«Due giovani cacciati da un locale per il colore della loro pelle»

«Trieste agli onori della stampa nazionale in pochi giorni.Al primo posto per eventi di razzismo e discriminazioni ( solo di quelli denunciati…) e primato per aver sconfitto randagismo e abbandono dei cani. Felice per il secondo primato, ma incomprensibile come due estremi simili possano convivere nello stesso territorio.Mi è capitato di notare al supermercato generosi pensionati che pur di acquistare prelibatezze per i loro animali domestici, risparmiano sulla loro spesa alimentare, gli stessi che poi vogliono porti e confini chiusi, sapendo che in tal modo si lasciano morire esseri umani». Lo rileva la consigliera circoscrizionale del Pd Maria Luisa Paglia. «La settimana scorsa - ancora - presso un locale in provincia di Trieste , due ragazzi che effettuano volontariato presso un’associazione locale, entrati per un caffè, sono stati aggrediti verbalmente e cacciati dai dipendenti del locale, solo per il colore della loro pelle.Molti clienti e anche forze dell’ordine sono intervenuti in loro soccorso.Ma questo la dice lunga sugli amanti degli animali del nostro territorio.C’è una evidente dipendenza succube da certa propaganda che sta deliberatamente creando dei falsi nemici.Chi ha offeso i ragazzi, è a conoscenza che il razzismo è un reato? Dovremo forse vedere avvisi tipo “ Vietato l’ingresso ai neri ma non ai cani” ?» «Come - continua l'esponente del Pd triestino - invertire questo processo? La società civile può guidare il cambiamento, quello vero.Le associazioni di volontariato, quelle sportive, sindacali, le comunità religiose, la scuola, la cultura, hanno la responsabilità e la possibilità di mettere in atto buone pratiche di informazione, di conoscenza della storia, della realtà.Le leggi di solito sono state emanate come conseguenza di costumi e abitudini già evoluti; se i cittadini costituiranno opinione maggioritaria, saranno loro a dettare l’agenda politica, i governanti allora dovranno occuparsi dei problemi veri e non di quelli inventati. In tal modo solo i capaci governeranno, quelli che possiedono esclusivamente la competenza di creare fake news torneranno nel mondo dei social». «Non dimentichiamo - conclude Paglia - che dietro il nazismo e le deportazioni c’era solo il razzismo e l’indifferenza e, per il futuro dei nostri figli, anche i giornalisti farebbero bene a rinunciare a qualche pezzo di audience, concorrendo ad evitare che le generazioni future rivivano alcuni tristi momenti che adesso commemorano nel Giorno della Memoria».

FOTO COPERTINA DI REPERTORIO