Danilo Dolci, sabato in piazza contro il razzismo: «Ieri con partigiani, oggi con migranti»

«A 75 anni dalla fine del regime fascista che aveva attuato soprusi, colonialismi e razzismi ricordiamo l'8 settembre i valori che spinsero uomini e donne alla Resistenza. Per un percorso unitario contro il razzismo e la cultura della violenza, per la costruzione di politiche di pace, diritti umani, nonviolenza, giustizia sociale da custodire e riconquistare ogni giorno anche nella nostra città, cittadini italiani sloveni assieme alle altre comunità presenti a Trieste».

Lo rileva in una nota il Comitato Danilo Dolci, organizzatore dell'evento.

«Le numerose crisi - continua la nota - che affliggono le nostre società hanno intaccato le fondamenta della democrazia, riportando alla luce un atteggiamento violento e aggressivo nei confronti di uomini e donne che vivono in condizioni di miseria e in pericolo di vita, accusandoli di essere la causa dei nostri problemi.  La serie di episodi di violenza nei confronti di immigrati, con una evidente connotazione razzista e spesso neofascista, impone una seria e immediata azione di contrasto che parta da una doverosa riflessione: Si stanno frantumando i legami di solidarietà e, progressivamente, spostando l’attenzione dalle vere cause e dalle responsabilità dei governi nazionali e delle istituzioni internazionali».

«La società civile - continua - , il mondo della cultura, dell’associazionismo, dell'informazione, l’insieme delle istituzioni democratiche sono invitate  a impegnarsi nel contrasto a questa deriva presso uno dei punti importanti dell'occupazione nazista a Trieste , in piazza Oberdan 4 dove molti antifascisti furono incarcerati e torturati. Ci ritroveremo lì alle 11 e 30 , L'iniziativa si svolge contemporaneamente in molte città italiane e unisce Ventimiglia a Trieste,  tutte le rotte principali dei migranti in nord Italia.( Gruppo fb Io sto con i migranti) L’8 settembre del 1943 il Maresciallo Badoglio, capo del governo post-fascista, proclamò l’avvenuta firma dell’armistizio che segnò la fine del regime fascista che aveva teorizzato e attuato il sopruso e il colonialismo, la mortificazione delle donne, dei lavoratori, degli oppositori politici, delle minoranze etniche, dei “diversi”. Nella gran confusione tante persone scelsero consapevolmente di lavorare per dare vita ad una repubblica democratica, per affermare la pace, vincere l’indifferenza e i soprusi: nacque in quei giorni il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che porterà alla Costituente e al voto alle donne».

«Oggi - conclude la  nota - , nel 75° anniversario di quell’8 settembre, condividendo i valori espressi nella lotta al nazifascismo e nella Costituzione, manifestiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai migranti, alle donne e agli uomini che fuggono da povertà e guerre, persecuzioni, stupri e che purtroppo nel nostro paese hanno trovato troppi che non vogliono accoglierli. Seguendo l’esempio della donna 83enne, che in un sit-in solitario davanti a una chiesa portava il cartello “IO DICO SÌ AI MIGRANTI NEL MIO PAESE E NELLA MIA CASA”, è partita da Trento una staffetta che è stata raccolta dalla Liguria di Ponente e che oggi proponiamo anche a Torino.

- Ognun@ ha il diritto a spostarsi sulla terra, per desidero o per necessità e l'accoglienza e la convivenza sono arricchimento perché le culture si fecondano a vicenda.

- Nel novecento la rivendicazione delle “identità” in Europa come nel resto del mondo (Medioriente, Africa…) hanno portato solo immani sciagure.

- Tensioni e conflitti sono possibili, ma possono essere composti col dialogo intelligente e l'esperienza pratica della nonviolenza.

- La popolazione italiana ha esercitato ampiamente il diritto-necessità a migrare, e ora non può negarlo né ci conviene, considerata anche la denatalità crescente.

- La paura del diverso è istintiva, così come la curiosità e l’interesse, ma paralizza le possibilità.

- Lo sfruttamento politico di questa paura è strumentalizzazione a scopo di potere, promette sicurezza esagerando e mentendo sui numeri e demonizza gli immigrati sdoganando una cultura razzista.

- La finanza ci ha costretti prima ad unificarci nel villaggio globale per depredare meglio ovunque e ora ci rimette muri e confini, ma per effetto dei movimenti, della comunicazione e delle reti il fenomeno dell’unificazione planetaria è un fatto acquisito, di arricchimento: i nostri nipoti sono e saranno cittadini del mondo. Questo fenomeno va governato con responsabilità internazionale e cosmopolita, riconosciuto nel suo valore e sarà inarrestabile con i cambiamenti climatici.

- Profughi e migranti sono un’occasione per cambiare radicalmente l’Europa oggi in crisi profonda, prepariamo un futuro insieme a loro, con la cura che le donne praticano quotidianamente».