Federmeccanica, il 60% delle aziende nel Nord-Est non trova dipendenti

L'andamento del settore della Meccanica in Italia, la situazione a livello territoriale e le prospettive di sviluppo attraverso iniziative promosse da Federmeccanica e da Confindustria Venezia Giulia sono state al centro di un incontro con la stampa, svoltosi questa mattina nella sede di Trieste di Confindustria Venezia Giulia. L'incontro è stato inoltre l'occasione per presentare i progetti di trasformazione in ottica “Industria 4.0” già messi in atto da Wärtsilä Italia, uno dei principali player del settore meccanico in regione. All'incontro sono intervenuti Luca Farina, Presidente della Sezione Meccanica ed Impiantistica di Confindustria Venezia Giulia; Mario Musolino, Presidente della Sezione Metalmeccanica e Siderurgica di Confindustria Venezia Giulia e Giuseppe Saragò, General Manager, Smart Manufacturing & Innovations,Wärtsilä  Italia.

 

La situazione in Italia

L'indagine congiunturale nazionale di Federmeccanica conferma una fase moderatamente espansiva per il settore . Le rilevazioni ISTAT segnalano una produzione metalmeccanica in crescita del +4,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (con una crescita tendenziale maggiore rispetto a quella della manifattura nel suo complesso, ferma al +3,3%). Positiva anche la variazione congiunturale, misurata rispetto al 1° trimestre 2018, che si attesta al +0,9% per la metalmeccanica e al +0% per l'industria in generale. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2018, la produzione metalmeccanica italiana ha registrato un incremento del 4,6% rispetto al 2017 ma i volumi realizzati risultano ancora inferiori del 22,1% rispetto al periodo pre-recessivo (1° trimestre del 2008). Al contrario, a livello europeo, il complesso dei 28 Paesi ha superato dello 0,7% il valore di produzione pre-crisi, con picchi del +8,4% per la Germania e del +4,3% per il Regno Unito. Nel periodo gennaio-giugno 2018 le esportazioni, pari a circa 113 miliardi di euro, sono mediamente aumentate del 3,8%, a fronte di un incremento del 5,0% delle importazioni. Il conseguente saldo positivo di 25 miliardi di euro èisultato uguale a quello realizzato nello stesso periodo del 2017.

 

La situazione in Friuli Venezia Giulia

Anche l’indagine regionale, realizzata da Confindustria Friuli Venezia Giulia su un campione di aziende associate, mostra per il secondo trimestre di quest’anno una crescita complessiva della manifattura sia a livello congiunturale (+2,3% rispetto allo stesso periodo del 2017), sia tendenziale (+1% rispetto al primo trimestre 2018). La stessa indagine rileva che il settore metalmeccanico ha un congiunturale sovrapponibile a quello generale della manifattura (+2,4%) mentre un tendenziale più debole (-1,7%).

Analizzando la forza del settore, si rileva come esso pesi per il 33,54% sul numero delle imprese del FVG e che gli addetti afferenti ad esso siano addirittura il 54,65 del totale (rilevazioni ISTAT FVG 2016). Entrambi i valori testimoniano come la metalmeccanica - ambito cui afferiscono la metallurgia; la fabbricazione di prodotti in metallo; la fabbricazione di apparecchiature elettriche e e per uso domestico non elettriche; la fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca; la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi; la fabbricazione di altri mezzi di trasporto – sia il settore industriale maggiormente rappresentativo non solo a livello italiano ma anche regionale. (Tale affermazione di conferma anche se si prende in considerazione la rilevazione di Confindustria FVG del II trimestre 2018: in cui il peso degli occupati metalmeccanici è pari a 12.927 occupati su 24.023 complessivi (pari al 53,81%) e in cui fatturato del campione metalmeccanico totalizza 2.583,6 milioni di Euro, il 36,48% del totale. Approfondendo ancora l'analisi al solo contesto di Confindustria Venezia Giulia, le aziende metalmeccaniche associate dell'area di Trieste e di Gorizia sono 80 su complessive 349 (22,9%) e totalizzano 7841 addetti su 27.000 (29%)

Il settore metalmeccanico in FVG ha un altissimo tasso di internazionalizzazione, il cui peso sul fatturato globale del campione analizzato è pari al 77,3% , per un controvalore di 1.996,2 Milioni di Euro sui 2.583,6 Milioni di Euro realizzati dalla selezione presa in esame del comparto (il totale dell'export realizzato da tutto il manifatturiero analizzato nel campione è pari a 4.135,9 Milioni di Euro – ciò significa che la meccanica genera il 48,2% dell'export - e il totale del fatturato del manifatturiero è di 7.082,7 Milioni di Euro, con la meccanica al 36,5%).

Le prospettive future

Sulla base delle previsioni nazionali emerse dall’indagine di Federmeccanica, la fase espansiva dovrebbe proseguire anche nel corso del prossimo trimestre, ma il miglioramento risulterà più contenuto rispetto al passato. Anche i livelli occupazionali dovrebbero rimanere positivi ma in misura minore che in precedenza. In particolare, la rilevazione segnala che a livello italiano il 48% delle imprese metalmeccaniche ha difficoltà nel reperire manodopera specializzata ed è stato inoltre evidenziato che la carenza ha riguardato, in ugual misura, le figure professionali con elevato contenuto tecnologico e quelle con competenze di tipo tradizionale.

Anche a livello regionale, il campione intercettato da Confindustria Friuli Venezia Giulia individua una prosecuzione del trend di crescita più lenta che negli ultimi mesi.

La proposta “Più Impresa”

In questo contesto, Federmeccanica ha lanciato la proposta “Più Impresa”, un “manifesto” con cui l'Associazione intende sottolineare, a tutti i livelli, la forza di questo settore e la possibilità per il Paese di assicurarsi un migliore livello di crescita. I suggerimenti in esso contenuti si sintetizzano nei seguenti 5 punti:

1) Più Metalmeccanica

La Metalmeccanica è il motore dell’economia italiana: rappresenta l’8 % del Pil, quasi il 50% dell'export nazionale e occupa 1 milione e settecentomila lavoratori. Servono quindi ulteriori politiche industriali mirate a livello nazionale e azioni coordinate a livello europeo per fronteggiare le tensioni commerciali globali.

2) Più Istruzione e Formazione

Il 48% delle Aziende metalmeccaniche non riesce a reperire persone con le conoscenze necessarie: non si trovano a sufficienza sia lavoratori con competenze professionali in tecnologie avanzate e digitali, sia con competenze tecniche di base di tipo tradizionale. La soluzione è quindi incentivare l'alternanza scuola lavoro e l'apprendimento permanente.

3) Più Innovazione

La Metalmeccanica produce il 100% dei beni di investimento attraverso cui si trasferisce tecnologia a tutti i settori e ai diversi rami dell'economia. Rendere strutturali e potenziare i finanziamenti degli investimenti in macchinari, processi, modelli di business innovativi e nella creazione di competenze funzionali ad Industry 4.0.

4) Più Flessibilità

È necessaria per avere la possibilità di adattarsi ai cambiamenti. Ma flessibilità non significa precarietà: il 40% dei lavoratori assunti a tempo indeterminato nelle aziende metalmeccaniche sono trasformazione di contratti flessibili e il 96% dei lavoratori metalmeccanici sono a tempo indeterminato.

5) Più Competitività

Il costo del lavoro per unità del prodotto (CLUP) in Italia dal 2000 ad oggi è cresciuto del 26%. Occorre ridurre il costo del lavoro e aumentare la produttività, incentivare con detassazione e decontribuzione ogni forma di collegamento tra salari e produttività. Infine combattere la burocrazia, che è il primo fattore problematico per fare Impresa in Italia.

“Più impresa = Più lavoro”: per aumentare l’occupazione servono politiche industriali per far crescere le aziende e politiche formative per far crescere le persone.

Le prospettive territoriali

Anche a livello locale la via maestra per continuare a competere è l’innovazione e su questo Confindustria Venezia Giulia ha lavorato su due filoni: da un lato azioni e progetti formativi per un maggiore collegamento tra imprese, Università e centri di ricerca; dall'altro azioni sulle aziende in ottica “specializzazione intelligente” e sui centri di ricerca per accelerare il trasferimento tecnologico.

A questi filoni afferiscono il Protocollo d’Intesa sottoscritto con l’Università di Trieste nel settembre 2015, cui nel 2017 è seguito un primo Accordo attuativo, per aumentare l'integrazione tra il mondo accademico e quello imprenditoriale, incrementare le occasioni di confronto e di condivisione. Da quegli accordi si sono avviati una serie di tavoli con l’Ateneo che hanno portato già ad una collaborazione nell’ambito della didattica nell’anno accademico 2017/2018 e che continua per l’anno accademico 2018/2019. L'intesa ha portato anche al progetto “Talent Acquisition”, ideato dall’Università degli Studi di Trieste e da Confindustria Venezia Giulia, per sostenere le iscrizioni alle lauree magistrali in Ingegneria e per incrementare la presenza sul territorio di figure professionali eccellenti, sia in termini di competenze tecniche sia trasversali, la cui prima edizione si è appena chiusa con successo con l’erogazione di 38 borse di studio da 2800 Euro l’una per il primo anno di magistrale e l’inserimento in azienda con un tirocinio ad hoc, presso una delle 24 aziende del territorio finanziatrici del bando. A esso si sono poi affiancate ben 14 borse di studio per la nuova Laurea Magistrale in Data Science and Scientific Computing (afferente al Dipartimento di Matematica e Geoscienze) sempre erogate da aziende associate. Infine la collaborazione prosegue anche nel Master in Robotica, il primo e unico percorso formativo in Italia, recentemente presentato, che permetterà la formazione di professionisti con profili altamente interdisciplinari nell’ambito del settore Robotica e Automazione Avanzata.

Confindustria Venezia Giulia, inoltre, non ha trascurato nemmeno il tema della formazione post diploma con la partecipazione alle Fondazioni che hanno dato vita agli Istituti tecnici superiori ( ITS ) del Volta e del Nautico dove, rispettivamente si formano tecnici informatici per il settore biomedicale e ufficiali di bordo ed operatori della logistica. I risultati in termini di partecipazioni e, soprattutto, in termini di occupazione al conseguimento del diploma superiore sono assolutamente confortanti

L'Associazione è inoltre parte attiva del “Polo Tecnico Economia del Mare”, progetto triennale supportato e finanziato dalla Regione FVG, che prevede la promozione di percorsi di formazione, aggiornamento e riqualificazione professionale innovativi e coerenti con i fabbisogni della filiera e per il rafforzamento della competitività delle imprese.

Proseguono inoltre le attività con gli Istituti Scolastici Superiori in tema “Alternanza Scuola Lavoro” per l’inserimento in azienda dei ragazzi. In parallelo, per fornire a imprenditori e manager gli strumenti, le metodologie e il know-how per affrontare i problemi di gestione dell’innovazione è stato creato con il MIB il MINIMASTER “ENTREPRENEURIAL MANAGEMENT OF INNOVATION”.

Infine, sta riscuotendo interesse un progetto pilota avviato in collaborazione con la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), una delle eccellenze del nostro territorio. Il progetto pilota “PHD 4 PMI”, avviato a giugno, consiste nel mettere a disposizione dell’impresa interessata un team di giovani ricercatori per affrontare congiuntamente un problema tecnico o un’idea di innovazione nata in azienda ed ottenere proposte di soluzioni e idee negli ambiti di specializzazione della Scuola, ovvero matematica, fisica e neuroscienze. Grazie anche all’infrastruttura del supercalcolo in dotazione alla Scuola, già una decina di imprese hanno manifestato interesse a sottoporre le proprie challenges aziendali che potrebbero utilmente avvalersi dell’applicazione del calcolo scientifico per la simulazione, il controllo e l’ottimizzazione di sistemi complessi.

DICHIARAZIONI

“Quello della meccanica e metalmeccanica è il comparto più significativo dell'industria manifatturiera in Friuli Venezia Giulia e nella Venezia Giulia: vi afferiscono oltre il 30% delle imprese e il 50% degli addetti ed è il settore con maggiore incidenza sulla produzione di valore. Si tratta di un comparto composto da aziende di ogni dimensione, con una forte presenza di PMI. Per questo motivo riteniamo che le politiche di sviluppo industriale promosse a livello nazionale e territoriale debbano partire da questo settore, che è anche responsabile della produzione di tutte le apparecchiature necessarie all'evoluzione tecnologica 4.0 delle altre aziende, qualunque sia il loro settore. A questo proposito, le realtà più grandi in ambito metalmeccanico stanno già attuando percorsi di   trasformazione  verso l’ “industria 4.0” e possono fare da traino e da esempio per le realtà più piccole, in una collaborazione che può trovare diverse forme di attuazione. Quello che tutte le aziende segnalano è la difficoltài reperire risorse umane specializzate e pronte a gestire questo cambiamento.” Luca Farina, Presidente della Sezione Meccanica ed Impiantistica di Confindustria Venezia Giulia e Mario Musolino, Presidente della Sezione Metalmeccanica e Siderurgica di Confindustria Venezia Giulia

“Wartsila Italia sta lavorando da tempo alla digitalizzazione dei processi produttivi e di services nell’ambito della visione “Industria 4.0”, in linea con il momento di grande innovazione tecnologica che caratterizza il gruppo Wartsila. A Trieste si sta lavorando al concetto di “Opificio Digitale”, si utilizzano sistemi a realtà aumentata, di stampa 3D e di intelligenza artificiale, in una visione di continuo miglioramento dove i sistemi digitali si affiancano e si integrano con quelli tipici dell’industria meccanica pesante. Il viaggio è iniziato, il futuro è ora” Guido Barbazza, President & Managing Director, Wärtsilä Italia

“La vera sfida oggi consiste nell’utilizzo smart di queste tecnologie, nella formazione del personale perché non sia semplice utente delle tecnologie ma diventi egli stesso fucina di idee. E’ necessario puntare su 3 pilastri fondamentali: Upgrade delle Conoscenze di base, Utilizzo SMART delle tecnologie disponibili, Open innovation e Cross Company collaboration. Questo approccio “ecosistemico” può consentire di creare un modello FVG dove le aziende collaborino allo sviluppo di progetti comuni, condivisi nell’ambito “smart manufacturing”, coinvolgendo Università ed Istituti di ricerca del territorio, al fine di generare soluzioni innovative nel settore delle tecnologie digitali applicate ai processi industriali.” Giuseppe Saragò, General Manager, Smart Manufacturing & Innovations,Wärtsilä  Italia.