Con On the way il cinema entra al Toti: tre film su storie di resilienza al femminile,

Si aprirà mercoledì 27 febbraio, alle ore 18, con il primo film in programmazione, “La bicicletta verde” della regista Haifaa Al-Mansour, prima donna a fare questo mestiere in Arabia Saudita, la mini rassegna cinematografica On the way _ Storie di resilienza al femminile, che apre un settore del tutto nuovo – quello del cinema appunto - fra le attività del Polo Giovani “Toti” del Comune di Trieste, inaugurando con l'occasione, qui nella bella e multifunzionale struttura di San Giusto, anche un nuovo grande schermo, di dimensioni paragonabili a quelle delle maggiori sale da film.

“On the Way”, ciclo di tre proiezioni promosso dal PAG-Progetto Area Giovani del Comune di Trieste in collaborazione con associazioni cittadine attive nella promozione dei diritti quali il GOAP (Gruppo Operatrici Antiviolenza e Progetti) e l'Associazione Clic, e curato dall'Associazione Alpe Adria Cinema (promotrice del Trieste Film Festival) con una mirata selezione di pellicole recenti, intende mettere in primo piano, rivolgendosi soprattutto ai giovani, il tema della “resilienza”, ovvero della capacità di resistere a eventi traumatici e trovare soluzioni a crisi mobilitando le proprie risorse “quando pensi di non averne più”. Il tutto con uno zoom particolare sul mondo femminile e, ancor più specificamente, sulle giovani donne.

Infatti – come è stato spiegato in sede di presentazione, nella Sala “Tergeste” del Municipio,   presenti la responsabile dell'Ufficio Giovani del Comune Donatella Rocco, che ha portato il saluto del competente Assessore Giorgio Rossi, Susan Petri del Polo Giovani “Toti”, Nicoletta Romeo del direttivo di Alpe Adria Cinema e condirettore del Trieste Film Festival, Maria Grazia Apollonio del GOAP e Francesca Maur di Clic – molto spesso, e pur in contesti geografici, culturali e sociali molto diversi tra di loro (e in proposito i tre film “esaminano” storie ambientate in Arabia Saudita, USA e in una periferia del Sud Italia), sono proprio le giovanissime e le ragazze a cercare e a riuscire a “reindirizzare” la loro esistenza nonostante le condizioni avverse in cui si trovano - ad esempio spesso trovandosi a dover sostituire, nella cura della famiglia, non solo i padri assenti ma anche le madri in difficoltà -, cogliendo invece le opportunità positive che si offrono, come piccoli spiragli a cui aggrapparsi per affermare, alla fine, la propria identità.

Più in generale - ha spiegato Donatella Rocco – la rassegna vuole trattare e mostrare le difficoltà e le complessità della vita delle giovani generazioni, e in tal senso è indirizzata innanzitutto ai giovani, e in primis ai ragazzi dei moduli di Alternanza Scuola Lavoro degli Istituti superiori di secondo grado della città, “ma, in realtà, apre le proiezioni anche a tutto il pubblico, a curiosi e appassionati, giovani e meno giovani, pur seguendo uno stile informale, rappresentato dal motto 'cinema&popcorn'”.

Nicoletta Romeo dal canto suo, “salutando” il nuovo schermo del “Toti” come “un ulteriore arricchimento di una struttura che è già un gioiello, tutta dedicata ai giovani in una città dove gli spazi giovanili non sono molti”, ha ricordato come l'associazione Alpe Adria Cinema e il Trieste Film Festival già partecipino a diverse occasioni didattiche e a varie forme di sinergie, “che ci stanno particolarmente a cuore”, con gli Enti e le realtà del territorio, per cui anche questa partecipazione all'iniziativa del “Toti” e del GOAP, pur essendo questa prima programmazione limitata, anche se molto significativa, è “una gradita opportunità in più per noi”.

Maria Grazia Apollonio e Francesca Maur hanno infine spiegato la scelta del GOAP e dell'associazione Clic di approfondire in questa occasione il tema della “resilienza”, in particolare femminile, cioè – come detto – della capacità di resistere agli impatti traumatici di eventi sfavorevoli, riuscendo anche a volgerli a proprio favore.

L'apertura sarà dunque mercoledì 27 febbraio con “La bicicletta verde”, dove la protagonista sfida le imposizioni della cultura tradizionalista saudita rincorrendo un sogno di libertà.   Seguiranno mercoledì 13 marzo l'americano “Un gelido inverno” (con la giovane Ree Dolly, in un ambiente montano e umanamente ostile, schiacciata dalla responsabilità della cura dei fratelli minori e dalla depressione della madre) e mercoledì 10 aprile l'italiano “Corpo celeste” (storia di una tredicenne che dopo 10 anni vissuti in Svizzera torna in Calabria nei luoghi di origine della famiglia).

Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 18 e saranno accompagnate da un'introduzione “ragionata ma morbida” ai film, rigorosamente con bibite e pop corn.

L'ingresso al teatro-cinema del Polo Giovani “Toti” (via del Castello 1, a San Giusto) è gratuito e libero fino a esaurimento dei posti disponibili. 

PROGRAMMA

#1 MERCOLEDI' 27 FEBBRAIO > 18.00 > Polo Giovani Toti

La bicicletta verde

Arabia Saudita, 2012

durata 92 minuti _ genere drammatico

scritto e diretto da Haifaa Al Mansour con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd, Sultan Al Assaf

Arabia Saudita, in una scuola rigorosamente solo femminile Wadjda lotta per non soffocare i propri desideri di libertà. In particolare uno di questi riguarda l'acquisto di una bicicletta verde, con la quale potrà essere alla pari del bambino con cui gioca dopo la scuola. La sua famiglia non può permettersela e di certo non vuole che si faccia vedere su un oggetto tradizionalmente riservato agli uomini, così Wadjda comincia a cercare i soldi per conto proprio rendendosi conto ben presto che quasi tutti i metodi per farlo le sono proibiti. L'unica è partecipare a una gara di Corano della scuola (lei che non eccelle nelle materie religiose), il cui primo premio è in denaro...

Haifaa Al-Mansour è la prima regista donna di un paese che non ha sale cinematografiche e in cui il cinema si fruisce solo domesticamente, ed è dunque in sè una figura rivoluzionaria che si oppone ai ruoli cui le donne sono abitualmente relegate, e tale posizione è evidente nella maniera in cui scrive i suoi personaggi. Non solo la protagonista Wadjda ma anche le compagne più adolescenti e più irrequiete, benché comprimarie, sono accarezzate con tono lieve dalla macchina da presa, scrutate nell'innocenza di gesti minuscoli che portano a condanne spropositate. Per i temi trattati e per il modo di trattare la condizione della donna, il film è stato patrocinato da Amnesty Italia.

 

#2 MERCOLEDI' 13 MARZO > > 18.00 > Polo Giovani Toti

Un gelido inverno

USA 2010

durata 100 minuti _ genere drammatico

regia di Debra Granik con Jennifer Lawrence, John Hawkes, Kevin Breznahan, Dale Dickey, Lauren Sweetser.

In una zona montuosa del Missouri, nel cuore remoto degli Stati Uniti d'America, la giovane Ree deve badare alla madre malata, ai due fratellini piccoli e soprattutto deve ritrovare il padre scomparso. Nella sua ricerca ostinata si imbatterà in una comunità montana – l’ambientazione è l’altopiano Ozark, che si sviluppa tra Missouri, Arkansas, Oklahoma e Kansas – ostile e violenta, la quale non vuole che la ragazza scopra i suoi segreti più reconditi e minacci quindi un equilibrio fondato sul sangue e il crimine.

Un gelido inverno racconta un contesto sociale cupo e disagiato utilizzando un linguaggio realistico e asciutto. Questo dramma potentissimo ci racconta il lato oscuro dell’America, soprattutto quella più povera e rurale, ed è un aspetto che il cinema statunitense continua a raccontare con un’efficacia sorprendente. Rarefatto e poetico, Un gelido inverno è uno dei migliori lungometraggi della scena indipendente americana del 2010.

 

# 3 MERCOLEDI' 10 APRILE > 18.00 > Polo Giovani Toti

Corpo celeste

Italia 2011

durata 98 minuti_ genere drammatico

regia di Alice Rohrwacher con Yle Vianello, Salvatore Cantalupo, Pasqualina Scuncia, Anita Caprioli, Renato Carpentieri

Marta ha 13 anni ed è tornata a vivere alla periferia di Reggio Calabria (dove è nata) dopo aver trascorso 10 anni in Svizzera. Con lei ci sono la madre e la sorella maggiore che la sopporta a fatica. La ragazzina ha l'età giusta per accedere al sacramento della Cresima e inizia a frequentare il catechismo. Nessuno sembra in grado di darle le risposte che sta cercando: il prete è un cinico egoista interessato solo alla propria carriera, la catechista una bigotta legata al parroco da un ambiguo rapporto. Marta dovrà imparare a trovare da sola le proprie risposte.

Alice Rohrwacher debutta alla regia con un’opera prima dal taglio quasi documentaristico che testimonia della sua abilità nel dirigere gli attori, garantendo quella naturalezza che per un film come Corpo celeste è una qualità indispensabile. Corpo celeste è stato presentato alla Quinzaine des réalisateurs della 64ª edizione del Festival di Cannes e ha vinto il Nastro d'argento come miglior opera prima. Un film di debutto che riesce a documentare in modo sensibile e originale il senso di smarrimento, di disorientamento ma anche di desiderio di integrazione della sua protagonista adolescente, alle prese con i cambiamenti dell’età e della vita, in una società arcaica e tradizionale, contraddistinta dal degrado urbano e dalla ricerca di una spiritualità perduta.