Duino&BOOK Festival del Libro, 5 appuntamenti dedicati al libro d'autore

l Gruppo Ermada Flavio Vidonis, con il patrocinio del Comune di Duino Aurisina nell'ambito della Rassegna Algy il Magnifico Lettore del bando Città che Legge 2019, presenta l'anteprima estiva di Duino&BOOK Festival del Libro, in collaborazione con le Vie delle Foto, Lions Club Duino Aurisina, Ajser 2000, Bora.la, TC Bar Alabarda, Bar Ai Sportivi, Ristorante da Gino, Ristorante San Mauro.

Cinque appuntamenti dedicati al libro d'autore:

lunedì 15 luglio alle ore 19.00 presso il Ristorante San Mauro di Borgo San Mauro "MARCO, ANALISI NARRATIVA DEL VANGELO PIU' ANTICO" Tau editrice con l'autore Don Fabio la Gioia in collaborazione con il Lions Club Duino Aurisina. Il Vangelo di Marco, a lungo sottovalutato dalla storia, vive oggi di una rinnovata considerazione e analisi, che ha portato a scoprire molto di questo testo, il più antico dei quattro. Tra i vari studi, commenti e interpretazioni, si inserisce oggi anche "Marco. Analisi narrativa del Vangelo più antico", commento proposto da don Fabio La Gioia. L’origine si trova nell’interesse e nel fascino che ha da sempre suscitato nell’autore il Vangelo di Marco, in quanto è, da un lato, il Vangelo più antico rispetto agli altri tre, quindi anche fonte di ispirazione per questi, dall’altra parte perché ha un linguaggio molto asciutto e molto sobrio ma allo stesso tempo molto diretto e coinvolgente. È un po’ come un racconto a viva voce. Come dice il filosofo Luigi Pareyson, l’interpretazione è infinita. Si può sempre interpretare e in modo diverso. Il Vangelo di Marco, per ben 18 secoli, è stato un po’ sottovalutato, ritenendo - a torto - che fosse un sunto del Vangelo più ampio di Matteo o comunque che non fosse ben composto per la sua brevità e perché, dal punto di vista grammaticale, non è molto elegante.  Dal 19° secolo si ha una rivalutazione, dovuta all’introduzione di metodi di studio della Bibbia storico - critici, attraverso i quali si è appurato come il Vangelo di Marco sia originale in diversi punti e sia addirittura il primo. Costituisce quindi una fonte per tutti gli altri, in particolare ci sono dei nessi più stringenti con Luca e Giovanni. Per la mia interpretazione, ho adottato il metodo di studio dell’Analisi narrativa, metodo esegetico recente, con il quale si pone attenzione particolare a tre elementi: la trama, ossia l’intreccio del racconto, i personaggi - qui il principale è Gesù, con i discepoli, la folla e gli avversari - e la loro caratterizzazione; non da ultimo in quest’analisi anche il lettore è chiamato in causa, perché - citando Umberto Eco - "ogni testo è una macchina pigra che chiede al lettore di far parte del suo lavoro".  In un testo non tutto è detto, molte cose sono sottintese e il lavoro del lettore è proprio quello di cercare di capire non detto, non detto chiaramente e sottintesi. Questo perché il fine è coinvolgere i lettori nella trama del racconto, tanto da diventane una parte attiva, facendosi in qualche modo un po’ come gli stessi discepoli, quindi pronti a lasciarsi ispirare dalle parole e dagli insegnamenti del Maestro.

martedì 16 luglio alle ore 18.00 presso il Ristorante da Gino a Sistiana il libro della Triestina "UN SECOLO, STORIA DI CENTO PRIMAVERE" di Giovanni Proiettis che dialogherà con Lorenzo Campanale in collaborazione con il TC Bar Alabarda di Sistiana; Tutto accadde e tutto accadrà all’ombra dell’alabarda. Tra le parole di questa frase si racchiude lo spirito ed il senso stesso della narrazione vergata sulle pagine del libro “Un secolo, storia di cento primavere” (Luglio Edizioni) realizzato con il contributo di Fondazione CRTrieste. L’importante novità che si palesa di fondamentale rilevanza e discontinuità dalle precedenti opere risiede nel progetto e nella realizzazione del volume, che sono stati concepiti e si  sono sviluppati in seno alla tifoseria, proponendosi quindi come “occhio” alternativo, ma altrettanto competente. Un’altra variante importante rispetto alla consueta concezione di libro storico sul calcio sta nel concetto di inscindibile fusione tra la squadra e la sua città: La Triestina, Trieste e i Triestini. Attraverso questo principio si snoda il racconto: epoche, mutamenti, circostanze che di pari passo hanno cambiato le strade, le piazze, gli stadi, le vite, la società, mentre l’Unione cambiava le proprie divise e la pelle, rimanendo pur sempre un caposaldo emblematico per la gente di questo luogo. Un percorso unico, il Novecento triestino, tra guerre, rinascite, riappropriazioni identitarie, che vanno sempre considerate per una corretta interpretazione del “culto” dell’Alabarda triestina. Storie di calciatori, presidenti, soldati, puttane, operai, letterati…ma anche di muri, palazzi, binari, piazze, vento, mare arbusti arrampicati sulla pietra; la Triestina è molto più di una semplice squadra di calcio, ma rappresenta una storia di generazioni appassionate che da piazza d’Armi a Montebello, dal Grezar al Rocco si sono passate un testimone che si chiama VITA!

mercoledì 17 luglio alle ore 18.00 presso il Bar Ai Sportivi a Borgo San Mauro il libro per bambini "SISI', OTTONE E LA CANTINA MUSICALE" di Zita Fusco con disegni di Fabrizio Di Luca con la partecipazione di Linda Simeone delle Vie delle Foto. Sisì è una ballerina di carillonche danza sempre sulle note della stessa musica.Un giorno decide di scendere dal suo piedistallo per andare a cercare nuove melodie…Dove potrebbe trovarle?E chi la aiuterà?

giovedì 18 luglio alle ore 18.00 presso il Ristorante San Mauro di Borgo San Mauro la presentazione dei volumi "MANUALE DELLA BOBA DE BORGO, LIBERO LIBERA TUTTI, E INPS FACTOR" sarà presente l'editore Diego Manna in collaborazione con Ajser 2000. Uolter, il personaggio portato al successo su Macete da Flavio Furian e Massimiliano Maxino Cernecca, sarà il testimonial di quello che è un vero e proprio manuale di istruzioni sul come diventare una vera boba, dalla A di Ailo alla Z di Zaflaucic, con copertina boba di Paolo Pascutto. Si parte proprio dalla definizione di boba, per evitare di confondersi con le legere, nagane o tare e quindi seguire una strada errata nella propria formazione sociale. La boba infatti ha l’aspetto di un bullo di periferia, ma il suo cuore è puro. Ampia poi la sezione sul linguaggio usato dalle bobe, con approfondimenti per ogni vocale e per le consonanti più importanti, come la C di codindio e la particella TE, fondamentale per relazionarsi con i classici Te copo, Te dago, Te remeno, ecc. Si passa poi all’analisi della postura, dell’abbigliamento e dei comportamenti in diverse situazioni tipiche, come ad esempio con “le babe”, con le forze dell’ordine, al telefono e con i propri figli. “Libero libera tutti”, scritto da Francesca Sarocchi con disegni di Chiara Gelmini. Le due autrici dialogheranno assieme alla scrittrice Chiara Gily (Triestini e Napoletani, 2017), accompagnandoci in un viaggio tra jota, patate in tecia, personaggi particolari, invenzioni geniali, telefonate improbabili e aneddoti divertenti, alla scoperta di com’è oggi e com’era ieri l’osteria che ha caratterizzato la storia di Trieste.  Il libro infatti non è centrato solo sulla figura di Libero, storico oste citato nelle guide turistiche di tutto il mondo e descritto da Magris sul Corriere della Sera come “mitico”, ma alterna il ricordo di quel periodo storico con il racconto dell’atmosfera di oggialle prese con prenotazioni saltate, scambi di osterie e situazioni tragicomiche. Come quando, ai primi tempi della nuova gestione, è stato assegnato all’osteria un numero di telefono precedentemente appartenuto alla Salus. E così era facile imbattersi in richieste del tipo “La scolti, credo de gaver le emoroidi, podessi venir a farme visitar?”. E che dire dei turisti tedeschi che in pieno agosto domandano di poter assaggiare la tipica jota triestina? In mezzo a tutta questa umanità, spiccano ancora le idee geniali dell’oste Libero, come quando il suo progetto per raddrizzare la torre di Pisa, nato dall’esperienza di lavoro in miniera, gli è stato poi copiato da più illustri ingegneri. Trieste, è noto, vanta il record di città con il numero più elevato di anziani in Italia e forse in Europa. A Trieste la popolazione è longeva e vivace. Sarà l’aria di mare, la quotidianità tranquilla e godereccia o sarà quel modo di prendere la vita con leggerezza. D’altra parte è la città dei motti “Viva l’A e po bon” o “la vita che mi voio xe a Barcola su uno scoio”, che in quest’ultimo caso l’anziano colonizza d’estate alle 5 del mattino. I pensionati triestini sono sportivi, frizzanti, pieni di energia e iperattivi. Hanno insomma l’INPS factor, una specie di marcia in più. Micol Brusaferro, già autrice dei fortunati “El Pedocin” e “Mirella Boutique”, descrive così un’altra delle peculiarità della nostra città, e ci porta alla scoperta delle abitudini, dei pregi e dei difetti di quelli che vengono simpaticamente chiamati “i veci de Trieste”. Li troveremo appostati a osservare i lavori nei cantieri, sempre prodighi di consigli e osservazioni non richieste, o alla guida di automobili sino ai novanta anni e oltre, rigorosamente “col capel”. Per non parlare dello scontro generazionale con i ragazzini sugli autobus, colpevoli di scegliere gli orari preferiti degli anziani e di portare via spazio con gli immancabili zainetti, o del rapporto con le nuove tecnologie, dal computer ai sms sino ai moderni smartphone. Scopriremo così che, con un anziano in casa, non servirà più seguire le previsioni meteo, perché nulla è più affidabile del suo bartuelometro”. Non manca infine una parte dedicata al vocabolario dei veci”, con parole del dialetto triestino che forse ai giovani risultano poco comuni, quali plafon, fulminanti, iazini, aparecio e l’immancabile Marco Caco. Una piccola enciclopedia tascabile di tutto quello che c’è da sapere sui “veci de Trieste”

Venerdì 19 luglio alle ore 18.00 presso il Bar Ai Sportivi di Borgo San Mauro presentazione del volume "TERGESTE DOVE REGNA LA BORA" edizioni Bora.la di Edda Vidiz, Un viagio sule ali dela bora ala scoperta de quela che iera la storia de Tergeste dela “prima piera” fin a l’età de mezo.  Tuto rigorosamente in dialeto triestin. Incontreremo cussì Argonauti, Romani, Longo bardi, Veneziani e perfin Furlani, tuti che per un motivo o per l’altro i passava el tempo a far pupoli propio qua de noi, prima che rivi i tempi de l’Austria e dei capuzi che no se pol magnar. E, tra una guera e un bagordo, scopriremo anca chi che iera i famosi “nobili del mocolo” e come mai se ciamemo “muli”.