cofanetto Oh live, appena uscito, dieci fotografie scattate dal giovane siciliano durante l'ultimo tour. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti anche internazionali.

La selezione è stata curata da Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca e della Biblioteca dei Civici Musei di Storia ed Arte, in collaborazione con Lorenza Resciniti, conservatore del Museo Sartorio, con la supervisione di Laura Carlini Fanfogna, direttrice dei Civici musei triestini.

Al Civico Museo Orientale di via S. Sebastiano 1, è esposta la mostra VoidTokyo, aperta con i seguenti orari: da giovedì a domenica, 10-17. Ingresso libero.

La rassegna fotografica comprende progetti di Tatsuo Suzuki (fondatore del collettivo) e Tadashi Onishi, esposti assieme a una selezione di opere degli altri membri: Hiroki Fujitani, Naoki Iwao, Yukari Unleash Sasaki, Keiichi Ichikawa, Tadashi Yamashita, Ash Shinya Kawaoto, Kawara Chan, Miho Okawa, So Sasaki.

La selezione è stata curata da Claudia Colecchia in collaborazione con Michela Messina, conservatore del Museo Orientale, con la supervisione di Laura Carlini Fanfogna.

Gli scatti in bianco e nero si alternano alle colorate stampe giapponesi.

Tatsuo Suzuki vive e lavora a Tokio e fotografa dal 2008. Ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui The Fence (categoria Street, 2017), The Independent Photographer Competition (2017), lo Steidl Book Award Japan (2016). È stato finalista del San Francisco Street photo contest, del Miami Street Photography Contest e del LensCulture Street Photography Awards, e ha esposto i suoi lavori a Shanghai, Tokio e Londra. Il suo obiettivo è mostrare attraverso la fotografia di strada quanto il mondo sia bello, interessante, meraviglioso e talvolta crudele. Oltre a occuparsi di fotografia, Tatsuo opera nel sociale, aiutando le persone con disabilità cognitive.

Tadashi Onishi fotografa la città e la vita urbana giapponese combinate con la natura sociale, per trovare un terreno comune tra la strada e la fotografia documentaria. Nel 2017 vince la prima edizione del TPD Book Award con il progetto “Lost in Shinjuku”. Il libro, scelto da Maurizio Galimberti (che cura anche l’introduzione) è stato pubblicato da dotART e presentato a Trieste Photo Days 2017 alla presenza del fotografo.

La visita ai musei dei fruitori amanti della fotografia e/o delle collezioni museali diviene opportunità di poter indugiare, al Museo Orientale, su scatti contemporanei degli autori di VoidTokyo e la celeberrima Onda di Hokusai o, al Museo Sartorio, su istantanee fotografiche e i disegni di Giambattista Tiepolo.

Il muto dialogo, intrecciato nei luoghi museali destinati a conservare e tramandare la memoria, oltre la condizione umana, è fecondo, capace di esaltare il legame narrativo tra gli scatti dei fotografi giapponesi del collettivo VoidTokyo e le collezioni artistiche provenienti dal Paese del Sol Levante.

Mentre la fotografia di denuncia del siciliano Francesco Faraci è intenzionalmente esposta nell’elegante villa della famiglia Sartorio. È la ricerca dell’ossimoro: contrasto tra lo sguardo provocatorio che descrive il male di vivere di Faraci e la serena compostezza della settecentesca nobile villa triestina. Quale miglior contesto per il raccontare, mai consolatorio, di un fotografo che realizza un lavoro sui contrasti, sugli opposti: vita/morte, caos/silenzio, gioia/tristezza, rassegnazione/riscatto.