Società Alpina delle Giulie, venerdì Enrico Frangipani parlerà delle esperienze nella ricerca petrolifera

Venerdì 11 maggio alle ore 19.00 presso la sede della Società Alpina delle Giulie il gruppo ONC – Operatore Naturalistico e Culturale promuove un incontro con Enrico Frangipani che relazionerà su una serie di studi e confronti effettuati nel tempo raccontando anche delle proprie esperienze professionali nell'ambito della ricerca petrolifera.

Nel territorio del Friuli Venezia Giulia sono ben quattro le miniere che sono state inserite tra i geositi regionali. Tra queste una è ritenuta d’interesse sovranazionale: quella di piombo e zinco di Cave del Predil – Raibl, seguono quella medioevale di argento a Pramosio, quella di carbone a Cludinico e quella di scisti bituminosi del rio Resartico.

Come per molte altre site in Regione e per quelle più diffuse e numerose del vicino Veneto, questi giacimenti rappresentano il risultato di peculiari condizioni geologiche e geochimiche necessarie alla loro formazione. Diverse centinaia d’anni di coltivazioni e studi non sono però stati sufficienti a spiegarne dettagliatamente l’origine.

L’incontro proposto vuole innanzitutto presentare una nuova ipotesi sulla loro formazione, connessa all’interazione tra antiche acque oceaniche, magmi basaltici ed altre rocce. Questo complesso quadro è stato ulteriormente complicato dalle orogenesi che hanno sollevato le nostre catene montuose, deformando il loro stato originario.

In questo quadro si sono inserite le esigenze umane di approvvigionamento di materie prime, di cui abbiamo tracce addirittura dall’epoca romana e medioevale, fino ad arrivare ai nostri giorni. Per realizzare, ieri ed oggi, oggetti d’uso corrente: armi, monete, aratri ed altri utensili dalle forchette agli  oggetti  d’arte  con  metalli  preziosi  ed  infine,  in  tempi  più  recenti,  per  ottenere  energia.

Oggigiorno le esigenze del genere umano non sono molto diverse ma, su scala mondiale, tra le varie potenze si è accesa una lotta senza esclusione di colpi per la ricerca e l’utilizzo di metalli sempre più rari, impiegati sia nell’industria militare che in quella aerospaziale ed elettronica. Ad esempio la Cina ha il controllo dell’approvvigionamento globale delle cosiddette “terre rare”.

Non solo la geochimica ma anche le leggi dell’economia, nel recente passato, hanno costretto alla chiusura le miniere del vecchio mondo. Qui non mancano testimonianze del nostro lontano passato, che raccontano delle esigenze della ricerca e poi delle modalità di coltivazione delle miniere che avevano fatto sorgere nelle zone limitrofe borghi e villaggi, alcuni ancora esistenti, altri scomparsi dopo la chiusura delle attività. Attualmente buona parte di queste aree rappresentano una testimonianza delle glorie passate e l’ultima chance per mantenerle vive sembrerebbe essere la scelta di valorizzarle come geositi; una nuova strategia per conservarne almeno la memoria e per diffondere le conoscenze di un mondo in cui scienza, tecnica e lavoro avevano trovato una particolare sintesi, anche se pare che la recente necessità di cercare nuovi metalli potrebbe portare alla riapertura di qualche sito.

Intanto dalla cronaca mineraria emerge che in Africa, per esempio, per ottenere i metalli utilizzati nella costruzione dei nostri telefoni cellulari (il cosiddetto col-tan, insieme di columbite – tantalite), si ricorra sempre più di frequente a operazioni e traffici che letteralmente “grondano sangue” andando periodicamente ad alzare il livello di violenza nel continente.

Molti aspetti inerenti il tema dell'incontro devono essere ancora approfonditi, studiati, sviluppati e divulgati. E' molto probabile che comprendendo meglio come si sono formate queste preziose risorse naturali potremo forse scoprire qualcosa di nuovo, qualche nuovo metallo per nuove applicazioni, e tornare a scavare nelle nostre vecchie miniere.

venerdì 11 maggio ore 19.00 Sala Proiezioni

Società Alpina delle Giulie via Donota, 2 - Trieste