Degrado a Barcola, Polidori: «Stop a bivaccamenti selvaggi, schiamazzi e rifiuti a terra»

«Sulla situazione di Barcola è necessario fare qualche considerazione e dare alcune valutazioni».

A rilevarlo il vice-sindaco Paolo Polidori.

«Le prime considerazioni - continua la nota - sono dettate dal fatto che la zona di Barcola presenta delle atipicità, collocandosi tra quelle che sono i caratteri di una zona urbana e quelle di un ambito prettamente turistico, essendo a tutti gli effetti un’area urbana con caratteristiche di zona balneare».

«È quindi necessario - ancora Polidori -  che decoro urbano e fruibilità turistico/balneare contemperino entrambi gli aspetti, nel rispetto delle regole della civile convivenza. Non sempre però è così, nel momento in cui si assiste ad aberranti scene di bivaccamenti selvaggi, di schiamazzi e di abitudini invalse di lasciare a terra ogni sorta di rifiuto. Questa è la parte di inciviltà e di mancanza di senso civico che è sempre condannabile e da combattere, a prescindere e con tutti i mezzi a disposizione».

«Ma proprio in questo contesto - sottolinea il vice-sindaco - va rimarcato con forza il fatto che, nelle more dell’approvazione del regolamento sull’armamento della Polizia Locale, non è possibile presidiare il territorio nelle ore cruciali, e cioè dalle 2 alle 6 di mattina; come si vede, la questione deve necessariamente essere vista nell’ottica del controllo territoriale, che è il vero scopo del provvedimento, e non tanto nell’armare la PL, di cui ne è semplicemente il mezzo!».

«Dopodiché -conclude - ci sono le situazioni “borderline”, dove anche il buonsenso sarebbe più opportuno ed efficace di una sanzione, peraltro possibile perché si entra nella fattispecie del pubblico decoro: ma entrare in costume in supermercato potrebbe essere evitato se lo stesso punto vendita invitasse i clienti ad entrare vestiti; mettere l’amaca e portare i tavolini per il picnic è usanza pluridecennale, tollerabile se ciò non si traducesse in vietati bivacchi notturni. Tanto di questo discorso è questione di civiltà: ma gli equilibri sono tali fintantoché essi non ne siano turbati.  Perché poi, attenzione, le restrizioni sarebbero per tutti».