Domenica celebrazione per il Decennale della Beatificazione di don Francesco Bonifacio

«La sera del 14 ottobre, alle ore 19, nella Cattedrale di San Giusto, dove il Beato don Francesco Bonifacio è stato ordinato presbitero, l’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, con una significativa rappresentanza del Presbiterio diocesano, delle persone consacrate, di religiosi e laici e con le rappresentanze delle Parrocchie e delle Associazioni, presiederà l’Eucaristia quale ringraziamento per il decimo anniversario della Beatificazione di questo giovane e zelante sacerdote che ha dato la sua testimonianza a Cristo nel martirio».

Lo rileva in una nota Mons. Ettore Malnati, vicario episcopale per il laicato e la cultura diocesi di Trieste

«Si tratta - continua la nota -  di un momento di grande significato per la nostra Chiesa, in un giorno di festa per una iniziativa come la Barcolana, che porta a Trieste migliaia di persone con la passione del mare. Anche don Francesco, in modo certo diverso, ha avuto un legame forte con questo nostro mare. Suo padre lavorò sui piroscafi di linea che univano le cittadine costiere dell’Istria».

«Lui stesso  - continua - amava, sia a Pirano che a Cittanova, intrattenersi con i pescatori e la gente del mare. Non è quindi fuori posto il ricordo di lui, sacerdote di queste terre legate al mare, nel giorno in cui, da ogni parte, si viene a Trieste per la Barcolana. Godiamo della festa del mare e delle tante vele bianche e colorate che si cimenteranno per una gara di amicizia e di festa. Non vi è conclusione più appropriata che, lasciate le imbarcazioni, più di qualcuno si rechi sul colle di San Giusto per rendere omaggio ad un figlio di gente di mare, che ha saputo navigare nel mare in burrasca, a causa di odi mai sopiti contro il nome cristiano, nel recente passato, che ha segnato la vita della gente non solo delle cittadine della costa istriana e dalmata portando persecuzioni, sofferenze e morte».

«Il Beato don Francesco - sottolinea - , più noi lo accostiamo nei suoi scritti e nel ricordo del suo ministero, più si staglia come amico di chi con la fatica guadagna il pane sul mare e anche di chi sa godere di quanto il mare può offrire nella bellezza di quella luminosità, che rispecchia e sembra intrattenere nelle sue acque increspate o placide. Vi è dunque presso Dio un giovane prete di questo litorale che certo veglia sugli uomini del mare e ad essi indica la vita come un attraversamento non sempre facile e sereno e presenta però nella fede quel faro sicuro che offre la speranza della tranquillità del porto, dove l’uomo trova i suoi affetti e la sua serenità. Affetto e serenità che saranno veri se l’uomo sa riconoscersi nel grande mistero dell’infinito, di cui lui è particella e segno».

«Il Beato don Francesco - conclude -  sembra dire sommessamente a ciascuno di noi: “Solca il mare della vita e guarda in alto, perché tu sei presenza e immagine di quel Dio di cui il mare ti ricorda l’immensità e il porto ti richiama il calore del senso religioso della vita”. La sera del 14 ottobre dalla Cattedrale di San Giusto salirà un grande grazie a Dio perché tra le genti del mare ha tratto un giovane prete, capace varcare e dominare i flutti dell’odio e giungere sereno al porto del martirio, richiamo per tutti di serenità e di pace nella luce di Cristo».