Te Deum di ringraziamento del Vescovo di Trieste Crepaldi: «Aborto e divorzio hanno impoverito l’Italia»

Di seguito il testo dell'omelia che l'arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi ha pronunciato nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, cappella civica della Città di Trieste, in piazza Vecchia.

Distinte Autorità, carissimi fratelli e sorelle,

  1. Riuniti nella Chiesa della Beata Vergine del Rosario per il canto del Te Deum, vogliamo questa sera esprimere al Signore tutta la nostra gratitudine per le innumerevoli grazie che ci ha concesso in questo anno che sta per terminare e, nello stesso tempo, pregarLo di starci vicino con il suo amore e la sua benevolenza anche nel prossimo anno che, tra poche ore, inizierà. Il tempo vissuto in grazia e comunione con il Signore è il momento favorevole di cui ci ha parlato la lettura biblica che abbiamo ascoltato, presa dalla seconda Lettera ai Corinti. In questo brano, San Paolo ci istruisce che il momento favorevole è la morte e la risurrezione del Signore Gesù. È questo il giorno della salvezza. E, poiché il giorno di Cristo è sempre presente in mezzo a noi, Paolo ci esorta a non farlo passare invano. Tutti i giorni dell’uomo e tutti i suoi momenti appartengono, infatti, a questo momento favorevole e a questo giorno di grazia e di salvezza. Cristo Gesù, infatti, è venuto in mezzo a noi per liberarci dal peccato, per introdurci nella nuova vita e per donarci il suo Santo Spirito che ci rigenera e ci dona la figliolanza adottiva.
  2. Carissimi fratelli e sorelle, nel fare memoria di alcuni eventi che hanno caratterizzato la nostra Diocesi, desidero esprimere la mia più viva gratitudine al Signore per averci concesso di vivere, con speciale intensità spirituale, il centenario delle apparizioni della Vergine Maria ai tre pastorelli a Fatima, avvenute nel 1917 nel pieno di una sanguinosa guerra mondiale e con l’apparire sulla scena mondiale del potere comunista nella Russia del tempo. Le celebrazioni hanno avuto il loro luogo naturale nel Santuario di Monte Grisa che, è bene ricordarlo, sorse avendo nel suo orizzonte ideale Fatima e il suo messaggio. Le molte manifestazioni di fervorosa pietà mariana culminarono nella consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che fu fatta in ogni parrocchia della Diocesi e nella consacrazione della nostra Città e del suo territorio. Ora il messaggio di Fatima deve continuare ad essere custodito, coltivato e proposto soprattutto nel Santuario di Monte Grisa che, in questo modo, può diventare sempre più uno spazio privilegiato per chi, con sincera apertura del cuore, si rende pronto e disponibile a intraprendere la strada della santità, strada che va scandita secondo le tappe che la Vergine Maria ha indicato a Fatima: conversione, penitenza riparatrice, misericordia di Dio e preghiera del santo rosario.
  3. Carissimi fratelli e sorelle, desidero altresì ricordare il generoso impegno che la nostra Chiesa diocesana sta mettendo in campo con molteplici iniziative per prepararsi all’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, voluta da Papa Francesco, che si terrà nel 2018 sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. In questo anno di preparazione al significativo evento romano le molteplici realtà diocesane sono coinvolte nel riflettere – con sensibilità e lungimiranza pastorali – sulle tematiche del Sinodo. Già il nostro V Sinodo diocesano aveva messo a tema il mondo giovanile, offrendo spunti interessanti e utili. L’evento del Sinodo universale giunge ora propizio per fare un passo in più nella direzione di una maggiore attenzione al mondo dei giovani. Tutti siamo ben consapevoli che – unitamente alla famiglia – il mondo dei giovani sembra aver smarrito Cristo e la Chiesa. Perché e come si è giunti a questa situazione? È una domanda di cui farsi carico, con molta umiltà, tanta preghiera e autentico discernimento pastorale e ponendoci in ascolto della realtà giovanile sia all’interno delle nostre comunità (parrocchie, associazioni e movimenti) sia dei giovani del nostro territorio.
  4. Carissimi fratelli e sorelle, un grazie al Signore desidero esprimerlo per aver sostenuto l’impegno caritativo della nostra Chiesa, che normalmente si esprime attraverso la Caritas Diocesana, ma anche attraverso le parrocchie, le molteplici associazioni cristiane o semplici fedeli. Impegno poco sbandierato come deve essere, ma puntuale e pervasivo nel venire incontro alle tantissime situazioni di povertà e di bisogno che coinvolgono tanti nostri concittadini e molti stranieri, tutti e sempre accolti come fratelli e sorelle in Cristo Signore. Questo generoso spendersi sul fronte della carità ai poveri è certamente un indice di qualità per l’esperienza di fede della nostra Chiesa, ma indica pure che Trieste ha un cuore grande e buono, che, grazie a Dio, non si lascia irretire e mortificare da polemiche sterili e dannose. Un pensiero di vivissima gratitudine va, in modo particolare, al mondo del volontariato che, nel nostro territorio, qualifica in termini positivi la vitalità della società civile tergestina.
  5. Carissimi fratelli e sorelle, volgendo lo sguardo fuori dagli ambiti ecclesiali, vogliamo ringraziare il Signore per le grazie che quest’anno ho concesso alla nostra Città che, per merito anche di tante persone di buona volontà e di un lungimirante impegno delle Istituzioni, si ritrova a vivere una stagione ricca di promettenti opportunità che vanno colte per la realizzazione del bene comune. A questa feconda stagione locale, purtroppo non corrisponde quella nazionale che, in questi ultimi anni e giorni con la legge sul cosiddetto biotestamento, è stata determinata nel minare principi e valori essenziali come quelli della famiglia e della vita. È il progresso, ci predicano da tutti i pulpiti i progressisti. Io mi chiedo e vi chiedo: è vero? Un arguto commentatore ha scritto alcuni giorni orsono su un giornale laico che aborto e divorzio hanno di fatto impoverito l’Italia, determinando un crollo demografico che ha moltiplicato la spesa pensionistica e sanitaria e quindi le tasse... Dall’approvazione della legge sull’aborto, mancano all’appuntamento 6 milioni di italiani. Quale progresso può esserci quando è stato eroso in termini tanto gravosi il capitale umano della Nazione? In queste condizioni, prima o poi viene meno tutto, soprattutto la speranza del futuro. Carissimi fratelli e sorelle, consegniamo questo 2017 a Maria, che domani celebreremo con il titolo di Mater Dei, e affidiamo alla sua materna protezione il 2018: voglia la Vergine Madre implorare da suo Figlio il dono di un nuovo anno da vivere nella tranquillità e nella pace.