Lotta al cyberbullismo, nei ricreatori comunali nuovo software operativo per far fronte all'aggressività e alle molestie via we

Le caratteristiche e potenzialità di “Kaitiaki” (“Guardiano” in lingua maori), il nuovo interessante software online che rileva automaticamente il linguaggio ostile e segnala i pericoli, sono state presentate nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sala giunta del Comune di Trieste. dall'assessore all'Educazione, Scuola, Università e Ricerca Angela Brandi, assieme al direttore operativo della start up Fabrizio Macchia e alla responsabile pedagogica dei Servizi educativi comunali Antonella Brecel.

Sviluppato da una start up della regione, il nuovo strumento propone l’utilizzo delle tecnologie innovative dell’intelligenza artificiale per segnalare l’uso di un linguaggio o di immagini associabili all’aggressività o alle molestie sul web, risultando così particolarmente utile nella lotta al cyberbullismo.

Questa nuovo software -ha detto l'assessore Angela Brandi- sarà messo a disposizione, gratuitamente, nei Ricreatori comunali per favorire occasioni di confronto tra ragazzi ed educatori sul tema del cyberbullismo e rappresenta un ulteriore aiuto per rendere consapevoli e partecipi i giovani del significato e delle conseguenze di ciò che scrivono online. Si tratta di uno strumento operativo molto importante che si unisce alle azioni già avviate dall'Amministrazione comunale nella lotta al cyberbullismo e alle molestie via web”. “Già oggi -ha concluso l'assessore Brandi- è stato fatto un incontro informativo/formativo alla palestra del Nordio dedicato agli educatori interessati all'utilizzo di questo valido strumento”.

Entrando nello specifico, il direttore operativo della start up Fabrizio Macchia ha illustrato le principali caratteristiche del sistema che consente all'educatore di non interferire nell'attività dei ragazzi, lasciando che il software “Kaitiaki” convalidi o meno, come positivo o aggressivo, quello  che i ragazzi inseriscono nella app. Il sistema utilizzato è una semplice applicazione che lavora in due direzioni: la prima con l'inserimento di frasi da parte dei ragazzi e la verifica da parte del software; la seconda con la generazione casuale di frasi presenti nel sistema e la verifica da parte dei ragazzi. In entrambi i casi il sistema lavora sulla codifica delle frasi/parole che i ragazzi utilizzano sui social, individuandole come pericolose o meno.

“Kaitiaki” è una start up innovativa a vocazione sociale, che mette le proprie attività a disposizione di progetti educativi, oltre a fornire alle istituzioni analisi demoscopiche geolocalizzate per il monitoraggio e il rilevamento e la segnalazione di nuove emergenze a difesa dei minori. Il sistema è stato scelto anche dall'Istituto della Banca Europea degli investimenti per essere tra i finalisti del Social Innovation Tournament 2017, competizione che ha visto oltre 300 partecipanti da una trentina di Paesi europei.

In Europa -ha ricordato Fabrizio Macchia- sono 11 milioni i ragazzi, tra gli 8 e i  17 anni, colpiti dal cyberbullismo e in più del 71% dei casi i loro genitori non ne sono a conoscenza. Da qui la necessità di educare ai linguaggi e ad utilizzare “Kaitiaki edu”, uno strumento non invasivo, che rispetta la privacy e consente il riconoscimento dei linguaggi inappropriati sui social, rendendo i ragazzi partecipativi e consapevoli del problema. Da circa due mesi -ha concluso Macchia- 180 istituti scolastici in Italia hanno cominciato ad utilizzare il sistema, che rientra nell'ambito delle linee orientative predisposte dal MIUR, mentre il Comune di Trieste e la prima amministrazione comunale ad adottarlo”.