Europee, candidata con +Europa la top manager Layla Yusuf: ex migrante che ce l'ha fatta

La candidata che non ti aspetti. Layla Yusuf, coordinatrice di +Europa a Reggio Emilia e in corsa per un seggio da europarlamentare nelle liste del movimento promosso da Emma Bonino (Yusuf è nella circoscrizione "Italia nord orientale" che comprende Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna) è una donna di successo che si è fatta da sola. Somala, musulmana, attivista dei diritti civili, la sua storia- che la candidata invita ad ascoltare davanti ad un caffè- è fuori dal comune. E' stata tra i primi richiedenti asilo in Italia, dove è arrivata negli anni 90 grazie a un visto umanitario, fuggendo dalla guerra civile che stava devastando la Somalia. Lì Layla Yusuf, nata 56 anni fa a Mogadiscio, si era laureata in chimica e insegnava all'università. Il suo primo approdo italiano è stato a Padova dove, titolare di una borsa di studio dell'ateneo veneto, ha fatto la ricercatrice. Il percorso accademico lo ha però completato a Bologna, conseguendo la laurea magistrale in chimica industriale con specializzazione in "tecnologia dei materiali".  Da qui il passaggio a Reggio Emilia, che da 26 anni è la sua casa. Prima impiegata per 2 anni in un'azienda per poi passare al settore auto: una carriera lunga 12 anni, da impiegata nel controllo qualità a responsabile della qualità aziendale (unico dirigente donna e di colore). Cittadina italiana dal 2007, Yusuf vanta un curriculum professionale da quarta rivoluzione industriale. Parla tre lingue- italiano, inglese e arabo- e con la sua rara qualifica di Quality & Management system, esperta settore automotive, ha collaborato con un ente di certificazione della sicurezza per aziende come Ferrari, Maserati e Lamborghini. Dal 2010, quando nonostante la crisi mordesse forte ha deciso di mettersi "in proprio", Yusuf gira il mondo per lavoro e guida missioni aziendali di commercio e sviluppo internazionale tra Italia-Africa-Cina. Ora lavora a due grandi progetti. Uno per una filiera agroalimentare di the e caffè in Kenya e in Ruanda, l'altro per impiantare in Kenya uno stabilimento da circa 30.000 occupati di assemblaggio di auto cinesi destinate al mercato africano. Non è tutto. Al successo lavorativo che va di pari passo con la sua indipendenza Yusuf ha affiancato la carriera di mamma (ha una figlia, Muna, che vive in Australia e sta finendo il Master of Art a Melbourne University, specializzata in Human risorse With the technology management) e l'impegno civile.  Oggi l'esponente di +Europa è infatti presidente dell'associazione "Donne migranti Italia-Somalia" in Emilia-Romagna e vice presidente del "Forum dei musulmani laici", sostenendo inoltre diverse realtà per l'affermazione dei diritti femminili. "Non cerco soldi o potere, mi sono candidata perché devo molto all’Italia che mi ha accolto e perché sono stanca di questa politica piena di odio e slogan vuoti", dice Layla Yusuf. "Penso davvero che con un’Europa migliore e diversa possiamo stare meglio tutti e il progetto di +Europa per gli Stati Uniti europei- aggiunge la candidata- è l’unica alternativa credibile che propone valori e principi per me irrinunciabili come la crescita economica sostenibile, il diritto all'autodeterminazione della persona, l'equità generazionale, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, civili e politici da parte di tutti i membri dell'Ue". Tra i quali va perseguita un’unione sempre più stretta perché "un’Europa unita- conclude Yusuf- è fondamentale non solo per gli italiani e per gli europei, ma anche per l’equilibrio geopolitico e geoeconomico mondiale”.